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Ducato di Amalfi - Wikipedia

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Ducato di Amalfi

Ducato di Amalfi – Bandiera

Ducato di Amalfi - Stemma

Motto: Descendit ex patribus romanorum[senza fonte]
Ducato di Amalfi - Localizzazione
Ducato di Amalfi - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica di Amalfi fino al 954, poi Ducato di Amalfi
Lingue ufficialilatino
Lingue parlateLatino, dialetto campano, greco bizantino
CapitaleAmalfi
Dipendente daImpero bizantino dall'839 al 1131 (de iure)
Politica
Forma di governoRepubblica oligarchica, poi monarchia (ducato)
Nascita839 con Pietro
CausaElezione di Pietro a comes da parte della nobiltà locale
Fine1131 con Giovanni III
CausaSottomissione a Ruggero II di Sicilia
Territorio e popolazione
Bacino geograficoItalia meridionale
Territorio originaleCostiera amalfitana
Massima estensione170 km² nel XI secolo
Popolazione40.000 circa nel 1131
Economia
ValutaTarì amalfitano
RisorseCommercio, pesca
ProduzioniLegname, carta, limoni
Commerci conImpero Bizantino, Roma, Sicilia, Egitto, Siria, India
EsportazioniLimoni, carta
ImportazioniSpezie
Religione e società
Religione di StatoCattolicesimo
Religioni minoritarieChiesa ortodossa
Classi socialiNobiltà, clero, popolo
Evoluzione storica
Preceduto da Ducato di Napoli
Succeduto da Regno di Sicilia
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La Repubblica di Amalfi, successivamente Ducato di Amalfi, fu un antico stato governato, tra il IX e il XII secolo, da una serie di duchi (in latino: duces), a volte chiamati dogi analogamente alla analoga Repubblica di Venezia. Insieme a Pisa, Genova e Venezia, è una delle quattro più note repubbliche marinare, le città marinare italiane che nel Medioevo gestivano i commerci internazionali. Pertanto, è presente con il proprio stemma nella bandiera della Marina militare italiana. Fu la più antica e, per due secoli, la più potente fra le repubbliche marinare.

Nell'839, contestualmente alla lotta fra Longobardi e Bizantini, la filobizantina Amalfi fu assalita ed espugnata dal longobardo principe di Benevento, Sicardo. In seguito poi alla tragica morte di questi ed alla violenta crisi di successione del Principato di Benevento conseguente, gli amalfitani si ribellarono riuscendo a scacciare il presidio longobardo.

Il 1º settembre 839, Amalfi ottenne l'autonomia amministrativa, sebbene sussistesse una formale dipedenza dal trono di Bisanzio tramite il Ducato di Napoli. Agli inizi, ci fu un sistema di comites e praefecturii: i comites governavano per un anno, e talvolta in due o in tre, mentre i prefetti, preposti ai comites, restavano in carica più a lungo. Il prefetto Marino tentò d'istituire un regime dinastico, dapprima nominando come suoi coreggenti i suoi stessi figli, ma il tentativo fallì col suo successore.[1]

Nell'849, Amalfi, facendo parte della Lega campana, partecipò con la sua flotta alla Battaglia di Ostia, tenutasi nell'estate, contro la flotta saracena.

Dopo quella vittoria inizia l'espansione del commercio amalfitano nel mare Mediterraneo.

Sant'Andrea apostolo, patrono della Repubblica di Amalfi

Il periodo preducale ebbe termine nel 954, quando Mastalo II s'intitolò duca al raggiungimento della maggiore età, ma morì nel 958. Il nuovo duca, Sergio I, fondò quindi una nuova dinastia, destinata a regnare ininterrottamente per i successivi 115 anni, tranne nel periodo 10391052, quando il Principe di Salerno s'annetté il Ducato di Amalfi.

Amalfi fu infine conquistata da Roberto il Guiscardo, duca di Puglia nel 1073 e poco dopo suo figlio terzogenito, Guido venne nominato duca. Ma Amalfi si ribellò due volte: la prima elesse il precedente principe di Salerno, Gisulfo, la seconda volta un membro della famiglia dei duchi di Napoli. Nel 1131 Ruggero II di Sicilia sottomise definitivamente la città.

Amalfi, già dalla metà del XII secolo, aveva perso del tutto la propria autonomia politica, anche se continuava i propri scambi commerciali godendo di un'ampia (almeno in questo periodo) autonomia amministrativa.

