Presentazione: Bisso marino
Presentazione della mostra
"Bisso marino", tessuto dorato raccolto dal mare, oggetto di innumerevoli
miti e leggende. Tanto che perfino Jules Verne, uno dei padri della moderna
fantascienza, deve esserne stato particolarmente colpito, se in "Ventimila
leghe sotto i mari" fa pronunciare al suo capitano Nemo le seguenti parole:
"Gli abiti che lei indossa sono tessuti di filo di bisso di certe conchiglie
e poi tinte in antica porpora [...]. Una volta, se ne facevano belle stoffe,
calze, guanti, essendo questi filamenti nel tempo stesso morbidi e
calorosi".
La mostra è accompagnata dal catalogo bilingue di 127 pagine "Bisso marino -
Fili d'oro dal fondo del mare / Muschelseide - Goldene Fäden vom
Meeresgrund", edito da 5 Continents Editions, Milano (ISBN 88-7439-114-5).
Bisso marino, fili d'oro dal fondo del mare
Il bisso marino è una sostanza prodotta da una conchiglia, la nacchera
(Pinna nobilis), la più grande conchiglia del Mediterraneo. Si tratta di un
ciuffo di lunghi filamenti simili alla seta con i quali l'animale si ancora
al fondale e che un tempo venivano raccolti insieme alla conchiglia per
produrre la "seta di mare". La produzione del bisso marino era laboriosa e
richiedeva molte tappe di lavorazione. Dopo la raccolta il bisso grezzo
doveva essere pulito e pettinato più volte, messo in ammollo in succo di
limone e infine filato a mano. La lavorazione più diffusa era quella a
maglia per realizzare indumenti come scialli, guanti, cappelli, ghette,
cravatte ecc. Ma i fili venivano anche tessuti, intessuti o ricamati su
stoffe oppure lavorati in modo particolare per formare una sorta di
pelliccia. Inoltre non solo il bisso, ma anche la conchiglia intera era
utilizzata: la carne come cibo, le perle come decorazione, la madreperla per
bottoni e per lavori di intarsio, il guscio per vasi, paralumi o come
souvenir e i ciuffi di bisso come rimedio nella medicina popolare. I centri
più importanti della raccolta e della lavorazione del bisso si trovavano
nell'Italia meridionale, soprattutto in Sardegna e nelle Puglie.
Questi manufatti avevano degli splendidi riflessi dorati e fin
dall'antichità erano quindi molto ricercati soprattutto dalla nobiltà e
dall'alto clero. Nel XIX secolo i prodotti in bisso non potevano mancare
alle più prestigiose esposizioni commerciali - come le esposizioni
universali di Parigi, di Londra di Vienna - dove venivano venditi a prezzi
elevatissimi e dove un tessuto in bisso marino poteva costare 100 volte
tanto quanto un tessuto in lana. Per ottenere 1 kg di bisso grezzo e
produrre così 200-300 grammi di seta di bisso marino, occorrono infatti fino
a 1'000 conchiglie: è quindi facile capire perché questo materiale sia
sempre rimasto un prodotto di lusso. La produzione è andata definitivamente
scemando all'inizio del 20° secolo. Un po' per la raccolta difficoltosa, il
ricavato scarso e il processo di lavorazione lungo e impegnativo, un po' per
la concorrenza della seta (che poteva venir prodotta in grandi quantità a
partire dall'allevamento dei bachi), un po' per l'avvento dei nuovi
materiali sintetici, in particolare il nylon, dopo la Seconda guerra
mondiale quasi nessuno parla più di bisso marino.Datare e localizzare la produzione del bisso marino è quasi impossibile,
anche perché nell'antichità con il termine "bisso" si indicavano tessuti
pregiati diversi (seta, cotone, lino), ma con certezza la produzione
avveniva già almeno in epoca romana. Tuttavia, nonostante la cospicua
produzione manifatturiera del passato, solo pochissimi oggetti sono
sopravvissuti fino ai giorni nostri, tanto che se ne contano meno di un
centinaio sparsi nelle collezioni di tutto il mondo. Il più antico è un
cappuccio lavorato a maglia del XIV secolo, ritrovato durante degli scavi
archeologici presso la basilica di Saint-Denis, vicino a Parigi.
