CAMORRA, STRAGE CONTINUA - la Repubblica.it
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NAPOLI Porta il numero 200 nell' orrendo elenco degli assassinati per camorra, Giuseppe Russo, 36 anni, produttore di fiori a Castellammare, ammazzato ieri mattina al ritorno dal mercato di Napoli. Incensurato. Ed è il secondo dalla fedina penale pulita a cadere sotto i colpi della camorra stabiese. Non c' entrava proprio nulla nella sanguinosa faida fra gli Imparato e i D' Alessandro: la polizia ritiene che la vittima abbia visto qualcosa che non doveva vedere, sui vicini monti Lattari, rifugio del clan Imparato che non ammette intrusioni. Giuseppe Russo oltre a produrre fiori, allevava anche uccelli da canto, che vanno catturati con le reti, con lunghi appostamenti, proprio su quelle montagne dove i vari rastrellamenti dei carabinieri hanno fatto scoprire covi nelle grotte e attendamenti lasciati da poco. Russo è caduto a Castellammare nella mattinata; nella serata, nella vicina Maddaloni in provincia di Caserta, una spedizione ha fatto altre due vittime, ancora due estranei alla camorra, uccisi solo perché stavano parlando con il condannato a morte. Ovvero Andrea Ferraro, 38 anni, pregiudicato per associazione camorristica ed estorsione, più volte arrestato. Da qualche tempo estorceva con il collaudato sistema dell' impresa di pulizie nei cantieri; lui era titolare della ditta, chi non si faceva pulire il cantiere da lui aveva dei guai. Anche l' Edilpark, in via Napoli, alla periferia di Maddaloni (grosso paese del polo industriale casertano) era abbonato alle pulizie del Ferraro. Michele Magliocca, 35 anni, e Umberto Santonastaso di 36, erano operai cottimisti che avevano appena finito il lavoro nella Edilpark, quando è arrivata una Lancia croma, con non si sa quanti a bordo. Si sa solo che hanno sparato decine di proiettili con fucili e pistole, e hanno lasciato tre morti a terra. A Castellammare, dopo l' assassinio di Giuseppe Russo, è scattata subito la caccia. Nel pomeriggio gli agenti del commissariato di Ps hanno arrestato due del clan Imparato: Carmine D' Antuono, 39 anni, e Carmine Onorato, 26, avevano armi e munizioni in una baracca sulla via delle montagne. L' altro incensurato ucciso recentemente nella faida fra clan è caduto mercoledì scorso per una vendetta trasversale: Luigi Donnarumma, 36 anni, era andato a trovare suo fratello Domenico nel carcere di Poggioreale. E Domenico è un tossicomane che si era legato al clan dei D' Alessandro come piccolo spacciatore di droga. Suo fratello è stato colpito da due uomini su una moto a cinquanta metri dall' uscita del carcere, mentre era con la madre e la cognata. Nella faida stanno morendo quelli che anche alla lontana hanno avuto a che fare con l' uno o con l' altro clan: tre giorni fa è morto, in seguito a ferite da pistola, l' autotrasportatore Luigi Romito di 56 anni: era cognato di uno dei D' Alessandro, ma il clan aveva tradito, visto che i killer degli Imparato si appostarono proprio nel suo giardino, dietro una siepe, in via delle Terme per l' agguato del 21 aprile scorso. Quando cioè falciarono ben quattro motociclisti che facevano spavalda scorta al capoclan accompagnandolo in corteo a firmare il registro dei sorvegliati speciali. Poi quel giorno anche il fratello del capoclan Michele D' Alessandro, che è stato vendicato il 2 novembre scorso, giorno dei defunti, proprio sul viale delle Terme, dove Luigi Romito aveva ospitato sul suo terreno gli avversari. Quelli del clan capeggiato da Umberto Mario Imparato latitante e imprendibile non consentono intrusioni nella zona montana: per questo sono stati ammazzati dieci giorni fa due dei D' Alessandro Ciro Coticelli di 22 anni e Marcello D' Auria di 36 che hanno continuato a frequentare una baracca nella zona montuosa dove andavano a caccia, infischiandosene del fatto che sul monte Megano appena sopra l' abitato di Gragnano regna il clan che non vuole vedere estranei. Nell' elenco dei caduti, per la verità, il numero 200 era stato attribuito l' altro giorno al giovane Edgardo Scala, 20 anni, tossicomane ucciso da un carabiniere in borghese che lui aveva appena rapinato, e il tutto nell' affollatissima e stretta via Egiziaca a Pizzofalcone. Ma non è stato ammazzato dalla camorra, non rientra quindi nella graduatoria, però a conferma di quanto gravemente sia indifesa la città usava fare rapine adocchiando le sue vittime in un ufficio postale che si trova a trenta metri dalla prefettura. E ci ha rimesso la vita poco più distante, sulla strada vicina al teatro Politeama e all' istituto Studi filosifici, in fondo alla quale c' è la caserma del Quarto reparto celere della Ps.