Sotto la protezione del normanno Guglielmo, terzo Duca di Puglia, gli amministratori di Amalfi raggiunsero, nell'ottobre 1126, un proficuo accordo commerciale con Pisa per collaborare nella tutela dei comuni interessi nel Tirreno. Questo accordo era frutto di un'amicizia con la Repubblica toscana che durava ormai da decenni. Amalfi, però, non disponeva di un esercito proprio che proteggesse gli interessi dei commercianti amalfitani. Ecco perché non vediamo le navi di Amalfi molto spesso impegnate in azioni militari contro altre Repubbliche Marinare.

Infatti, fu proprio l'esercito di Pisa a rompere l'accordo con Amalfi e attaccare la città costiera il 4 agosto 1135 nel contesto della guerra che vedeva impegnati il pontefice Innocenzo II e il nuovo imperatore Lotario II (e con loro le Repubbliche di Genova e di Pisa) contro il normanno Ruggero II d'Altavilla che controllava il territorio di Amalfi. Quella guerra si concluse in favore di Ruggero II che vide riconosciuti i propri diritti sui territori dell'Italia meridionale. Amalfi perse anche la sua autonomia politica.

Il duomo di Amalfi riprodotto su un dipinto dall'artista Leo von Klenze.

Cronotassi secondo Trojano Spinelli[2] e Matteo Camera[3]:

Cronotassi alternativa:

Cronotassi secondo Trojano Spinelli[2] e Matteo Camera[3]:

Cronotassi alternativa:

Stati presenti in Campania
(1000 circa)

Cronotassi secondo l'Enciclopedia Treccani:[4]

Cronotassi secondo: Trojano Spinelli, Saggio di tavola cronologica de' principi e più raguardevoli ufficiali che anno signoreggiato, e retto le Provincie, che ora compongono il Regno di Napoli, dalla seconda venuta de' Longobardi in Italia fino, che quelle Terre furono da' Normanni della Puglia conquistate, Giuseppe Bisogni, Napoli, 1762; Matteo Camera, Istoria della Città costiera di Amalfi in due parti divisa, Stamperia e Cartiera del Fibreno, Napoli, 1836.

Cronotassi secondo: Trojano Spinelli, Saggio di tavola cronologica de' principi e più raguardevoli ufficiali che anno signoreggiato, e retto le Provincie, che ora compongono il Regno di Napoli, dalla seconda venuta de' Longobardi in Italia fino, che quelle Terre furono da' Normanni della Puglia conquistate, Giuseppe Bisogni, Napoli, 1762; Matteo Camera, Istoria della Città costiera di Amalfi in due parti divisa, Stamperia e Cartiera del Fibreno, Napoli, 1836.

Cronotassi alternativa:

Il titolo di Duca di Amalfi fu riutilizzato nel Regno di Napoli dal tardo XIV secolo:

Il titolo di Duque de Amalfi fu ricreato nel Regno di Spagna in due circostanze:

All'inizio dell'anno civile, il 1º settembre, avveniva l'elezione dei Duchi, da cui venne retta la Repubblica di Amalfi e nello stesso giorno il Duca aveva la facoltà di promulgare leggi e decreti con la formula per hoc nostrum preceptum. La Repubblica di Amalfi, costituitasi nell'839, venne dapprima retta da conti (comites) eletti annualmente il 1º settembre e poi, a partire dal 957, da duchi (duces), che associarono al potere il figlio primogenito, trasformando la repubblica in un ducato ereditario; infine, dopo la conquista normanna (1131) da magistrati di nomina regia (strategoti).

L'investitura del Duca aveva luogo nell'atrio della chiesa palatina di San Salvatore de Birecto di Atrani con la consegna della clamide e del berretto, simbolo del potere ducale. Nel cortile del San Salvatore avveniva anche, nel periodo preducale, l'investitura dei comites e successivamente, in età angioina, si riunivano i Parlamenti costituiti dal 1266 dai sindaci delle città costiere annualmente eletti. L'investitura era proclamata dall'Arcivescovo di Amalfi.

Le Consuetudines Civitatis, raccolta di leggi trascritte solo nel 1274, regolavano i rapporti giuridici all'interno del Ducato.

