Governo di Rudinì III - Wikipedia
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Governo di Rudinì III | |
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Stato | Italia |
Presidente del Consiglio | Antonio di Rudinì (Destra storica) |
Coalizione | Destra storica, Sinistra storica, Indipendenti[1] |
Legislatura | XIX, XX |
Giuramento | 15 luglio 1896 |
Dimissioni | 3 dicembre 1897 |
Governo successivo | Di Rudinì IV 14 dicembre 1897 |
Il Governo di Rudinì III è stato il trentatreesimo esecutivo del Regno d'Italia, il terzo guidato da Antonio di Rudinì.
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 15 luglio 1896[2] al 14 dicembre 1897 (sebbene già dimissionario dal precedente 3 dicembre), per un totale di 521 giorni, ovvero 1 anno, 5 mesi e 3 giorni.
Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
---|---|---|---|---|---|
Destra storica | 1 | 6 | 6 | 12 | |
Sinistra storica[3] | - | 2 | 2 | 4 | |
Indipendente | - | 4 | 4 | 8 |
NOTA: Ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re, la fiducia parlamentare in senso moderno non era obbligatoria (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione di un governo palesemente privo di tale supporto). La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo, l’eventuale supporto che questo avrebbe o ha ottenuto.
Fino al 5 aprile 1897 (XIX legislatura):
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[4] | Maggioranza | DEM (334)[5], PLC (104), IND (8) | 446 / 508 |
Opposizione | ER (47), PSI (15) | 62 / 508 |
Dal 5 aprile 1897 (XX legislatura):
Camera | Collocazione | Partiti | Seggi |
---|---|---|---|
Camera dei deputati[4] | Maggioranza | DEM (327)[5], PLC (99) | 426 / 508 |
Opposizione | ER (42), PRI (25), PSI (15) | 82 / 508 |
- 11 luglio - Il governo giura dinnanzi al Re.
- 2 marzo - È sciolta la Camera dei Deputati e convocati gli elettori per il 21 ed il 28 marzo; e il nuovo Parlamento per il 5 aprile.
- 21-28 marzo: Si svolgono le elezioni politiche: il governo, non dimessosi, vede mantenersi stabile la sua base d’appoggio, seppur con alcune perdite sia a Sinistra che a Destra. Tutti gli indipendenti perdono il loro seggio, venendo sostituiti da membri del Partito Repubblicano Italiano (PRI), al loro primo ingresso in Parlamento.
- 3 dicembre - Discutendosi, alla Camera dei Deputati, un disegno di legge relativo all’avanzamento nell’esercito, fu approvato un emendamento su cui il governo aveva dato parere contrario, portando così alle dimissioni del ministro Luigi Pelloux, che travolsero anche il resto del governo. Il Re dunque, accettate le dimissioni del Presidente di Rudinì, tenuto conto dell’assenza di un esplicito voto di sfiducia, riconferisce a quest’ultimo il mandato esplorativo.
- 14 dicembre - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
- ^ Fino al 5 aprile 1897.
- ^ Il giuramento dei ministri al Quirinale, su archiviolastampa.it, 16 luglio 1896, p. 1.
«Ci telegrafano da Roma, 15, ore 12,20: Stamane tutti i ministri, salvo ViscontiVenosta, il quale arriverà soltanto oggi, prestarono giuramento nelle mani del Re al Quirinale. La cerimonia si effettuò nel solito salone al pianterreno dell'appartamento di Vittorio Emanuele, dove i ministri sogliono riunirsi. La cerimonia fu fatta con la consueta formula ed ha durato una ventina di minuti. Tuttavia i ministri rimasero al Quirinale fino allo undici e mezzo, trattenuti dal Re, il quale si è notato che era di Ottimo umore.»
- ^ In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo
- ^ a b Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
- ^ a b Appoggio tendenzialmente saltuario sulle materie più importanti; per il resto esso si poneva generalmente in astensione.
- ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva dei propri sottosegretari ministeriali.
- ^ Primo esempio di “amministrazione speciale” in Italia, la figura fu istituita, in seguito alla repressione di alcune proteste violente scoppiate sull’isola tra il 1893 ed il 1894, dal precedente governo per controllare direttamente le municipalità del territorio tramite una complessa struttura di funzionari e prefetti, capeggiata dal Commissario civile, che formava così una "super prefettura" informale. Nel settembre 1897, il ministero fu soppresso.
- ^ Tecnicamente eletto nelle liste del centro-sinistra, appoggiò spesso i Governi Depretis, pur coltivando, allo stesso tempo, una forte amicizia con Sidney Sonnino, vicino a posizioni più conservatrici e opposte. In seguito, si mosse spesso tra i due schieramenti politici (aderendo addirittura apertamente al “trasformismo” e, in virtù di ciò, passando dall’opposizione a Giovanni Giolitti, all’appoggio per Giuseppe Zanardelli) e auspicò sempre per un partito liberale che superasse le differenze tra Destra e Sinistra storica. Si stabilì, alla fine, su posizioni centriste.
- ^ a b Affiliato alla sinistra storica
- ^ a b Affiliato alla Destra storica ai fini della formazione dell’esecutivo
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971
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