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Moshe Ya'alon
Ya'alon nel 2012

Ministro della difesa di Israele
Durata mandato18 marzo 2013 –
30 maggio 2016
Capo di StatoShimon Peres,
Reuven Rivlin
Capo del governoBenjamin Netanyahu
PredecessoreEhud Barak
SuccessoreAvigdor Lieberman
LegislaturaGoverno Netanyahu III,
Governo Netanyahu IV

Ministro degli affari strategici di Israele
Durata mandato31 marzo 2009 –
18 marzo 2013
Capo di StatoShimon Peres
Capo del governoBenjamin Netanyahu
PredecessoreEhud Olmert
SuccessoreYuval Steinitz
LegislaturaGoverno Netanyahu II

Dati generali
Partito politicoTelem (dal 2019)
In precedenza
Likud (2009-2016)
Blu e Bianco (2019-2020)
UniversitàUniversità di Haifa

Moshe Ya'alon, nato Moshe Smilansky[1] (in ebraico משה יעלון; Haifa, 24 giugno 1950), è un politico e generale israeliano, ministro della difesa di Israele dal 18 marzo 2013 al 30 maggio 2016. È stato, inoltre, capo di stato maggiore generale delle forze di difesa israeliane (IDF).

Ya'alon nacque nel 1950 da immigrati ucraini a Haifa come Moshe Smilansky. Il padre, David Smilansky, era un agricoltore che si era spostato nell'allora mandato britannico della Palestina dall'Ucraina nel 1925 ed aveva militato nelle file dell'Haganah e della Brigata Ebraica. La madre, Batya Silber, era una sopravvissuta all'olocausto che aveva combattuto con i partigiani contro i nazisti durante la seconda guerra mondiale; era poi emigrata in Palestina nel 1946[2].

Ya'alon crebbe a Kiryat Haim, un sobborgo operaio di Haifa. Fu attivo nel movimento giovanile "HaNoar HaOved VeHaLomed" in seno al sionismo socialista e si aggregò al gruppo paramilitare "Ya'alon", nome che ispirò il cognome adottato successivamente[1].

In seguito si spostò nel kibbutz Grofit, nei pressi di Eilat. Nel 1968 cominciò il servizio militare nelle forze di difesa israeliane (IDF) e fu inquadrato nella Brigata Nahal. Terminò il servizio nel 1971.

Moshe Ya'alon
Ya'alon nel 2005
SoprannomeBogie
NascitaHaifa, 24 giugno 1950
Dati militari
Paese servitoIsraele (bandiera) Israele
Forza armataForze di Difesa Israeliane
ArmaEsercito israeliano
Aman
Anni di servizio1968 - 2005
GradoRav Aluf
CampagneGuerra del Kippur
Guerra del Libano del 1978
Guerra del Libano del 1982
Conflitto del Libano meridionale
Prima intifada
Seconda intifada
Operazione Margine di protezione
Decorazioni Legion of Merit
Fonti citate nel testo
voci di militari presenti su Wikipedia
Manuale

Nel 1973 Ya'alon fu richiamato come riservista durante la guerra del Kippur. Il 15 ottobre 1973 la sua unità fu la prima ad attraversare il canale di Suez ed entrare in Egitto e nel corso della guerra contribuì all'accerchiamento della Seconda Armata egiziana, completato il 23 ottobre.

Terminato il conflitto Ya'alon tornò tra le file dell'IDF come soldato di professione e completò il corso ufficiali. Fu quindi nominato comandante di plotone ed in seguito comandante alla scuola ufficiali. Nel 1978 fu nominato comandante di unità nella brigata paracadutisti[1].

Durante la guerra del Libano del 1982 comandò un'unità della Sayeret Matkal, le forze speciali delle IDF. In seguito tornò nella brigata paracadutisti e fu nominato comandante dell'890º battaglione "Echis". Fu in questo periodo che fu ferito ad una gamba nel corso di un'operazione contro milizie di Hezbollah in Libano[2].

Nel 1986 si concesse un anno sabbatico per studiare alla scuola militare del British Army a Camberley, nel Regno Unito[3]. Al suo rientro fu promosso al grado di colonnello e nominato comandante della Sayeret Matkal. Nel corso del suo mandato le unità sotto il suo comando ricevettero diversi riconoscimenti, tra cui quattro distinzioni d'onore militari.