Le Tavole amalfitane erano un codice marittimo, redatto ad Amalfi attorno all'XI secolo. Si tratta del più antico statuto marittimo italiano, adoperato in tutta l'area del mar Mediterraneo fino al XVI secolo. In esse sono delineati i diritti e i doveri dell'equipaggio di una imbarcazione, si affronta il problema dell'assistenza dei marinai infortunati o ammalati e quello di come agire in situazioni di emergenza, come gli assalti di pirati; si affrontano inoltre le questioni relative ai noli e si stabiliscono i diritti e i doveri degli armatori. Il successo e la diffusione delle Tavole Amalfitane sono dovuti al loro equilibrio e alla loro capacità di prevenire le frodi e rendere difficili le interpretazioni capziose[5]. Il testo delle Tavole è giunto sino ai giorni nostri tramite copie manoscritte. Nel 1929 il governo italiano comprò dall'Austria una di queste copie (in passato di proprietà del doge veneziano Marco Foscarini), per poi consegnarla ad Amalfi; il documento è tuttora conservato nel museo civico all'interno del palazzo comunale della città.

Tarì amalfitano (c.a. 1000-1220).
Zecca di Amalfi, IX secolo

Il tarì di Amalfi, diffuso in tutto il Mediterraneo negli scambi commerciali, è stato per secoli l'unità monetaria ufficiale di Amalfi. La moneta aveva origine dall'analoga moneta araba. Nella zona della città, vicino alla spiaggia, c'era una piazza dove operavano i cambiavalute e i firmatari delle banche fiorentine e senesi.

Ad Amalfi circolavano altre valute tra cui il soldo bizantino, il più comune, che aveva un valore di 4 tarì.

La zecca di Amalfi cessò la sua attività nel 1220 quando Federico II la chiuse.

Interno dell'arsenale di Amalfi (XI secolo), il cantiere navale dell’Antica Repubblica, ora sede dell'omonimo museo

In meno di due secoli il Ducato di Amalfi diviene la maggiore potenza commerciale e militare dell'alto Tirreno, ed Amalfi «la più prospera, nobile ed illustre città della Longobardia» come ebbe a dire il viaggiatore arabo Ibn Hawqal nel 977, importantissimo centro cosmopolita ove secondo Guglielmo di Puglia (fine XI sec.) «… abitavano i migliori navigatori del tempo ed in cui giungevano mercanti provenienti da tutte le parti del mondo allora conosciuto…». Alla base delle sue fortune il legname di cui all'epoca erano ricchissime le montagne costiere.

Materia prima per la costruzione dei mercantili, il legname a un tempo costituiva preziosissima merce di scambio con i paesi arabi e africani. Le navi amalfitane cariche di legna partivano alla volta dell'Africa Settentrionale ove scambiavano la loro merce con l'oro proveniente dalle miniere poste nel cuore dell'Africa. Poi sulle coste siriaco-palestinesi e dell'Asia Minore cambiavano l'oro con pietre preziose, avorio, manufatti di oreficeria, spezie, sete e stoffe preziose che poi riportavano in patria e a Roma, Ravenna, Pavia e nelle maggiori città italiane.

Amalfi fonda colonie e centri di rappresentanza ad Alessandria d'Egitto, a Tunisi, a Cipro, a Bisanzio, perfino in India. A Monte Athos in Grecia fonda un monastero, a Gerusalemme un grandioso ospedale capace di oltre 1000 posti letto, retto dai frati Ospedalieri di San Giovanni, oggi noto come Ordine dei Cavalieri di Malta[6].

La principale risorsa del ducato era il legname. Produzioni di rilievo erano, come oggi, la Carta di Amalfi e il Limone Costa d'Amalfi.

