Paravia 3.htm
- ️Thu Mar 26 2048
Fin dal secolo XVII la famiglia Zappata esercitava l'arte tipografica e il relativo commercio a Torino. Nel 1623 uno dei Zappata si unì ad altri commercianti per dar vita ad una società denominata "La Concordia" alla quale Carlo Emanuele I concesse l'esenzione dalle tasse doganali. Uno dei suoi figli, Giovanni Battista, nel 1637 entra in società con Giovanni Guglielmo Tisma, già proprietario di una tipografia. Il figlio di Giovanni Battista, Bartolomeo Zappata, nel 1651 si mise in proprio, e così apparvero i primi testi a stampa recanti il solo nome dei Zappata. Nel 1658 Bartolomeo acquista il negozio di Cavalleri nella contrada dei librai (oggi via S. Francesco d'Assisi). In seguito si qualifica come libraio di corte e nel proprio logo reca il motto "renovata juventus". Il figlio di Bartolomeo, Pietro Francesco, apre a sua volta una bottega propria dedita più che altro alla stampa di libercoli religiosi o su ordinazione del committente. Nel 1745 la dicitura legge: "Pietro Giuseppe Zappata e Figlio". Nel 1757 Paolo Giuseppe Zappata si unisce in società con Giacomo Giuseppe Avondo, il quale pochi anni dopo rileva l'intera azienda. Nel 1775 muore Avondo e i suoi eredi si associano a Giovanni Sebastiano Botta, il quale nel 1802 rileva la società e si associa a sua volta a Francesco Prato e Giovanni Battista Paravia. A
seguito dell'occupazione napoleonica, il regno del Piemonte
diviene un dipartimento francese, e tra le tante e varie conseguenze
vi fu pure quella della limitazione dell'attività libraria
e di stampa. Addirittura si limitava a sette il numero dei
tipografi in Torino, che peraltro ne contava già 13,
e in qualche modo sopravvissero fino alla restaurazione del
1814. Dei tre soci, Giovan Battista Paravia, Giovanni Sebastiano
Botta e Francesco Prato, l'unico ad avere la patente imperiale
è il Botta, e questi si nomina unico proprietario della
stamperia, lasciando al Paravia solo la proprietà della
bottega sita sotto i portici del palazzo comunale (il terzo
socio, il Prato, era morto subito). Giovan Battista Paravia muore nel 1826, ma già il figlio Giorgio (1796-1850) aveva preso in mano l'azienda. Detenendo solamente la proprietà del negozio, egli sa che deve incrementare l'attività con una stamperia, per cui si associa ad Andrea Alliana, il quale godeva di un'esperienza pregressa alla Stamperia Reale e nel 1824 aveva aperto una sua tipografia nell'angolo delle odierne vie Lagrange e Cavour. La società termina poco dopo, nel 1828, e nel 1833 Giorgio Paravia, volendo a tutti i costi possedere finalmente una tipografia propria, acquista quella di Bernardino Barberis, sita in via Bellezia, e infine ottiene la licenza per l'esercizio dell'arte tipografica. Nasce così la ditta Paravia. Nei
primi anni di attività la ditta si arrangia con le
pubblicazioni religiose (quelle scolastiche erano ancora privilegio
della Stamperia Reale), e in seguito, nel 1836, diversifica
con un settimanale sempre a carattere religioso, ma che cerca
di introdursi nel campo dell'informazione divulgativa e popolare.
Il primo numero è del 1840 e l'ultimo dell'anno seguente.
In realtà la ditta campava con la stampa di opuscoli
e manifesti. Nel 1845 ci riprova con un altro giornale, L'educatore
primario, giornale d'educazione ed istruzione elementare,
evidentemente rifacendosi al Journal d'éducation
francese, il quale ha una sua storia e diventa popolare.
Giorgio Paravia muore il 26 dicembre del 1850. La vedova chiama
in soccorso Lorenzo Roux e il cugino Innocenzo Vigliardi (1822-1896)
Nel 1873, avviato verso un impero, soprattutto di editoria
scolastica, il Vigliardi rileva l'antica Stamperia Reale,
comprensiva dei macchinari. Nel 1876 il Roux si ritira e il
Vigliardi, che ha sempre avuto mano libera, continua nelle
innovazioni imprenditoriali; nel 1881 fa uscire a Roma la
nuova rivista Il nuovo educatore, settimanale dedicato
all'istruzione elementare, che raccoglie l'eredità
del vecchio Educatore primario. La nuova libreria Paravia
si sposta dal palazzo comunale a via Garibaldi, dove accanto
ai testi scolastici si vendono anche carte topografiche, sfere
planetarie, pallottolieri, lavagne, etc., che valgono alla
Ditta Paravia premi e medaglie alle esposizioni. Innocenzo Vigliardi ha sei figli maschi ai quali passa la mano attorno a quello stesso periodo. I primi cinque sono della prima moglie Anna Casella, l'ultimo nato è della seconda moglie, Carola Rolla. Il primogenito Carlo (1845-1919) prende in mano la direzione generale della Ditta; il secondo figlio Giacinto (1846-1927) gli fa da assistente; il terzo figlio Lorenzo (1855-1919) dirige la filiale di Roma dopo di Carlo, che se ne occupa fino al 1888; il quarto figlio Vincenzo (1856-1908) quella di Napoli; il quinto figlio Giuseppe (1857-1922) dirige la neo acquisita Stamperia Reale; il sesto figlio Innocenzo Junior (detto Cento, 1869-1942) dirige la sede di Milano. Nel
1891 i Vigliardi aggiungono al loro cognome quello di Paravia,
ed ottengono di aggiungere il proprio nome alla Ditta. Dei
sei figli di Innocenzo Vigliardi, coloro che maggiormente
apportano prosperità alla Ditta sono Carlo e Giuseppe.
Questi nel 1900 inizia a pubblicare il giornalino La domenica
dei fanciulli, settimanale illustrato, che resisterà
per un buon ventennio anche dopo la concorrenza del Giornalino
della Domenica e del Corriere dei Piccoli. Inizia
così anche per Paravia l'attività rivolta all'editoria
per ragazzi. Emilio Salgari collabora come traduttore e correttore
di bozze, e per la Ditta scrive tre romanzi: Il continente
misterioso (1894), Al polo australe in velocipede
e Nel paese dei ghiacci (1896), quest'ultimo un pastiche
ricavato da vecchie incisioni e un testo tedesco pubblicato
nel 1892 da Guigoni. Nel 1900 Salgari traduce per Paravia
un testo francese, Avventure fra le Pellirosse, che
firma come G. Landucci. La
Libreria Paravia a Milano Nel
1919 muoiono Lorenzo e Carlo, quest'ultimo sostituito alla direzione
generale da Giuseppe. Nel 1920 viene costituita la Società
Anonima G.B. Paravia & C., nel cui consiglio di amministrazione
siedono Giuseppe, Innocenzo Jr. e Tancredi, figlio di Carlo.
Nel 1922 muore Giuseppe, e il suo posto a capo della ditta di
famiglia viene preso da Innocenzo Jr. che lo detiene fino alla
morte nel 1942, l'unico sopravvissuto dei sei fratelli Vigliardi
(Giacinto era morto nel 1927). Il
banco della Ditta GB Paravia alla Collane per ragazzi: Gaia
Fonte
(titoli) |
Il
logo della Stamperia Reale COLLANE:
Collana d'Istruzione e di Educazione (90 voll.) |