Ippolito d'Este (1509-1572) - Wikipedia
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Ippolito d'Este | |
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Il ritratto del cardinale in un disegno dell'epoca, eseguito da Giovanni Maria Zappi | |
Principe di Ferrara, Modena e Reggio | |
Nascita | Ferrara, 25 agosto 1509 |
Morte | Roma, 2 dicembre 1572 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tivoli) |
Dinastia | Este |
Padre | Alfonso I d'Este |
Madre | Lucrezia Borgia |
Religione | Cattolicesimo |
Ippolito II d'Este (Ferrara, 25 agosto 1509 – Roma, 2 dicembre 1572) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, figlio terzogenito (Alessandro visse meno di un mese) del duca Alfonso I d'Este e di Lucrezia Borgia, e nipote del cardinale omonimo Ippolito d'Este.
Suo nonno paterno era Ercole I d'Este e suo nonno materno il papa Alessandro VI. Suo zio quindi fu Cesare Borgia.
Nel 1519, a soli dieci anni, ricevette la cresima e gli ordini minori; lo zio cardinale Ippolito d'Este, da cui aveva ripreso il nome, gli cedette l'arcivescovato di Milano (senza però le laute rendite dello stesso, che si era riservato fino alla morte, avvenuta nel 1520) ed il 20 maggio ottenne da Leone X l'investitura episcopale.
Il 24 giugno dello stesso anno moriva la madre Lucrezia. Per divenire non solo un alto dignitario ecclesiastico, ma anche un ottimo diplomatico, fu formato insieme a Ercole - il primogenito erede del titolo ducale col nome di Ercole II d'Este - secondo l'educazione umanistica del tempo (studio dei classici, musica, danza, equitazione, armi). Ebbe come precettori fino al 1525 Celio Calcagnini e Fulvio Pellegrino Morato. Lasciò poi Ferrara per compiere gli studi universitari a Padova. Sin da giovane Ippolito condusse vita gaudente e licenziosa, amante però anche dell'arte e, in particolare, dell'archeologia.
Ercole II lo inviò quindi in Francia con vari obiettivi, tra cui quello di allontanare Renata, la sposa del duca, dai legami con la corte d'oltralpe, ma lo scopo principale era di ottenere il cardinalato, ed Ippolito non esitò a sfruttare l'appoggio del re Francesco I, facendo passare in secondo piano la questione della cognata. L'operazione fu lunga e complessa, e si avvalse di «un non facile lavorio di anticamere e di contatti ai più alti livelli», finché l'accordo fra il papa e il duca estense, vertente sul rinnovamento dell'investitura ferrarese, gli aprì le porte del cardinalato, e Paolo III lo creò cardinale nel concistoro del 5 marzo 1539.[1]
Tornato in Francia, venne eletto consigliere regio, compiendo missioni diplomatiche per Francesco a Venezia e Roma, ponendosi poi al servizio anche di Enrico II, salito al trono nel 1547.
Con la morte di Paolo III, l'ascesa al soglio pontificio divenne la sua sola ragione di vita, nel tentativo di assecondare la propria sete di potere e di assicurare imperitura gloria a una famiglia che non aveva ancora dato Papi alla Chiesa di Roma. Ippolito si prodigò con ogni mezzo per raggiungere l'obiettivo, ma ogni conclave rappresentò per lui un nuovo scacco; vennero infatti eletti Giulio III, Marcello II, Paolo IV (che lo allontanò dallo stato pontificio con l'accusa di simonia, forse perché preoccupato di venirne avvelenato[2]), Pio IV, Pio V e Gregorio XIII.
Rinunciò al governo pastorale dell'arcidiocesi di Milano il 19 marzo 1550, ma riebbe l'amministrazione apostolica nel 1555 e vi rinunciò nuovamente il 16 dicembre 1556. Nel 1552 fu nominato governatore di Siena.
Durante la sua vita ebbe relazioni amorose con donne dalla non brillante reputazione quali Madame d'Étampes e Diana di Poitiers, dandosi a feste di ogni tipo, senza badare allo sfarzo e alle spese, e incapace di mantenere un rapporto duraturo. Per questo, è tuttora ignoto il nome della madre dell'unica sua figlia di cui si hanno notizie certe, Renata, andata poi sposa al conte Lodovico Pico della Mirandola nel 1553 e morta due anni dopo.[3]
Ippolito tuttavia si impegnò anche indefessamente nella costruzione, nel rinnovo e nel restauro di molte bellezze della città d'origine e di quella d'elezione, Roma. È noto soprattutto per aver voluto la meravigliosa Villa d'Este di Tivoli, affidandone i lavori a Pirro Ligorio.