Al termine di questo periodo, Ya'alon studiò all'Università di Haifa, dove conseguì un Bachelor of Arts in scienze politiche, e seguì un corso per corpi corazzati.

Nel 1990 fu nominato comandante della brigata paracadutisti[4] e, due anni più tardi, comandante della divisione Judea e Samaria. Fu in questo periodo, il 10 dicembre 1992, che Ya'alon uccise un militante del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina armato di bomba a mano, dopo che questi aveva ucciso un agente dello Yamam durante le operazioni di arresto[5].

Nel 1993 divenne comandante della base di addestramento delle IDF e comandante di una divisione corazzata. Nel 1995 fu promosso al grado di maggiore generale e nominato capo dell'intelligence militare. Nel 1998 divenne comandante del comando centrale, al tempo dello scoppio della seconda intifada.

Il 9 luglio 2002 fu nominato capo di stato maggiore generale (Ramatkal) delle IDF e mantenne la posizione fino al 1 giugno 2005. Nel corso del mandato l'impegno principale fu profuso nel sedare la seconda intifada, culminato con l'operazione Scudo difensivo del 2002. Nel febbraio del 2005 il ministro della difesa Shaul Mofaz decise di non prolungare il mandato di Ya'alon di un altro anno, inasprendo le tensioni sorte con la critica di Ya'alon al piano di disimpegno unilaterale israeliano da Gaza. Il 1 giugno 2005 Ya'alon si ritirò dall'esercito e la posizione di capo delle forze armate di Israele fu assegnata a Dan Halutz.

Terminata la carriera militare, Ya'alon fu membro del think tank The Washington Institute for Near East Policy[6] e del Adelson Institute for Strategic Studies presso il "Centro Shalem" di Gerusalemme.

Fu inoltre presidente del centro per l'identità e la cultura ebrea presso la Beit Morasha di Gerusalemme.

Il 17 novembre 2008 Ya'alon annunciò la sua adesione al Likud e l'intenzione di partecipare alle primarie per la selezione dei candidati del Likud alle elezioni del 2009[7]. Ya'alon si classificò ottavo nella lista del partito[8] e fece il suo debutto nella Knesset avendo il Likud conquistato 27 seggi. Con la formazione del governo Netanyahu II, Ya'alon fu nominato ministro degli affari strategici e vice primo ministro (assieme a Silvan Shalom).

Il 17 marzo 2013 fu nominato ministro della difesa in sostituzione di Ehud Barak[9]. Ya'alon subito assicurò piena aderenza alle politiche del partito compreso il sostegno agli accordi di Oslo; in seguito tuttavia ammise "il proprio errore"[10]

Come ministro della difesa, Ya'alon sostenne la continuazione della produzione e acquisto dei carri armati Merkava per le IDF, nonostante le limitazioni di budget e le considerazioni se i carri armati fossero ancora determinanti nei moderni scenari di guerra[11][12]. Inoltre durante il suo mandato fonti straniere affermarono che diversi attacchi aerei erano stati effettuati dalle forze aeree israeliane contro depositi di armi in Siria prima che potessero essere trasferiti ad Hezbollah.

Nel gennaio 2015 Ya'alon fu oggetto di un'aspra critica da parte del leader del movimento anti-assimilazione Lehava, Ben-Zion Gopstein, dopo che il ministro della difesa aveva espresso l'intenzione di classificare il movimento estremista come organizzazione terroristica[13]. Ya'alon ordinò allo Shin Bet e al ministero della difesa di raccogliere le prove richieste per la classificazione del gruppo che si rifà all'ideologia estremista della Lega di Difesa Ebraica di Meir Kahane. Tre membri dell'associazione furono arrestati nel 2014 per in incendio doloso e scritte anti-arabe ai danni della scuola bilingue "mano nella mano" (Yad B'Yad) di Gerusalemme; Gopstein fu arrestato successivamente, assieme ad altri membri del Lehava, per istigazione all'odio. Tuttavia, lo Shin Bet dichiarò che non ci fossero gli estremi per dichiarare illegale l'organizzazione[14].