Espansione di Amalfi al momento del suo apogeo
  1. ^ Enciclopedia Treccani- Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 72 (2008). Voce "Mastalo". V. la pagina MASTALO in Dizionario Biografico – Treccani
  2. ^ a b Saggio di tavola cronologica de' principi e più raguardevoli ufficiali che anno signoreggiato, e retto le Provincie, che ora compongono il Regno di Napoli, dalla seconda venuta de' Longobardi in Italia fino, che quelle Terre furono da' Normanni della Puglia conquistate, Stamperia di Giuseppe Bisogni, Napoli, 1762.
  3. ^ a b Istoria della Città costiera di Amalfi in due parti divisa, Stamperia e Cartiera del Fibreno, Napoli, 1836.
  4. ^ GIOVANNI, su treccani.it, 2001. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  5. ^ Introduzione ad una recente edizione delle Tavole Amalfitane
  6. ^ (A cura di) Antonella Grignola - Le repubbliche marinare - Amalfi, Genova, Pisa, Venezia, Colognola ai Colli (VR), Giunti Editore, 1999.
  • Ferdinand Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, Parigi 1907. Ed. it: Storia della dominazione normanna in Italia ed in Sicilia, trad. di Alberto Tamburrini, Cassino 2008. ISBN 978-88-86810-38-8
  • Jules Gay, L'Italie méridionale et l'empire Byzantin: Livre II. Burt Franklin: New York, 1904. Antonio Pirozzi
  • Patricia Skinner, Family Power in Southern Italy: The Duchy of Gaeta and its Neighbours, 850-1139. Cambridge University Press: 1995.
  • Thierry Stasser, Où sont les femmes?, in "Prosopon: The Journal of Prosopography", 2006.
  • Mario Del Treppo e Alfonso Leone, Amalfi medioevale, Giannini, Napoli 1977.
  • Vera von Falkenhausen, Il Ducato di Amalfi, in AA.VV., Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II, vol. III della Storia d'Italia diretta da Giuseppe Galasso, UTET, Torino 1983, pp. 339–346.
  • Gerardo Sangermano, Il Ducato di Amalfi, in AA.VV., Storia del Mezzogiorno, vol. II, tomo I, Il Medioevo, Edizioni del Sole, Napoli 1988, pp. 279–321.
  • G. Benvenuti - Le Repubbliche Marinare. Amalfi, Pisa, Genova, Venezia - Newton & Compton editori, Roma 1989, pag. 255
  • AA.VV., L'infeudazione del ducato di Amalfi. Dai Sanseverino ai Piccolomini. Atti del Convegno di studi (Amalfi, 2-4 aprile 2003), Centro di Cultura Amalfitana, Amalfi, 2014

V · D · M

Repubbliche marinare
Ducato di AmalfiRepubblica di GenovaRepubblica di PisaRepubblica di Venezia
Ducato di GaetaRepubblica di AnconaRepubblica di NoliRepubblica di Ragusa
Regata delle Antiche Repubbliche MarinareStemma della Marina Militare

V · D · M

Stati italiani dal 774 al 1000
Stati indipendenti de iureStato della Chiesa
Ducati ex-bizantiniDucato di Napoli · Ducato di Amalfi · Ducato di Gaeta · Ducato di Sorrento · Repubblica di Venezia
Domini longobardiDucato di Benevento · Principato di Capua · Principato di Salerno
Emirati saraceniEmirato di Sicilia · Emirato di Bari · Emirato di Taranto
Feudi del Regno d'Italia
(Sacro Romano Impero)
Marca del Friuli · Marca di Verona · Marca di Tuscia · Marca d'Ivrea · Marca di Torino · Marca Aleramica · Marchesato del Monferrato · Marca Obertenga · Ducato di Spoleto
Temi del Catepanato d'Italia
(Impero bizantino)
Sikelia · Calabria · Lucania · Langobardia

V · D · M

Stati italiani dal 1000 al 1077
Ducati ex-bizantiniDucato di Napoli · Ducato di Amalfi · Ducato di Gaeta · Ducato di Sorrento · Repubblica di Venezia
Domini longobardiDucato di Benevento · Principato di Capua · Principato di Salerno
Giudicati sardiGiudicato di Arborea · Giudicato di Cagliari · Giudicato di Gallura · Giudicato di Torres
Domini normanniContea di Sicilia · Contea di Puglia · Ducato di Puglia e Calabria
ComuniRepubblica di Ancona · Repubblica di Genova · Repubblica di Pisa · Milano · Padova · Treviso
Feudi imperialiRegno d'Italia (Marca di Verona · Marca di Tuscia · Marca d'Ivrea · Marca di Torino · Marchesato del Monferrato · Marca Obertenga · Ducato di Spoleto) · Principato di Trento · Principato di Bressanone · Contea di Savoia
Temi del Catepanato d'Italia
(Impero bizantino)
Langobardia · Calabria · Lucania
Altri StatiStato della Chiesa · Emirato di Sicilia