Villa d'Este, dove andò a vivere, non fu che la ciliegina sulla torta: il cardinale si occupò a Ferrara della Delizia di Belfiore e del palazzo di san Francesco, e fu operoso anche a Fontainebleau, Siena e Roma, dove avviò lavori di scavo a Santo Stefano Rotondo, sull'Esquilino. Si fece promotore anche del restauro della Villa Adriana.
A Villa d'Este ebbe la magra consolazione di ricevere una cordiale visita di Gregorio XIII, accolto con tutti gli onori, tanto che «la notte avanti la venuta del pontefice fece compiere una fontana meravigliosa che con quattro draghi rappresentava al vivo la girandola che si suole fare in Castello la vigilia di S. Pietro».[4]
Questa ricerca del bello nelle sue svariate forme testimonia di un personaggio che, al di là della corruzione e della mancanza di scrupoli, fu costantemente alla ricerca di qualcosa che potesse appagarlo più profondamente.
Gli ultimi anni furono segnati da sofferenze fisiche e dalla gotta, che il celebre medico Girolamo Cardano cercò di curare con scarso successo. Approssimatasi l'ora del trapasso, lasciò in eredità ad Alfonso II e al cardinale Luigi i beni prelatizi, e a quest'ultimo - da tempo in rotta con lo zio ma rappacificatosi con lui non appena capì che la morte di Ippolito era imminente - concedeva anche le ville di Monte Cavallo, sul Quirinale, e quella di Tivoli.[5]
Morì a Roma dopo breve malattia nel pomeriggio del 2 dicembre 1572. Vestita di mitra e paramenti violacei, la salma fu esposta nella sala maggiore di Monte Giordano. Il giorno dopo la salma del cardinale veniva trasportata da Monte Giordano a Santa Caterina de' Funari (del cui ospizio per le “ragazze pericolanti” era stato patrono), dove fu esposta per cinque giorni; portata poi a Tivoli l'8 dicembre, il giorno dopo nella Chiesa di Santa Maria Maggiore (conosciuta anche come Chiesa di S. Francesco) il vescovo di Tivoli Giovanni Andrea Croce celebrò la Messa di Requiem.[6]
Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Tivoli, in prossimità di Villa d'Este. Fu un avveduto mecenate di artisti e letterati, tra cui Benvenuto Cellini.
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Niccolò III d'Este | Alberto V d'Este | ||||||||||||
Isotta Albaresani | |||||||||||||
Ercole I d'Este | |||||||||||||
Ricciarda di Saluzzo | Tommaso III di Saluzzo | ||||||||||||
Margherita di Roucy | |||||||||||||
Alfonso I d'Este | |||||||||||||
Ferdinando I di Napoli | Alfonso I di Napoli | ||||||||||||
Gueraldona Carlino | |||||||||||||
Eleonora d'Aragona | |||||||||||||
Isabella di Chiaromonte | Tristano di Chiaromonte | ||||||||||||
Caterina di Taranto | |||||||||||||
Ippolito II d'Este | |||||||||||||
Jofré Llançol i Escrivà | Rodrigo Gil de Borja | ||||||||||||
Sibila de Oms | |||||||||||||
Papa Alessandro VI | |||||||||||||
Isabel de Borja y Cavanilles | Domingos de Borja | ||||||||||||
Francisca Marti | |||||||||||||
Lucrezia Borgia | |||||||||||||
Giacomo Conte dei Cattanei | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Vannozza Cattanei | |||||||||||||
Mencia Pinctoris | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Immagine | Blasonatura |
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Ippolito II d'Este Cardinale Stemma della famiglia d'Este. Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5. |
- ^ L. Chiappini, Gli Estensi, Milano, Dall'Oglio, 1967, p. 269. La citazione precedente è a p. 268
- ^ L. Chiappini, cit., p. 270
- ^ L. Chiappini, cit., p. 272
- ^ F. Marzi, Storia di Tivoli; l'opera è conservata in un manoscritto della Biblioteca Estense di Modena.
- ^ L. Chiappini, cit., pp. 270-271
- ^ La descrizione delle esequie narrata da Giovanni Maria Zappi in Annali e Memorie di Tivoli, pp. 142-146 [1] Archiviato l'8 febbraio 2015 in Internet Archive.
