Governo Saracco - Wikipedia
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Governo Saracco | |
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Stato | ![]() |
Presidente del Consiglio | Giuseppe Saracco (Sinistra storica) |
Coalizione | Sinistra storica, Destra storica-D. |
Legislatura | XXI |
Giuramento | 25 giugno 1900 |
Dimissioni | 29 luglio 1900 (respinte)[1] 6 febbraio 1901 |
Governo successivo | Zanardelli 15 febbraio 1901 |
Il Governo Saracco è stato il trentottesimo esecutivo del Regno d'Italia, guidato da Giuseppe Saracco.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 25 giugno 1900[2] al 15 febbraio 1901[3] (sebbene già dimissionario dal precedente 6 febbraio), per un totale di 235 giorni, ovvero 7 mesi e 21 giorni.
Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
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Sinistra storica | 1 | 7 | 7 | 15 | |
Destra storica[4] | - | 4 | 4 | 8 |
NOTA: Nonostante questo governo sia stato effettivamente privato della fiducia (seppur indirettamente e tramite un ordine del giorno), ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re (il quale, dando egli stesso una prima fiducia al governo, aveva il potere di far resistere l’esecutivo ad un voto della Camera dei deputati, come volte fece), il rapporto con il Parlamento in senso moderno non era pienamente obbligatorio (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione o sopravvivenza di un governo palesemente privo di tale supporto), ma diveniva sempre più fondamentale. La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando si da questi momenti, ma stabilmente solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo ed anche secondo il voto effettivamente subìto, il supporto che questo ha ottenuto.
Al momento della sua formazione, il 24 giugno 1900:
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[5] | Maggioranza | DEM/PLC-D. (296) | 296 / 508 |
Opposizione | PLC (116), ER (34), PSI (33), PRI (29) | 212 / 508 |
Al momento della sua caduta, il 6 febbraio 1901:
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[5] | Maggioranza | DEM/PLC-D.G. (102) | 102 / 508 |
Opposizione | PLC (116), DEM/PLC-D. (106), ER (34), PSI (33), PRI (29) | 318 / 508 | |
Non votanti | DEM/PLC-D. (92) | 92 / 508 |
- 24 giugno - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 1º luglio - La proposta del governo di modificare il regolamento della Camera viene approvata a larga maggioranza (si astengono i sonniniani); da ora in poi la tattica dell'ostruzionismo parlamentare, seppur dichiarata regolare e possibile, diviene più difficile da effettuare.
- 29 luglio - Il Re Umberto I viene ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci: il governo condannò fortemente il gesto ed ebbe l'appoggio di tutte le forze politiche, compresi i socialisti. Il governo, in seguito attua delle dimissioni di cortesia il giorno successivo, prontamente respinte dal nuovo Re, Vittorio Emanuele III.
- 18 dicembre - Il governo approva il decreto del prefetto di Genova Garroni, il quale decide lo scioglimento della Camera del Lavoro del capoluogo ligure in quanto essa era stata fondata senza autorizzazione e diffondeva messaggi, a detta del governo, anarchici. Seguiranno agitazioni e anche uno sciopero generale: di fronte a questi episodi, il governo si dimostra incerto e incapace di prendere alcuna decisione, venendo condannato dalla Camera dei Deputati.
- 4 febbraio - Giovanni Giolitti in un discorso alla Camera si smarca ufficialmente dal governo Saracco.
- 6 febbraio - Un emendamento presentato dal deputato sonniniano Edoardo Daneo che conteneva un'esplicita mozione di sfiducia al governo ottiene l'approvazione della Camera con 318 favorevoli (102 contrari, 6 astenuti, 92 non votanti); di conseguenza, il Presidente del Consiglio si dimette dinnanzi al Re. Questi dunque, accettatele, conferisce l’incarico a Giuseppe Zanardelli. Nonostante il capo della maggioranza fosse Sidney Sonnino, la scelta ricadde su questi, sebbene si trovasse in minoranza nel Parlamento, per almeno tre motivi: poiché era l'espressione di quella sinistra liberale che stava vincendo la crisi di fine secolo, era l'unico politico non "sovversivo" che poteva contare su aperture dei socialisti ed infine aveva l'esplicito appoggio di Giovanni Giolitti.
- 15 febbraio - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
- ^ In seguito alla morte del Re Umberto I, il governo si dimise “per cortesia”, ma il nuovo Re, Vittorio Emanuele III le respinse, permettendo la continuazione dell’attività di governo.
- ^ L'annunzio ufficiale del nuovo Ministero, su archiviolastampa.it, La Stampa, 25 giugno 1900, p. 1.
«Ci telegrafano da Roma, 24, ore 22,40: Stasera Montecitorio è discretamente animato. Oltre l'intenso lavorìo per la caccia ai sotto-portafogli, vi si fanno anche molti commenti sulla formazione del Ministero. In generale si conviene che esso, se le cose si effettueranno come si annunziano, non dovrà affrontare per ora nessuna grossa battaglia. Si ritiene che Villa sarà eletto a presidente della Camera con una grossa maggioranza e fors'anche senza competitori: il che gli darà maggior forza per coadiuvare il Governo in quello che per ora è il suo solo programma: togliere via, e possibilmente fare anche dimenticare, gli errori del precedente Governo, creando una situazione piana, accettabile da tutti. In tal modo l'esercizio provvisorio sarà largamente accordato: e quindi la Camera si aggiornerà sino a novembre. In questi mesi il Governo si dedicherà a preparare- il suo vero programma, col quale si presenterà allora, e sul quale avranno certamente modo di manifestarsi subito le diverse tendenze politiche. Intanto si annuncia che Saracco prenderà possesso del dicastero degli interni domani, subito dopo terminato il giuramento al Quirinale, cioè poco avanti il mezzogiorno.»
- ^ Giuramento e insediamento del nuovo Gabinetto, su archiviolastampa.it, La Stampa, 15 febbraio 1901, p. 3.
- ^ In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo.
- ^ a b Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva dei propri sottosegretari ministeriali.
- ^ Tecnicamente Indipendente, si affiliò alla Sinistra storica ai fini della formazione dell’esecutivo
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
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