V · D · M

Stati italiani dal 1077 al 1156
Stati indipendenti de iureStato della Chiesa · Repubblica di Venezia · Regno di Sicilia
Ducati ex-bizantiniDucato di Napoli · Ducato di Amalfi
Domini normanniPrincipato di Capua · Contea di Sicilia · Ducato di Puglia e Calabria · Ducato di Gaeta · Ducato di Sorrento
Giudicati sardiGiudicato di Arborea · Giudicato di Cagliari · Giudicato di Gallura · Giudicato di Torres
ComuniRepubblica di Ancona, Repubblica di Genova, Repubblica di Firenze, Repubblica di Pisa, Repubblica di Lucca, Repubblica di Siena,
Acqui, Alba, Albenga, Arezzo, Assisi, Asti, Belluno, Bergamo, Bobbio, Bologna, Brescia, Chieri, Chiusi, Crema, Cremona, Como, Empoli, Faenza, Feltre, Ferrara, Fiesole, Forlì, Gravedona, Gubbio, Iglesias, Imola, Ivrea, Lecco, Lodi, Mantova, Massa, Massa Marittima, Milano, Montepulciano, Mortara, Novara, Orvieto, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pistoia, Pontremoli, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Roma, San Marino, San Miniato, Sassari, Savona, Savigliano, Torino, Tortona, Treviso, Ventimiglia, Vercelli, Verona, Vicenza, Vigevano, Viterbo, Volterra
Feudi del Sacro Romano ImperoMarca di Verona · Marca di Savona · Marchesato del Monferrato · Principato di Trento · Principato di Bressanone · Principato patriarcale di Aquileia · Contea di Savoia · Contea vescovile di Bobbio · Ducato di Spoleto

V · D · M

Territori bizantini d'Italia
Eparchie (580-584)Annonaria · Urbicaria · Aemilia · Campania · Calabria
Esarcato d'Italia e ducati (584-751)Ravenna · Pentapoli · Venetikà (poi Venetia maritima) · Provincia Maritima Italorum · Ducato di Roma · Ducato di Napoli · Ducato di Calabria
Themata del Catepanato d'Italia (751-1071)Thema di Sikelia (Sicilia) · Thema di Calabria · Thema di Lucania · Thema di Langobardia (Puglia) ·
Territori appartenenti
solo formalmente all'Impero bizantino (763-1131)
Ducato di Napoli · Ducato di Amalfi · Ducato di Gaeta · Ducato di Sorrento

V · D · M

Costiera amalfitana
TerritorioRegione Campania · Provincia di Salerno · Parco regionale dei Monti Lattari · Costiera amalfitana
Patrimonio dell'umanità
ComuniAmalfi · Atrani · Agerola · Cetara · Conca dei Marini · Furore · Maiori · Minori · Positano · Praiano · Ravello · Scala · Tramonti · Vietri sul Mare
FrazioniAlbori (Vietri sul Mare) · Dragonea (Vietri sul Mare) · Erchie (Maiori) · Lone (Amalfi) · Pogerola (Amalfi) · Pontone (Scala) · Molina (Vietri sul Mare) · Raito (Vietri sul Mare) · Tovere (Amalfi) · Vettica Maggiore (Praiano) · Vettica Minore (Amalfi)
PaesaggioGolfo di Salerno · Grotta dello Smeraldo · Fiordo di Furore · Monti Lattari · Villa Cimbrone · Villa Rufolo · Sentiero degli Dei · Li Galli · Torre di Bassano · Torre Crestarella · Castello di San Nicola de Thoro-Plano · Castrum di Montalto
CulturaLingua napoletana · Conservatorio di Santa Rosa da Lima · Museo civico di Amalfi · Museo della carta di Amalfi · Museo provinciale della ceramica · Museo del corallo · Musei del Duomo di Ravello · Ravello Festival
StoriaStoria di Amalfi · Duchi di Amalfi · Marino Sebaste di Amalfi · Flavio Gioia
GastronomiaColatura di alici di Cetara · Concerto · Limoncello · Limone Costa d'Amalfi · Sfogliatella
ReligioneDuomo di Amalfi · Duomo di Ravello · Chiesa di San Francesco · Chiesa di Santa Maria a Gradillo · Santuario dei Santi Cosma e Damiano · Collegiata di Santa Maria Maddalena Penitente
TrasportiSita Sud · Strada statale 163 Amalfitana
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