Radioterapia: gli utilizzi oncologici | BlogMog
- ️stiscenix
- ️Wed Dec 18 2024
La radioterapia è una disciplina medica nata più di 100 anni fa e si può tranquillamente affermare che ha le sue radici nella scoperta dei raggi X da parte di Wilhelm Röntgen, un fisico tedesco (in suo onore, una delle tecniche di radioterapia è stata chiamata roentgenterapia).
La radioterapia è una delle branche della radiologia ed è basata sul ricorso a radiazioni ionizzanti (raggi X, raggi gamma, particelle alfa, particelle beta) per il trattamento di varie patologie, tumorali e no. Non deve essere confusa con la radiologia diagnostica, una specializzazione in cui le radiazioni sono utilizzate per ottenere immagini utili per formulare una diagnosi.
Secondo alcune fonti il primo a utilizzare la radioterapia per il trattamento del cancro fu il medico statunitense Emil Herman Grubbe, nel 1896. In effetti la radioterapia è usata per lo più in ambito oncologico, ma, come accennato, non mancano anche gli impieghi per patologie non tumorali.
I reparti di radioterapia si trovano nei centri specializzati in oncologia e nelle strutture ospedaliere, in particolar modo in quelle di grandi dimensioni; per approfondimenti al riguardo si può consultare https://www.grupposandonato.it/, sito di riferimento di uno dei più grandi gruppi ospedalieri italiani.
I macchinari per la radioterapia
I trattamenti radioterapici vengono effettuati ricorrendo a sofisticate apparecchiature in grado di generare e dirigere radiazioni ionizzanti verso specifiche zone del corpo. Si tratta di macchinari progettati per somministrare radiazioni con estrema precisione su un tessuto “bersaglio”. Uno degli obiettivi che ci si prefigge è quello di colpire il tessuto malato, minimizzando i danni ai tessuti sani circostanti.
Esistono varie tipologie di apparecchiature per la radioterapia; quelle più comuni sono gli acceleratori lineari (LINAC, ovvero LINear ACcelerator), macchinari che producono fasci radioattivi ad alta energia. Nel caso di una malattia tumorale, questi fasci colpiscono il tessuto in cui è in atto il processo tumorale inibendo la capacità delle cellule neoplastiche di crescere e riprodursi.
Le apparecchiature per la radioterapia si trovano in appositi locali progettati per la massima sicurezza dei pazienti e degli operatori. In questi locali, oltre all’acceleratore lineare, sono presenti anche un sistema laser, che serve per centrare il bersaglio con la massima precisione; un sistema di imaging, un lettino su cui viene posizionato il paziente; e un sistema di monitoraggio e comunicazione con il paziente.
Obiettivi della radioterapia in ambito oncologico
In ambito oncologico sono diversi gli obiettivi che ci possono porre a seconda dello specifico caso.
In alcune circostanze l’obiettivo è quello della totale distruzione di tutte le cellule tumorali al fine di ottenere la guarigione completa dalla malattia. In questi specifici casi il trattamento radioterapico è l’unico presidio terapeutico (radioterapia esclusiva).
In altri casi, la radioterapia non è in grado di distruggere completamente il tumore, ma può ridurne la massa così da rendere più agevole l’intervento da parte del chirurgo.
Vi sono poi casi in cui la radioterapia è utilizzata come presidio per la prevenzione delle recidive tumorali dopo che sono state effettuate altre tipologie di trattamento, come, per esempio, la chirurgia e/o la chemioterapia.
Un altro utilizzo è quello palliativo; in questo caso lo scopo del trattamento radioterapico è quello di controllare o ridurre la sintomatologia del tumore allo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente.
Quali tumori possono essere trattati con la radioterapia?
Sono moltissime le forme tumorali che possono essere trattate con la radioterapia; come accennato, in alcuni casi è utilizzata da sola, mentre in molti altri è associata ad altre modalità di trattamento, in particolare a chirurgia e/o chemioterapia o immunoterapia.
Fra le patologie più comunemente trattate si ricordano, in particolare, i tumori del distretto testa-collo, i tumori ginecologici, i tumori ano-rettali, i tumori prostatici e i tumori del polmone. La radioterapia è impiegata anche per il trattamento del cancro del pancreas, per i tumori primitivi e secondari a carico del fegato, per i tumori primitivi e secondari dell’encefalo e del midollo spinale ecc.
La radioterapia è dolorosa? E quali sono i suoi effetti collaterali?
In sé e per sé la radioterapia non è un trattamento che arreca dolore, ma, come molti sapranno, non è certo priva di effetti collaterali di una certa importanza. I progressi tecnologici, aumentando la precisione dei macchinari, hanno sicuramente migliorato molti aspetti al riguardo, ma raramente il trattamento con radiazioni non ha effetti avversi.
Un effetto collaterale lamentato dalla maggior parte dei pazienti sottoposti a trattamenti radioterapici è la stanchezza, un effetto che può manifestarsi in modo improvviso o insorgere con una certa gradualità.
Alcuni effetti collaterali dipendono anche dalla zona trattata. Per esempio, nel caso di un tumore al cervello, gli effetti collaterali che di norma si verificano sono perdita di capelli, nausea e vomito, prurito, problemi cutanei (per esempio, secchezza cutanea e prurito), mal di testa ecc.
In vari casi, molti degli effetti collaterali causati dal trattamento con radiazioni possono essere ridotti, ma è oggettivamente difficile eliminarli del tutto. È fondamentale a questo riguardo chiedere aiuto allo specialista oncologo e al proprio medico curante.