- Annali d'Italia, dal principio dell'era volgare sino all'anno MDCCL di Lodovico Antonio Muratori
- Vincenzo Pacifici, Ippolito II d'Este cardinale di Ferrara, Tivoli, 1920; ristampa Tivoli, 1984. [2]
- (EN) David Cheney, Ippolito d'Este, su Catholic-Hierarchy.org.
- Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni di Gaetano Moroni, Venezia, Tip. Emiliana, 1879.
- Dizionario Biografico degli Italiani s.v. Este, Ippolito d', a cura di Lucy Byatt, Volume 43, pp. 367–374, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1993.
- In memoria del cardinale di Ferrara Ippolito II d'Este nel cinquecentesimo anniversario della nascita (1509-2009), a cura di Roberto Borgia, Tivoli, Liceo classico statale Amedeo di Savoia di Tivoli, 2009. ISBN 978-88-9027-95-5-3 ([3])
- Inventario dei beni del cardinale Ippolito II d'Este trovati nel palazzo e giardino di Tivoli (3-4 dicembre 1572)[4]
- La Villa d'Este a Tivoli e la collezione di sculture classiche che conteneva di Thomas Ashby, a cura di Francesco Ferruti, AMST, vol. LXXXII (2009) pp. 169–278
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ippolito II d'Este
- Èste, Ippolito II d', su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Simeoni, ESTE, Ippolito II, d', in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- Este, Ippolito II d', in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Èste, Ippòlito II d'-, su sapere.it, De Agostini.
- Lucy Byatt, ESTE, Ippolito d', in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- (EN) David M. Cheney, Ippolito d'Este, in Catholic Hierarchy.
- (EN) Salvador Miranda, ESTE, Ippolito II d', su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il 25 giugno 2019.
- Ippolito II d'Este: i suoi trionfi e le sue delusioni (1539-1550), su tibursuperbum.it.
- Libri, riviste e documentazione su Ippolito II d'Este, su documentatiburtinaomnia.it.
Predecessore | Amministratore apostolico di Milano | Successore | |
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Ippolito I d'Este (arcivescovo metropolita) |
20 maggio 1519 - 19 marzo 1550 | Giovan Angelo Arcimboldi (arcivescovo metropolita) |
I |
Giovan Angelo Arcimboldi (arcivescovo metropolita) |
6 aprile - 16 dicembre 1555 | Filippo Archinto (arcivescovo metropolita) |
II |
Predecessore | Abate commendatario di Notre-Dame de Breteuil | Successore | |
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Jean du Bellay | 31 maggio 1535 - 2 dicembre 1572 | Luigi d'Este |
Predecessore | Abate commendatario di Jumièges | Successore | |
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François II de Fontenay | 1º gennaio 1539 - 2 marzo 1549 | Gabriel Le Veneur de Tillières |
Predecessore | Amministratore apostolico di Lione | Successore | |
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Giovanni di Lorena | 29 ottobre 1539 - 11 maggio 1551 | François II de Tournon (arcivescovo metropolita) |
I |
François II de Tournon (arcivescovo metropolita) |
24 aprile 1562 - 14 luglio 1564 | Antoine d'Albon (arcivescovo metropolita) |
II |
Predecessore | Cardinale diacono e presbitero di Santa Maria in Aquiro | Successore | |
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Marino Ascanio Caracciolo | 10 novembre 1539 - 13 aprile 1565 Titolo presbiterale pro hac vice dall'8 ottobre 1564 |
Benedetto Lomellini |
Predecessore | Abate commendatario di Chaalis | Successore | |
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Simon Postel | 1º gennaio 1541 - 16 febbraio 1560 | Luigi d'Este |
Predecessore | Amministratore apostolico di Tréguier | Successore | |
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Luigi di Borbone-Vendôme | 26 aprile 1542 - 26 novembre 1548 | Jean Jouvenel des Ursins (vescovo) |
Predecessore | Amministratore apostolico di Autun | Successore | |
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Jacques Hurault de Cheverny (vescovo) |
23 gennaio 1547 - 17 giugno 1550 | Philibert Dugny de Courgengoux, O.S.B. (vescovo) |
Predecessore | Abate commendatario di Sainte-Marie de Fontfroide | Successore | |
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Agostino Trivulzio | 30 marzo 1548 - 2 dicembre 1572 | Jean VI Massey |
Predecessore | Abate commendatario di Notre-Dame de Lyre | Successore | |
