Antonio Bevilacqua - Wikipedia
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Antonio Bevilacqua | |||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | |||||||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada, pista | ||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1955 | ||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | |||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||
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Antonio Bevilacqua, detto Toni (Santa Maria di Sala, 22 ottobre 1918 – Mestre, 29 marzo 1972), è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Professionista dal 1940 al 1955, fu campione del mondo su pista nell'inseguimento individuale nel 1950 e 1951, vincendo inoltre undici tappe al Giro d'Italia e la Parigi-Roubaix 1951.[1] Era soprannominato "Labrón".
Passista-velocista su strada, fu anche un inseguitore per quanto riguarda l'attività su pista. Nel corso della sua carriera su strada raccolse una trentina di vittorie, su tutte la Parigi-Roubaix 1951 oltre a undici tappe del Giro d'Italia, ininterrottamente dal 1946 al 1952, ma anche il Campionato italiano su strada 1950 (corso in concomitanza con la Tre Valli Varesine), la cronocoppie del Trofeo Baracchi 1950, il Giro del Veneto 1951, la Milano-Modena 1952 e la Coppa Bernocchi 1953.
Tra i piazzamenti su strada, fu terzo al Mondiale 1951 a Varese alle spalle di Ferdi Kübler e Fiorenzo Magni, e secondo nel 1949 al Trofeo Baracchi.
Per quanto concerne l'attività su pista, ottenne circa quaranta successi nell'inseguimento, tra i quali spiccano quattro titoli italiani per professionisti e due maglie iridate di specialità, nel 1950 a Rocourt e nel 1951 a Milano, oltre ad altri quattro piazzamenti sul podio mondiale professionisti (due volte secondo, 1947 e 1952, e due terzo, 1948 e 1953).
Nel 1968 fu direttore sportivo della Vittadello, piccola formazione sponsorizzata dall'omonima azienda tessile di Fiesso d'Artico.
Morì nel 1972 all'età di 53 anni a causa di un banale incidente: durante un allenamento su strada con due giovani ciclisti, di passaggio a Martellago, in provincia di Venezia, urtò accidentalmente una ragazza che stava a bordo strada, scivolò e batté violentemente la testa sull'asfalto.[2] Sul luogo dell'incidente gli è stata dedicata una lapide commemorativa. Gli è stato dedicato il museo della bicicletta a Cesiomaggiore, in provincia di Belluno[3].
- 1941 (Dopolavoro Ferroviario Venezia)
- Gran Premio Maresciallo dell'Aria (Circuito)
- 1943 (Viscontea)
- Padova (Circuito)
- 1946 (Wilier Triestina)
- Criterium del Castello - Castelfranco Veneto
- 1947 (Lygie)
- Circuito di Lenzburg
- Criterium degli Assi - Lido di Venezia
- 1949 (Atala-Pirelli)
- Tongeres (Criterium)
- Vimercate (Criterium)
- 1950 (Wilier Triestina)
- Monza (Circuito)
- 1952 (Benotto)
- Bordighera (Circuito)
- Redon (Circuito)
- Campionati italiani, Inseguimento individuale
- Campionati italiani, Inseguimento individuale
- Campionati italiani, Inseguimento individuale
- Campionati del mondo, Inseguimento individuale
- Campionati italiani, Inseguimento individuale
- Campionati del mondo, Inseguimento individuale
In sua memoria è stata intitolata la Piazza di Sant'Angelo di Santa Maria di Sala, suo paese natale.
L'azienda veneta Wilier Triestina (produttrice di biciclette) ha inserito nella sua gamma prodotti 2012 una bici single speed con il nome "Toni Bevilacqua", un tributo al pistard veneto per i successi ottenuti con i colori della squadra Wilier, a cavallo tra gli anni '40 e '50.
- ^ Paolo Mannini (a cura di), Antonio Bevilacqua, su Museodelciclismo.it.
- ^ Maurizio Caravella, La morte di Bevilacqua due volte "Mondiale", in la Stampa, 30 marzo 1972.
- ^ Museo storico della bicicletta "Toni Bevilacqua", su infodolomiti.it. URL consultato il 2 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
- ^ Vittoria di Bevilacqua nel Giro della Mendola (JPG), in La Provincia di Bolzano, Anno XVII, 23 maggio 1939, p. 2. URL consultato il 17 novembre 2024.
- ^ Bevilacqua primo in volata nella Coppa Littorio a Prato (PDF), in Il Resto del Carlino, Anno 57, n. 124, 26 maggio 1941, p. 5. URL consultato il 17 novembre 2024.
- Claudio Gregori, Labrón—La vita e le avventure di Toni Bevilacqua, Cassina de' Pecchi (MI), Edizioni Roberto Vallardi, 2002, ISBN 978-88-95684-52-9, SBN MIL0830945.
- Toni Bevilacqua (Labron), partitura: musica di Italo Salizzato, testo di Carlo Zuccarato, Caselle di Altivole (TV), Physa Edizioni Musicali.
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonio Bevilacqua
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