VINCONO BALDI E BOCELLI - la Repubblica.it
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SANREMO - Aleandro Baldi, con ' Passerà' , è il vincitore del 44 Festival della Canzone Italiana, con 27145 voti. Al secondo posto Giorgio Faletti con ' Signor tenente' (25742), seguito da Laura Pausini con ' Strani amori' (25587). Tutto secondo previsioni e le indicazioni della classifica provvisoria al termine delle tre serate sono state sostanzialmente rispettate, ad eccezione del salto in avanti di Faletti che ha superato Gerardina Trovato con ' Non è un film' , rimasta al quarto posto, sia pure con uno scarto di voti non rilevante (25076). Previsto e prevedibile anche il verdetto delle Nuove Proposte. Ha vinto Andrea Bocelli con ' Il mare calmo della sera' . Bocelli, il giovane tenore toscano, non vedente come Baldi, aveva scherzato l' altro ieri, anticipando un commento all' eventuale vittoria: "Vuol dire che entrambi avevamo visto giusto". Seguono Antonella Arancio con ' Ricordi del cuore' e Danilo Amerio, il giovanotto romano con parecchi chili in più che ha cantato ' Quelli come noi' . Il risultato per le Nuove Proposte è stato accolto con qualche dissenso, non tanto perché si tratta di giovani che non sembrano, almeno per i brani interpretati, molto rappresentativi dei gusti generali della loro età, quanto perché nella sezione c' erano altri concorrenti più meritevoli. Come Giorgia ad esempio, arrivata al settimo posto, la cui bravura è stata cavallerescamente riconosciuta dallo stesso Bocelli. Tornando ai Campioni, fedeli alle premesse anche gli ultimi. Il ventesimo posto è stato fermamente tenuto da Franco Califano con ' Napoli' , con 12968 voti, preceduto dalla Squadra Italia. Un buon risultato, e un buon segno data l' impertinenza poco tradizionale del brano, per Jannacci e Rossi che sono rimasti al sesto posto con ' I soliti accordi' , 22413 voti. Il verdetto è stato accolto con benevolo favore dalla sala dell' Ariston, commossa dall' annuncio di Faletti che devolverà i guadagni per uno spot pubblicitario commissionato dalla regione Sicilia, ai caduti in servizio. Un bel gesto perfettamente in tono con il clima di ' vogliamoci bene' imposto da Baudo al baraccone-Festival. SANREMO - Un diversivo davanti al teatro Ariston e per fortuna non odioso come quello dello scorso anno, quando l' ultimo giorno del Festival apparvero i fascisti e gli striscioni con la svastica, bensì irridente e colorato: due gigantesche teste, quelle di Ciampi e di Agnelli, inviate dall' Altrofestival a intimorire le signore con pelliccia, che non mancano mai, e a ricordare la lotta degli operai. Per il resto, come ogni anno, sul sabato del Festival c' è la calma dell' attesa e i riti consueti delle previsioni, dei primi bilanci e, naturalmente, dell' Auditel. I dati hanno premiato la Rai anche per la serata di venerdì. Anzi lo share del 52.18 per cento - 12 milioni 722 mila telespettatori dalle 20,49 alla mezzanotte - è superiore a quello dello scorso anno, che era del 51.01 per cento (anche se i milioni furono un paio in più). Bene anche il ' Dopofestival' : due milioni 512 mila spettatori hanno resistito dalle 0,18 fino all' 1,11. "Avremmo potuto andare anche oltre. I personaggi e gli spunti c' erano", dice l' instancabile Baudo. E ogni accusa di eccessi cade miseremente di fronte alle cifre dell' Auditel. "Ma quando ti capita la gomma americana che si attacca alla scarpa di Paolo Rossi, non posso non sfruttarla per fare spettacolo. Solo sfruttando tutti gli imprevisti il Festival non risulta uno spettacolo paludato". Il futuro della rassegna è ancora incerto, ma la tendenza prevalente sembra quella di affidare a Pippo Baudo la responsabilità totale, un direttore artistico incaricato di ogni scelta, a differenza di questa edizione in cui Baudo non aveva diritto di voto e le selezioni sono state fatte dalla commissione. Un' ipotesi che piace a Maffucci della Rai, ai discografici, e il gradimento espresso dal sindaco Oddo, sia pure a titolo personale, non è elemento trascurabile. "Non avrei paura, io non ho interessi personali, non ho edizioni musicali e, se fosse necessario, lo farei volentieri", dice Baudo e continua con quella che per alcuni può suonare una minaccia: "Per evitare serate interminabili e chiudere lo spettacolo ad orari umani, si potrebbero aumentare le serate del Festival e, volendo, anche il numero dei cantanti". Altro argomento caro a Baudo è il ' largo ai giovani' , la cui presenza forte considera una specie di fiore all' occhiello di questa edizione. E' vero che anche i critici sono stati generosi di aggettivi per parecchi nomi delle Nuove Proposte, ma c' è anche l' impressione che molti di loro, malgrado l' età e a prescindere dalle capacità, offrano dal palco dell' Ariston interpretazioni antiche e canzoni ' sanremesi' nel senso consumato della parola. E' difficile pensare a vaste platee di diociottenni e dintorni che si entusiasmino per alcune delle Nuove Proposte. Perfino Baudo accetta l' osservazione: "E' vero, dovremmo dare loro maggiore libertà e autonomia espressiva. E forse anche canzoni di una linea artistica più ortodossa rispetto all' età che rappresentano". Un' impressione positiva invece viene dall' insieme delle ragazze delle Nuove Proposte, nessuna delle quali, presentandosi sul palco, ha cercato look ammiccanti o provocatori, apparendo se mai in una tenera goffaggine tipica dell' età. Da segnalare, a risarcimento dei ragazzi del gruppo Baraonna esclusi secondo molti immeritatamente, che il premio della critica è andato alla loro canzone I giardini d' Alhambra, mentre, nella sezione Campioni, i critici hanno premiato Signor tenente di Faletti. Ancora a proposito di giovani, non poteva mancare la solita accusa di canzone copiata. Quest' anno viene da Catania ed è di due cantautori. Affermano che quello di Antonella Arancio, Ricordi del cuore, somiglia in maniera colpevole nel ritornello ad un loro brano, ' I ritmi del cuore' , inciso e depositato alla Siae, che gli autori della Arancio avrebbero avuto modo di ascoltare. Anche questo fa parte di Sanremo. Così come ne fa parte, ogni anno, la ricerca di un accostamento tra il Festival e la realtà del nostro Paese. Ma in un baraccone nel quale, secondo il senso dello spettacolo di Pippo Baudo, si alternano e si accavallano brani sentimentali, evocazioni di immagini di guerra, vigili del fuoco, campioni di bontà, promozioni di acque e altro, non è tanto la vita reale ad essere rappresentata, bensì la rappresentazione della vita, la stessa che ogni giorno appare sul teleschermo: una confusione di tutto, in cui tutto perde significato.