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ANALISTA E SEDUTTORE - la Repubblica.it

  • ️Wed Jul 28 1993

Roma - I più cattivi dicono di lui: "E' l' Alberoni della psicoanalisi". Gli amici lo difendono: "Macché, è soltanto un uomo geniale e invidiatissimo". Aldo Carotenuto, lo psicoanalista più famoso e più chiacchierato d' Italia, il più amato e il più odiato, sta scrivendo per Bompiani un libro intitolato con voluta ambiguità La seduzione dell' analista (ma chi seduce chi?). Il clamoroso "incidente" che risale alla fine dell' anno scorso - la denuncia di un' ex paziente e le dimissioni di Carotenuto dall' Associazione italiana di psicologia analitica - è naturalmente l' argomento più scottante di questo suo nuovo saggio. "Ne parlo molto, nel libro", dice Carotenuto. "Soprattutto per la utilizzazione malsana che ne hanno fatto alcuni miei ' gentili colleghi' ". I detrattori di Carotenuto lo accusano di non essere uno studioso serio, ma un divulgatore per i tanti improvvisati cultori dello psicoanalese. E di grande spregiudicatezza nel lavoro clinico, di "infrangere le regole del setting". E' vero che spesso Carotenuto scrive libri "facili" - Eros e Pathos è stato un best seller - ma è altrettanto vero che alcuni suoi lavori - magari non recensiti dai giornali, proprio perché rivolti a una cerchia ristretta di lettori - sono molto impegnativi. E' a lui, ad esempio, che la Utet ha affidato la direzione del Trattato di psicologia analitica, un' opera in due tomi pubblicata di recente, fondamentale per gli studiosi dello junghismo. "La capacità di divulgare" è Aldo Carotenuto che parla "la rivendico come un titolo di merito. E' la comprensione profonda dei problemi psicologici che mi consente di parlarne con un linguaggio assolutamente chiaro. Un linguaggio che non è permesso alla stragrande maggioranza degli analisti". D' accordo (fino a un certo punto), ma come la mettiamo con le libertà che si consente con le sue pazienti? E' singolare, intanto, che se il freudiano Carlo Traversa è stato travolto dallo "scandalo" sollevato da una sua relazione pericolosa, il successo di Carotenuto non è stato neppure scalfito dall' "incidente" di qualche mese fa. Forme del sapere in psicologia (pagg. 372, lire 34.000) è il titolo di un libro che Bompiani ha appena pubblicato: è nientemeno che una raccolta di saggi su Carotenuto per i suoi sessant' anni (francamente un omaggio un po' imbarazzante). E sempre Bompiani manderà tra qualche mese in libreria I sotterranei dell' anima, un' indagine di Carotenuto sul rapporto tra malattia e creatività a partire da un autore francese poco noto, Joe Bousquet, rimasto paralizzato durante la prima guerra mondiale. Poi sarà la volta di La seduzione dell' analista, la seduzione come capacità d' insediarsi stabilmente nell' immaginario di un altro (un genitore, un amico, un amante, un analista), un libro che - c' è da scommetterlo - venderà come un romanzo rosa. Purtroppo, però, certi rapporti tra analisti (uomini) e pazienti (donne) sono raramente amori destinati al lieto fine. E' vero che Cesare Musatti o James Hillman hanno sposato delle loro ex pazienti, ma si tratta di eccezioni. Più spesso quei rapporti si trasformano in incubi devastanti soprattutto per "lei", la più debole. E allora parliamo del "misfatto", della storia di questa signora che a venticinque anni entra in terapia con Carotenuto e a quarant' anni lo denuncia. Parliamone ancora, ma possibilmente con meno reticenza rispetto a qualche tempo fa. Aldo Carotenuto: "Ho conosciuto Fiorella nel ' 78 e in realtà il nostro rapporto analitico è durato poco, meno di un paio d' anni. Subito dopo il nostro incontro, lei si è iscritta alla facoltà di Psicologia - dove io insegno Teorie della personalità - e col tempo ha cominciato a collaborare con me all' università e a scrivere per la rivista che dirigo (mi mostra un numero dell' 82 della Rivista di psicologia analitica). Vuole sapere se c' è stato del sesso tra noi? Non è questo il mio torto. Piuttosto mi considero colpevole di essermi esposto sentimentalmente, di non aver controllato il violento amore che ho scatenato in lei e alla fine di non averla amata come avrebbe voluto...". Interrompo questa faticosa confessione per informare il lettore di un aspetto essenziale di tutta questa faccenda. Per il ruolo che occupa nell' ambiente junghiano e nell' università, Aldo Carotenuto è spesso avvicinato da donne molto giovani, studentesse che non puntano tanto a un' analisi personale quanto a un loro futuro inserimento nel mondo accademico o psicoanalitico. Di fatto succede che Carotenuto è sempre circondato da un harem di ragazze adoranti (allieve, segretarie, collaboratrici). Non è l' aspetto sessuale in questi rapporti a essere centrale, ma piuttosto la dipendenza che si stabilisce e che evidentemente non viene "elaborata" e quindi dissolta. Aldo Carotenuto: "So che sono considerato una specie di mandrillo, ma è una scemenza, non è così. Sono troppo occupato con tante cose per passare la vita a letto con le mie pazienti, come vorrebbero far credere i mediocri che mi calunniano. Ammetto che, una volta, mi sono innamorato perdutamente di una mia paziente e - dopo la terapia - ho avuto con lei una storia importantissima per la mia vita. E allora?". E allora, questa signora - dopo un lungo percorso - è diventata un' affermata psicoanalista freudiana. E' soltanto un dettaglio? E' difficile essere tolleranti su questioni che sono intollerabili, ma è sempre un grave errore semplificare. In questo caso - nel caso di questo controverso psicoanalista - l' impressione netta è che non ci si trovi di fronte a un inguaribile dongiovanni ma a un uomo fragile, bisognoso infantilmente di essere amato. In qualche modo lo fa capire lui stesso quando dice: "La metafora che utilizzo nel mio lavoro clinico è quella della ferita-feritoia. Se io non fossi profondamente sofferente, se non avessi la mia ferita e non trovassi qualche sollievo attraverso la mia attività professionale, non sarei un analista ma un ragioniere dell' analisi... "Per dirla con Freud, che vuole una donna? Io dico che non vuole essere apprezzata per la sua bellezza ma sentire soprattutto la dignità della sua vita interiore. Io so farle sentire questa dignità senza nessuna paura, senza nessuna difesa, anche se questo comporta coinvolgimenti, desideri e comunicazioni che possono rasentare il pericolo...". Una cosa è certa: nei rapporti analitici, ci sono parecchi altri pericoli oltre a quelli legati alla dimensione immediatamente erotica (anche se meno gustosi giornalisticamente). Per esempio, le analisi interminabili che denunciano una dipendenza perversa dell' analista quanto del paziente. O anche le prepotenze, le corazze intellettualistiche di certi terapeuti che inchiodano i pazienti in un ruolo eternamente emozionale, regressivo, infantile. Oppure gli abusi interpretativi, azzardati, fuori tempo. Un' amica mi raccontava della sua analista che, di fronte a una fantasia peraltro innocentissima, le ha detto furente: "Ma lei è la peggiore delle donne!". Commenta, con un sorriso amaro, Carotenuto: "Quante cose vengono taciute... In questo caso, probabilmente, la fantasia della paziente sollecitava nell' analista la sua dimensione di pessima donna, la sua Ombra per dirla in termini junghiani. Non potendola accettare, l' ha rigettata sulla paziente. Con danni incalcolabili".