Governo Luzzatti - Wikipedia
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Governo Luzzatti | |
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Stato | ![]() |
Presidente del Consiglio | Luigi Luzzatti (Destra storica) |
Coalizione | Sinistra storica, Destra storica, PR
Astensione: CI |
Legislatura | XXIII |
Giuramento | 31 marzo 1910 |
Dimissioni | 20 marzo 1911 |
Governo successivo | Giolitti IV 30 marzo 1911 |
Il Governo Luzzatti è stato il quarantasettesimo esecutivo del Regno d'Italia, guidato da Luigi Luzzatti.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 31 marzo 1910[1] al 30 marzo 1911[2] (sebbene già dimissionario dal precedente 20 marzo) per un totale di 364 giorni, ovvero 11 mesi e 29 giorni.
Esso fu il primo governo che vide, con l’entrata nella coalizione del Partito Radicale Italiano (PR), un’estensione del binomio politico tra Sinistra storica e Destra storica ormai consolidatosi sin dal Governo di Rudinì II.
Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
---|---|---|---|---|---|
Destra storica | 1 | 6 | 5 | 12 | |
Partito Radicale Italiano | - | 2 | 4 | 6 | |
Sinistra storica | - | 2 | 1 | 3 |
Con l’astensione del gruppo dei Costituzionali indipendenti.
NOTA: Nonostante ormai le dinamiche parlamentari sulla fiducia (che venivano spesso attuate indirettamente e tramite vari ordini del giorno), avevano ormai portato ad una prassi di forte rilevanza stratificata e abbastanza consolidata dell’organo legislativo e della Monarchia parlamentare, con un’evidente evoluzione in senso democratico della responsabilità politica, essa fu ciononostante solo una convenzione costituzionale. Ufficialmente infatti, ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva concretamente al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come alcune volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), pur diventato orami fondamentale (e più affine alla forma moderna solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale). Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto a fini puramente enciclopedici e storici, tenendo conto della facile mutevolezza delle forze politiche e del contesto storico-politico.
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[3] | Maggioranza | DEM (336), PLC (36), PR (45) | 417 / 508 |
Astensione | CI (10) | 10 / 508 | |
Opposizione | PSI (41), PRI (24), UECI (16) | 81 / 508 |
- 31 marzo - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 11 marzo - Giovanni Giolitti, con l'intenzione di tornare al governo per prenderne il merito, fa rinviare la votazione sulla nuova legge elettorale. Il dibattito alla Camera dei Deputati diviene dunque molto acceso e portò al voto di un ordine del giorno a firma di Domenico Pozzi e favorevole al posticipo.
- 18 marzo - Venendo approvato con 265 favorevoli (69 contrari, un astenuto, 173 non votanti), i ministri radicali si dimisero, portando a catena alle dimissioni del governo. Il Re dunque, accettate le dimissioni e visto l’orientamento della Camera, affidò l’incarico a Giovanni Giolitti.
- 30 marzo - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
- ^ La presentazione ufficiale del Ministero Luzzatti-Sacchi, su archiviolastampa.it, La Stampa, 1º aprile 1910, p. 1.
- ^ Il giuramento dei ministri in Quirinale, su archiviolastampa.it, 31 marzo 1911, p. 1.
- ^ Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
- ^ Affiliato alla Sinistra storica.
- ^ Affiliato alla Destra storica.
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