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Il Palazzo Ducale, anticamente anche Palazzo Dogale in quanto sede del Doge, uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro del gotico veneziano, è un edificio che sorge nell'area monumentale di piazza San Marco, nel sestiere di San Marco, tra l'omonima piazzetta e il molo di Palazzo Ducale, contiguamente alla basilica di San Marco.
Contraddistinto da uno stile che, traendo spunto dall'architettura bizantina e da quella orientale, ben esemplifica di quale intensità fossero i rapporti commerciali e culturali tra la Serenissima e gli altri stati europei, la sua bellezza si basa su un astuto paradosso estetico e fisico, connesso al fatto che la pesante mole del corpo principale è sorretta da quelli che sembrano esili colonnati intarsiati. Gli interni, oggi parzialmente privati delle opere che un tempo li decoravano, conservano ancora un'ampia pinacoteca, che comprende opere realizzate dai più famosi maestri veneziani, tra i quali Jacopo e Domenico Tintoretto, Tiziano Vecellio, Francesco Bassano, Paolo Veronese, Giambattista Zelotti, Jacopo Palma il Giovane, Andrea Vicentino e Antonio Vassilacchi.
Antica sede del doge e delle magistrature veneziane, fondato dopo l'812, più volte colpito da incendi e di conseguenza ricostruito, ha seguito la storia della Serenissima, dagli albori sino alla caduta: annessa Venezia al regno d'Italia e passato l'edificio sotto la giurisdizione di quest'ultimo, esso divenne sede museale. Oggi ospita la sede del Museo civico di Palazzo Ducale, parte della Fondazione musei civici di Venezia (MUVE), nel 2012 visitato da 1 319 527 persone.
Voci di qualità

Francis Pegahmagabow (nome nativo Binaaswi, Vento che spazza via; Parry Sound, 9 marzo 1891 – Parry Sound, 5 agosto 1952) è stato un militare, politico e attivista nativo americano residente in Canada.
Appartenente al popolo degli Ojibway-Anishinaabe, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruolò nell'esercito canadese. Inviato sul fronte occidentale, si distinse presto come formidabile cecchino, sopravvivendo alle battaglie più sanguinose del conflitto (Ypres, la Somme, Passchendaele). Alla fine della Grande Guerra aveva accumulato 378 uccisioni accertate, risultando così il miglior tiratore scelto in assoluto del conflitto. È anche il canadese indigeno con più decorazioni militari di sempre, avendo conseguito segnatamente la Military Medal con due barre.
Tornato in Canada, divenne un politico e attivista per i diritti dei nativi delle Prime nazioni. In più occasioni rivestì il ruolo di capotribù della riserva da cui proveniva, scontrandosi a più riprese col governo del Canada riguardo l'amministrazione delle riserve stesse e il trattamento degli indiani. Fino alla morte nel 1952 Pegahmagabow si distinse quindi come una delle guide principali per l'emancipazione dei nativi canadesi, assurgendo a simbolo della lotta per i loro diritti civili. La vita di Pegahmagabow ha per questo ispirato monumenti, romanzi e canzoni.
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