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Gabriel Le Veneur de Tillières | 2 marzo 1549 - 2 dicembre 1572 | Luigi d'Este |
Predecessore | Amministratore apostolico di Novara | Successore | |
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Giovanni Angelo Arcimboldi (vescovo) |
19 marzo 1550 - 18 novembre 1551 | Giulio della Rovere |
Predecessore | Amministratore apostolico di Narbona | Successore | |
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Giovanni di Lorena | 27 giugno 1550 - 22 aprile 1551 | François II de Tournon | I |
Francesco Pisani | 8 ottobre 1563 - 2 dicembre 1572 | Simon Vigor (arcivescovo metropolita) |
II |
Predecessore | Abate commendatario di Boulbonne | Successore | |
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Amanieu de Foix | 1º gennaio 1551 - 2 dicembre 1572 | Luigi d'Este |
Predecessore | Amministratore apostolico di Auch | Successore | |
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François II de Tournon (arcivescovo metropolita) |
22 aprile 1551 - 8 ottobre 1563 | Luigi d'Este |
Predecessore | Abate commendatario di Saint-Georges de Boscherville | Successore | |
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Louis de Brézé | 1º gennaio 1556 - 2 dicembre 1572 | Luigi d'Este |
Predecessore | Abate commendatario di Saint-Pierre de Flavigny | Successore | |
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Philibert Dugny de Courgengoux | 28 settembre 1557 - 2 dicembre 1572 | Regnaud Clutin |
Predecessore | Abate commendatario di Sainte-Trinité de Tiron | Successore | |
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Jean du Bellay | 16 febbraio 1560 - 1º gennaio 1563 | René de Birague |
Predecessore | Abate commendatario di Pontigny | Successore | |
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Jean du Bellay | 16 febbraio 1560 - 2 dicembre 1572 | Luigi d'Este |
Predecessore | Abate commendatario d'Ainay | Successore | |
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François II de Tournon | 22 aprile 1562 - 17 giugno 1566 | Vespasiano Gribaldi |
Predecessore | Amministratore apostolico di Arles | Successore | |
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Antoine I d'Albon (arcivescovo metropolita) |
1º gennaio 1562 - 17 giugno 1566 | Prospero Santacroce |
Predecessore | Abate commendatario di Prémontré | Successore | |
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Francesco Pisani, O.Praem. | 18 maggio 1562 - 2 dicembre 1572 | Jean XIV Despruets, O.Praem. |
Predecessore | Abate generale dell'Ordine dei Canonici Regolari Premostratensi | Successore | |
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Francesco Pisani, O.Praem. | 18 maggio 1562 - 2 dicembre 1572 | Jean XIV Despruets, O.Praem. |
Predecessore | Abate commendatario di Notre-Dame de Longpont | Successore | |
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Guillaume d'Avançon | 1º gennaio 1563 - 2 dicembre 1572 | Louis I de La Chambre |
Predecessore | Amministratore apostolico di Saint-Jean-de-Maurienne | Successore | |
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Brandolesius de Trottis (vescovo) |
1º gennaio 1564 - 21 novembre 1567 | Pierre de Lambert, O.S.A. (vescovo) |
Predecessore | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata | Successore | |
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Guidascanio Sforza | 8 ottobre - 4 dicembre 1564 | Vitellozzo Vitelli |
Predecessore | Cardinale diacono di Santa Maria Nuova | Successore | |
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Federico Gonzaga | 13 aprile 1565 - 2 dicembre 1572 | Filippo Guastavillani |
Ducato di Ferrara - Este | |
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Borso | |
Ercole I Figli Isabella · Beatrice · Alfonso · Ferrante · Ippolito · Sigismondo · Alberto · Lorenzo, figlio naturale · Giulio, figlio naturale · Lucrezia, figlia naturale | |
Alfonso I Figli e nipoti Alessandro · Ercole · Ippolito · Eleonora · Francesco (Bradamante · Marfisa) · Isabella Maria · Alfonso, figlio naturale (Alfonsino · Cesare · Eleonora · Ippolita · Alessandro, figlio naturale) · Alfonsino, figlio naturale | |
Ercole II Figli Anna · Alfonso · Lucrezia · Eleonora · Luigi | |
Alfonso II |
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