Nel febbraio 2015 Ya'alon si espresse in merito alla questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, in particolare promettendo di favorire i diritti LGBT in Israele e le unioni di coppie dello stesso sesso come unità familiare[15].

Ya'alon è sposato e ha 3 figli. Vive con la moglie a Modi'in-Maccabim-Re'ut sul confine tra Israele e la Cisgiordania.

Nel dicembre del 2005 i parenti delle vittime del bombardamento della base ONU a Qana del 1996, perpetuato durante l'operazione Grappoli d'ira in Libano, intentarono una causa contro Ya'alon a Washington per il suo presunto ruolo nella loro morte[16]. All'epoca dei fatti Ya'alon era a capo dell'intelligence militare e secondo l'accusa partecipò alla decisione di bombardare la base ONU. Il 14 dicembre 2006 il giudice respinse il caso, in quanto all'epoca dei fatti godeva dell'immunità prevista dal Foreign Sovereign Immunities Act (FSIA)[17]. I parenti delle vittime fecero ricorso ma il tribunale del Distretto della Columbia respinse nuovamente il ricorso chiudendo il caso il 15 febbraio 2008[18].

Nel tardo 2006, quando Ya'alon era in viaggio in Nuova Zelanda per una raccolta fondi a favore del Fondo Nazionale Ebraico, il giudice Avinash Deobhakta del tribunale di Auckland emise un mandato di arresto a carico di Ya'alon per presunti crimini di guerra risultanti dal suo ruolo nell'assassinio del leader di Hamas Salah Shahada, ucciso nel corso di un omicidio mirato nel luglio 2002. Nel caso specifico, l'edificio in cui Shahada si trovava fu centrato da una bomba da una tonnellata sganciato da un caccia israeliano F16; l'esplosione in una zona densamente popolata di Gaza causò la morte di 14 civili palestinesi[19]. Secondo l'accusa la Nuova Zelanda aveva un obbligo di procedimento giudiziario per quanto previsto dalle convenzioni di Ginevra. Il procuratore generale Michael Cullen, tuttavia, respinse la richiesta di emissione del mandato di arresto, sostenendo che le prove a carico di Ya'alon fossero insufficienti[20][21]. Ya'alon poté quindi lasciare la Nuova Zelanda.

Preoccupato per una simile procedimento sempre relativo ai fatti del 2002, Ya'alon cancellò un viaggio nel Regno Unito il 5 dicembre 2009, perché paventava un possibile arresto con l'accusa di crimini di guerra intrapresa da un'Alta Corte spagnola[22].

Ya'alon nell'ottobre 2015, dopo un incontro con Ashton Carter.

Alcune affermazioni di Ya'alon hanno ricevuto critiche, soprattutto quelle attinenti alla questione palestinese. Il 27 agosto 2002 affermò al quotidiano Haaretz:

(inglese)
«The Palestinian threat harbors cancer-like attributes that have to be severed. There are all kinds of solutions to cancer. Some say it's necessary to amputate organs but at the moment I am applying chemotherapy.»

(italiano)
«La minaccia palestinese ospita attributi simili al cancro che devono essere recisi. Ci sono tanti tipi di soluzioni per il cancro. Alcuni sostengono che sia necessario amputare gli organi, ma al momento sto applicando la chemioterapia

Nel gennaio del 2004 affermò pubblicamente che tredici soldati della Sayeret Matkal che si erano rifiutati di operare nei territori palestinesi occupati "stavano nominando il nome della loro unità invano".

Nel gennaio del 2008, nel corso di una discussione al Centro Interdisciplinare Herzliya, affermò che:

(inglese)
«We have to confront the Iranian revolution immediately. There is no way to stabilize the Middle East today without defeating the Iranian regime. The Iranian nuclear program must be stopped. We have to consider killing him. All options must be considered.»

(italiano)
«Dobbiamo affrontare la rivoluzione iraniana immediatamente. Non c'è modo di stabilizzare il Medio Oriente senza sconfiggere il regime iraniano. Il programma nucleare deve essere fermato. Dobbiamo considerare la possibilità di ucciderlo (Ahmadinejad). Tutte le opzioni devono essere considerate.»