Un fatto curioso è che la maggior parte degli oggetti sopravvissuti proviene
proprio da collezioni di storia naturale e non da collezioni storiche o
etnografiche. E questo soprattutto perché i naturalisti del Settecento e
dell'Ottocento - che con le loro raccolte crearono i primi "gabinetti di
scienze naturali" - da cui nacquero poi molti degli odierni musei di storia
naturale - collezionavano insieme alle conchiglie anche i loro prodotti,
com'era uso a quei tempi. Probabilmente, come attestano numerosi documenti,
altri oggetti in bisso marino giacciono ancora dimenticati nelle collezioni
di qualche museo, così come nelle collezioni ecclesiastiche e nei beni di
alcune famiglie. E sul tema è tuttora in corso una ricerca del Museo di
Basilea, ad opera della signora Felicitas Mäder, che mira a ricostruire la
storia del bisso e ad inventariare gli oggetti ancora presenti.
Se molti oggetti sono andati perduti, fortunatamente le conoscenze sulla
lavorazione del bisso non sono ancora del tutto scomparse, soprattutto a
Sant'Antioco in Sardegna e a Taranto in Puglia, dove l'interesse per questa
tradizione artigianale e patrimonio culturale dell'Italia del Sud è andato
anzi crescendo negli ultimi anni. Tuttavia, se da un lato è importante
conservare il sapere di questa tradizione tessile per trasmetterlo alle
future generazioni, dall'altro è imperativo proteggere la nacchera e il suo
ambiente di vita - le praterie di posidonia, una pianta acquatica simile
alle alghe che forma estesi tappeti sottomarini - visto l'attuale forte
declino della specie in molte aree del Mediterraneo, dove oggi è una specie
protetta.
La mostra, ideata dal Naturhistorisches Museum e del Museum der Kulturen di
Basilea, è stata adattata dal Museo cantonale di storia naturale in
collaborazione con l'Archivio storico della città di Lugano. A cavallo fra
scienze naturali, cultura etnografica e storia, l'esposizione svela dunque
l'origine di questo prezioso "tessuto d'oro", presentando l'ambiente di vita
della nacchera e la storia della produzione del bisso marino. Essa
costituisce un'occasione unica per poter ammirare una ventina di splendidi
indumenti e manufatti in bisso marino - di cui se ne contano oggi meno di un
centinaio sparsi nelle collezioni di tutto il mondo - provenienti da undici
diverse istituzioni europee (Basilea, Neuchâtel, Berlino, Rostock,
Strasburgo, Saint-Denis, Lione, Firenze, Padova, Sant'Antioco) e americane
(Chicago).
Direttore del Museo cantonale di storia naturale
Oggetti in bisso marino presenti nella mostra
1 - Berretto a punta lavorato a maglia.
2 - Manicotto lavorato a pelliccia.
3 - Cappuccio lavorato a maglia del XIV secolo.
4 - Guanto da donna destro, fino al gomito, senza dita lavorato a maglia.
5 - Pinna con ciuffo.
6 - Scialle lavorato a maglia.
7 - Guanti (2) con dita lavorati a maglia.
8 - Guanto da donna destro, fino al gomito, con dita lavorato a maglia.
9 - Colletto e polsini lavorati a pelliccia.
10 - Spillone con ciuffo di bisso.
11 - Guanto corto con dita lavorato a maglia.
12 - Guanto corto senza dita lavorato a maglia.
14 - Cravatta lavorata a maglia.
15 - Cravatta lavorata a maglia.
16 - Giubbetto in lana ricamato in bisso.
17 - Stoffa decorativa (lino misto bisso)
18 - Guanto da donna, fino al gomito, senza dita con pollice lavorato a
maglia.
Field Museum of Natural History, Chicago USA.
Field Museum of Natural History, Chicago USA,
Musée d'art et d'histoire, Unité d'Archéologie, St.Denis, île de-France,
Francia.
Musée Zoologique, Université Louis Pasteur, Strasbourg Francia.
Musée Zoologique, Université Louis Pasteur, Strasbourg Francia.
Museum d'Histoire Naturelle de Lyon Francia.
Museum für Naturkunde, Humboldt-Universität Berlin Germania.
Zoologische Sammlung, Universität Rostock Germania.
Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, Padova Italia.
Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, Padova Italia
Museo Zoologico "La Specola", Firenze Italia.
Museo Zoologico "La Specola", Firenze Italia.
13 - Cravatta lavorata a maglia.
Museo Zoologico "La Specola", Firenze Italia.
Museo Zoologico "La Specola", Firenze Italia.
Museo etnografico, S.Antioco, Sardegna Italia.
Museo etnografico, S.Antioco, Sardegna Italia.
Museum der Kulturen, Basel Svizzera.
Museum d'histoire naturelle, Neuchâtel Svizzera.
19 - Frammento di maglia.
Museum d'histoire naturelle, Neuchâtel Svizzera.