Governo Fortis II - Wikipedia
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Governo Fortis II | |
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Stato | Italia |
Presidente del Consiglio | Alessandro Fortis (Sinistra storica) |
Coalizione | Sinistra storica, Destra storica |
Legislatura | XXII |
Giuramento | 24 dicembre 1905 |
Dimissioni | 1º febbraio 1906 |
Governo successivo | Sonnino I 8 febbraio 1906 |
Il Governo Fortis II è stato il quarantatreesimo esecutivo del Regno d'Italia, il secondo guidato da Alessandro Fortis.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 24 dicembre 1905[1] all'8 febbraio 1906[2] (sebbene già dimissionario dal precedente 1º febbraio), per un totale di 46 giorni, ovvero 1 mese e 15 giorni.
Dopo il Governo Tittoni, questo fu il secondo governo a non vedersi accordata la fiducia parlamentare alla Camera il 1º febbraio 1906.
Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
---|---|---|---|---|---|
Sinistra storica | 1 | 7 | 7 | 15 | |
Destra storica | - | 4 | 4 | 8 |
NOTA: Nonostante ormai le dinamiche parlamentari sulla fiducia (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari ordini del giorno), avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’organo legislativo e della Monarchia parlamentare, con un’evidente evoluzione in senso democratico della responsabilità politica, essa fu ciononostante solo una convenzione costituzionale. Ufficialmente infatti, ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva concretamente al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come alcune volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), pur diventato orami fondamentale (e più affine alla forma moderna solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale). Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto a fini puramente enciclopedici e storici, tenendo conto della facile mutevolezza delle forze politiche e del contesto storico-politico.
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[3] | Governo | DEM (112), PLC (76) | 188 / 508 |
Opposizione | DEM-D. (128), PR (37), PSI (29), PRI (24), UECI (3) | 221 / 508 | |
Non votanti/Assenti | DEM-D. (98) | 98 / 508 |
- 24 dicembre - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 1º febbraio - Il governo si reca alla Camera dei Deputati per esporre le proprie dichiarazioni di politica generale, le quali furono tuttavia respinte in un ordine del giorno con 221 contrari (188 favorevoli, un astenuto, 98 astenuti). Tenuto conto del voto, il governo rassegnò le proprie dimissioni dinnanzi al Re che, accettatele, conferì l’incarico a Sidney Sonnino.
- 6 febbraio - Con il giuramento del nuovo esecutivo, termina ufficialmente l’esperienza di governo.
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
- ^ Il giuramento dei nuovi ministri, su archiviolastampa.it, 25 dicembre 1905, p. 1.
- ^ L'annuncio ufficiale del nuovo ministero, Corriere della Sera, 9 febbraio 1906, p. 1.
- ^ Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
- ^ Affiliato alla Destra storica.
- ^ Affiliato alla Sinistra storica.
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