Nell'agosto del 2009 Ya'alon visitò le rovine di Homesh, un insediamento israeliano distrutto nell'ambito del piano di disimpegno unilaterale israeliano da Gaza[26]. Egli si espresse in favore della legittimità degli avamposti israeliani; inoltre partecipò ad un convegno del movimento estremista Manhigut Yehudit ("Guida Ebrea") all'interno del Likud, nel corso del quale condannò il piano di disimpegno, definendo il movimento anti-insediamenti Peace Now un "virus"[27].

In seguito, dopo un colloquio con il primo ministro Netanyahu, ritrattò le proprie affermazioni dichiarando che egli:

(inglese)
«recognized the importance of democratic discourse and respecting other opinions.»

(italiano)
«riconosceva l'importanza del dibattito democratico e del rispetto delle opinioni degli altri.»

Ya'alon con il ministro della difesa nazionale canadese Rob Nicholson e il segretario della difesa degli Stati Uniti d'America Chuck Hagel, all'Halifax International Security Forum del 2013.

Nel gennaio del 2014 Ya'alon fu citato da un quotidiano israeliano, secondo il quale definiva il segretario di Stato degli Stati Uniti d'America John Kerry "ossessivo" e "messianico", affermando che

(inglese)
«cannot teach me a single thing about the conflict with the Palestinians. The only thing that can save us is if Kerry wins the Nobel Prize and leaves us alone.»

(italiano)
«non può insegnarmi nulla sul conflitto con i palestinesi. L'unica cosa che ci può salvare è se Kerry vincesse il premio Nobel e ci lasciasse da soli.»

Le frasi a lui attribuite, ma mai confermate, innescarono un incidente diplomatico con il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e suscitato le critiche dei membri del governo israeliano. Nell'ottobre del 2014, nel corso di una visita di Ya'alon negli Stati Uniti finalizzata ad un incontro con il suo omologo, il segretario della difesa Chuck Hagel, gli fu negato un incontro con il vicepresidente Joe Biden e con Kerry stesso[30].

Nell'ottobre del 2014 Ya'alon si espresse favorevolmente al divieto per i palestinesi di utilizzare gli autobus usati dai coloni ebrei. La motivazione addotta da Ya'alon includeva questioni di sicurezza pubblica. Alcuni portavoce delle IDF dichiararono che non sussisteva alcun problema di sicurezza, in quanto tutti i lavoratori palestinesi provenienti dalla Cisgiordania dovevano transitare attraverso posti di blocco[31]. Ya'alon fu pesantemente criticato e la sua esternazione paragonata ad una forma di apartheid; il procuratore generale di Israele Yehuda Weinstein chiese a Ya'alon di motivare pubblicamente la sua decisione[32].

Il 19 maggio 2015 la direttiva di Ya'alon fu concretizzata con un programma sperimentale dell'amministrazione civile secondo il quale i lavoratori palestinesi diretti nel territorio di Israele sarebbero dovuti rientrare nella Cisgiordania attraverso lo stesso posto di blocco per il quale erano entrati e su autobus dedicati ai soli palestinesi[33]. Già il giorno successivo alla proposta, tuttavia, il primo ministro Netanyahu annullò il provvedimento, preoccupato per le eventuali accuse di razzismo e ripercussioni sulla reputazione internazionale di Israele[34][35][36].

Ya'alon con l'attivista antislamista statunitense Pamela Geller.

Verso la fine del 2014, nel corso di un dibattito con coloni israeliani nella Cisgiordania nel quale gli veniva domandato il motivo del ritardo nella costruzione di nuovi insediamenti, Ya'alon rispose che il ritardo era momentaneo e la causa fosse da ricercare nell'amministrazione in carica negli Stati Uniti:

(inglese)
«At present there is a certain administration in Washington, and it is the US that is setting the tone. But this administration won’t be [in power] forever, and I hope it’s temporary.»

(italiano)
«Al momento c'è una certa amministrazione a Washington e sono gli Stati Uniti a condurre questa politica. Ma questa amministrazione non sarà (in carica, ndr) per sempre e spero sia temporanea.»

Ya'alon tuttavia sosteneva che il supporto degli Stati Uniti fosse necessario per contrastare diversi procedimenti diplomatici alle Nazioni Unite, giudicati anti-israeliani.

I commenti trapelarono dall'incontro a porte chiuse e furono trasmessi dalla radio dell'esercito israeliano il giorno seguente. Le affermazioni ebbero subito risonanza internazionale, in un periodo in cui l'opinione pubblica israeliana considerava che i rapporti diplomatici con gli USA si fossero deteriorati per le scarse relazioni tra il governo di Netanyahu e l'amministrazione Obama. In risposta ai commenti di Ya'alon, la portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Jen Psaki affermò:

(inglese)
«Our opposition – this Administration’s opposition to settlements is fully consistent with the policies of administrations for decades, including of both parties. So the notion that that would change is not borne out by history.»

(italiano)
«La nostra opposizione - l'opposizione dell'amministrazione nei confronti degli insediamenti è pienamente coerente con le politiche delle amministrazioni per decenni, da entrambe le parti. Quindi l'idea che questa possa cambiare è smentita dalla storia.»

In parecchie altre circostanze Ya'alon ebbe modo di esternare le proprie critiche nei confronti dell'amministrazione Obama. Il 17 marzo 2014, durante un discorso all'Università di Tel Aviv, affermò che gli Stati Uniti stessero mostrando debolezza nella politica mondiale e che Israele non dovesse confidare nel loro supporto nella questione del programma nucleare iraniano[39][40].

(inglese)
«The US at a certain stage began negotiating with [the Iranians], and unfortunately in the Persian bazaar, the Iranians were better. We [Israelis] have to look out for ourselves.»

(italiano)
«Gli USA ad un certo punto hanno cominciato a trattare (con gli iraniani, ndr) e sfortunatamente nel bazaar persiano gli iraniani sono più forti. Noi (israeliani, ndr) dobbiamo guardarci le spalle da soli.»

Dopo l'ennesima richiesta di chiarimenti e scuse da parte dell'amministrazione americana, Ya'alon dichiarò che le sue frasi non intendevano criticare la politica estera statunitense o danneggiare i rapporti con l'alleato americano.

Per la guerra del Kippur - nastrino per uniforme ordinaria

Per la guerra del Libano (1982) - nastrino per uniforme ordinaria

Comandante della Legion of Merit (USA) - nastrino per uniforme ordinaria

  1. ^ a b c (EN) Moshe "Bogie" Ya'alon, su jewishvirtuallibrary.org.
  2. ^ a b (EN) Moshe (Bogie) Ya'alon, su 5th Annual International Cybersecurity Conference (22-25 giugno 2015). URL consultato il 2 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2016).
  3. ^ (EN) Videoconference brings Minister and community together, su t2010.ort.org, 17 febbraio 2010. URL consultato il 20 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2016).
  4. ^ (HE) אל תצפו למהפכה, su ynet.co.il, 2 marzo 2014.
  5. ^ (EN) Israelis You Should Know: Moshe Ya'alon, su blog.ifcj.org, International Fellowship of Christians and Jews, 4 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2015).
  6. ^ (ENAR) Moshe Yaalon, su washingtoninstitute.org, The Washington Institute for Near East Policy.
  7. ^ (EN) Amnon Meranda, Yaalon: Withdrawals must end, Ynetnews, 18 novembre 2008.
  8. ^ (EN) Likud Top 40 Who's Who in the New Party Line-up, Haaretz, 9 dicembre 2008.
  9. ^ (EN) Nir Elias, Ex-general Yaalon named as Israeli defense minister, Reuters, 17 marzo 2013.
  10. ^ (EN) Mazal Mualem, New Israeli Defense Minister No Threat to Netanyahu's Policies, Al-Monitor, 13 marzo 2013. URL consultato il 2 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2014).
  11. ^ (EN) Ya'alon: Merkava tank will not be discontinued, Ynetnews, 13 agosto 2013.
  12. ^ (EN) Israel restarts Merkava tank production, United Press International, 16 agosto 2013.
  13. ^ (EN) Yaakov Lappin, Report: Ya'alon moves to name anti-assimilation group Lehava a terrorist organization, The Jerusalem Post, 4 gennaio 2015.
  14. ^ Daniel Reichel, Israele – Tolleranza zero contro gli estremisti, su moked.it, 11 agosto 2015.
  15. ^ (EN) Adiv Sterman, Ya’alon backs same-sex marriage in Israel, Times of Israel, 7 febbraio 2015.
  16. ^ (EN) Belhas v. Ya’alon, su ccrjustice.org, CCR, 15 luglio 2015.
  17. ^ (EN) District Court Proceedings: Belhas Dismissal (PDF), su ccrjustice.org, United States District Court for the District of Columbia, 14 dicembre 2006.
  18. ^ (EN) On 12th Anniversary of IDF Shelling U.N. Compound CCR Calls on Israel to Compensate Qana Survivors, su ccrjustice.org, CCR, 18 aprile 2008.
  19. ^ (EN) Ex-Israeli army chief praises NZ for wiping arrest warrant, The New Zealand Herald, 3 dicembre 2006.
  20. ^ (EN) David Eames, Government overrules war-crimes arrest order, The New Zealand Herald, 1º dicembre 2006.
  21. ^ (EN) New Zealand Cancels Ya'alon Warrant After He Leaves, Haaretz, 1º dicembre 2006.
  22. ^ (EN) Israel minister feared UK arrest, BBC News, 5 ottobre 2009.
  23. ^ (EN) Ari Shavit, The Enemy Within, Haaretz, 29 agosto 2002.
  24. ^ (EN) Paul Sheehan, Israeli hawks ready to fly on Iran, The Sydney Morning Herald, 24 novembre 2008.
  25. ^ (EN) Ya'alon: Israel Must 'Consider Killing Ahmadinejad', Haaretz, 24 novembre 2008.
  26. ^ (EN) Chaim Levinson, Ya'alon Calls on State to Drop 'Illegal' Qualifier From Outposts, Haaretz, 18 agosto 2009.
  27. ^ (EN) Israeli minister calls anti-settler group a "virus", Reuters, 19 agosto 2009.
  28. ^ (EN) Barak Ravid, Mazal Mualem, Chaim Levinson, Vice Premier Backtracks After Calling Peace Now, Elites 'A Virus', Haaretz, 21 agosto 2009.
  29. ^ Maayan Lubell, Israel's Defense Minister Moshe Yaalon Says John Kerry Messianic, Obsessive: Report, The Huffington Post, 14 gennaio 2014.
  30. ^ (EN) Matt Lee, US officials confirm: Israel defense chief denied meetings, Times of Israel, 25 ottobre 2014.
  31. ^ (EN) Spencer Ho, Directive to keep returning West Bank workers off Israeli buses, Times of Israel, 26 ottobre 2014. URL consultato il 2 febbraio 2016 (archiviato il 26 giugno 2016).
  32. ^ (EN) Robert Tait, Palestinian 'apartheid' bus row escalates as Israeli minister Moshe Ya'alon ordered to explain ban, The Daily Telegraph, 28 ottobre 2014.
  33. ^ (EN) Chaim Levinson, Israel Begins Separating Palestinians, Israelis on West Bank Buses, Haaretz, 20 maggio 2015.
  34. ^ (EN) Netanyahu cancels West Bank Palestinian bus segregation, Al Jazeera, 20 maggio 2015.
  35. ^ (EN) Robert Tait, Ban on Palestinians riding same buses as Jewish settlers suspended after backlash, The Daily Telegraph, 20 maggio 2015.
  36. ^ (EN) Isabel Kershnermay, Israel Cancels Project Barring Palestinians From Some Buses to the West Bank, The New York Times, 20 maggio 2015.
  37. ^ (EN) Tovah Lazaroff, Ya'alon: Obama administration temporary, pressure to halt settlements 'not forever', The Jerusalem Post, 12 ottobre 2014.
  38. ^ (EN) Tovah Lazaroff, US responds to Ya'alon: Opposition to West Bank settlements will outlast Obama, The Jerusalem Post, 11 novembre 2014.
  39. ^ (EN) Laura Rozen, Israel DM Ya'alon clarifies his comments on US (updated), Al-Monitor, 19 marzo 2014.
  40. ^ (EN) Israel can’t rely on ‘weak’ US to deal with Iran, Ya’alon warns, Times of Israel, 18 marzo 2014.
  41. ^ (EN) Barak Ravid, Defense Minister Leans Toward Israeli Operation in Iran, as Obama Portrays 'Weakness', Haaretz, 18 marzo 2014.

V · D · M

Palestina (bandiera) Conflitto arabo-israeliano Israele (bandiera)
Paesi e istituzioni Persone Conflitti Diplomazia

Israele (bandiera) Israele:

IDF
Polizia israeliana
Mossad
Shin Bet


Palestina (bandiera) Palestina:

Principali:

OLP
ANP
Al-Fatah
Hamas

Altri:

Martiri di al-Aqsa
FDLP
FLP
Jihad Islamica palestinese
FLPP
FPLP
FPLP-CG
CPR
Hezbollah

Influenze:

ONU
Europa (bandiera) Unione europea
Lega araba
Egitto (bandiera) Egitto
Germania (bandiera) Germania
Francia (bandiera) Francia
Iran (bandiera) Iran
Iraq (bandiera) Iraq
Giordania (bandiera) Giordania
Libano (bandiera) Libano
Libia (bandiera) Libia
Fratelli Musulmani
Russia (bandiera) Russia
Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita
Siria (bandiera) Siria
Tunisia (bandiera) Tunisia
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti d'America
Yemen (bandiera) Yemen

Israele (bandiera) Yigal Allon
Israele (bandiera) Moshe Arens
Israele (bandiera) Amihai Ayalon
Israele (bandiera) Ehud Barak
Israele (bandiera) Haim Bar-Lev
Israele (bandiera) Menachem Begin
Israele (bandiera) David Ben Gurion
Israele (bandiera) Meir Dagan
Israele (bandiera) Moshe Dayan
Israele (bandiera) Avi Dichter
Israele (bandiera) Yuval Diskin
Israele (bandiera) Abba Eban
Israele (bandiera) David Elazar
Israele (bandiera) Levi Eshkol
Israele (bandiera) Ephraim Halevy
Israele (bandiera) Dan Halutz
Israele (bandiera) Tzipi Livni
Israele (bandiera) Golda Meir
Israele (bandiera) Shaul Mofaz
Israele (bandiera) Yitzhak Mordechai
Israele (bandiera) Benjamin Netanyahu
Israele (bandiera) Ehud Olmert
Israele (bandiera) Shimon Peres
Israele (bandiera) Yaakov Peri
Israele (bandiera) Yitzhak Rabin
Israele (bandiera) Amnon Lipkin-Shahak
Israele (bandiera) Yitzhak Shamir
Israele (bandiera) Ariel Sharon
Israele (bandiera) Shabtai Shavit
Israele (bandiera) Moshe Ya'alon
Israele (bandiera) Danny Yatom
Israele (bandiera) Zvi Zamir


Palestina (bandiera) Abu Abbas
Palestina (bandiera) Mahmūd Abbās
Palestina (bandiera) Moussa Arafat
Palestina (bandiera) Yasser Arafat
Palestina (bandiera) Fārūq Qaddūmī
Palestina (bandiera) Yahya Ayyash
Palestina (bandiera) Marwan Barghuthi
Palestina (bandiera) Mohammed Dahlan
Palestina (bandiera) Mohammed Deif
Palestina (bandiera) George Habash
Palestina (bandiera) Wadie Haddad
Palestina (bandiera) Isma'il Haniyeh
Palestina (bandiera) Nayef Hawatmeh
Palestina (bandiera) Amin al-Husseini
Palestina (bandiera) Ghazi Jabali
Palestina (bandiera) Ahmed Jibril
Palestina (bandiera) Abu Jihad
Palestina (bandiera) Salah Khalaf
Palestina (bandiera) Leila Khaled
Palestina (bandiera) Sheikh Khalil
Palestina (bandiera) Khaled Mesh'al
Palestina (bandiera) Zuheir Mohsen
Palestina (bandiera) Abu Ali Mustafa
Palestina (bandiera) Abu Nidal
Palestina (bandiera) Izz al-Din al-Qassam
Palestina (bandiera) Jibril Rajoub
Palestina (bandiera) Abd al-Aziz al-Rantissi
Palestina (bandiera) Ali Hasan Salama
Palestina (bandiera) Salah Shahade
Palestina (bandiera) Ramadan Shallah
Palestina (bandiera) Fathi Shaqaqi
Palestina (bandiera) Ahmed Yassin
Palestina (bandiera) Mohammed Sinwar

1920 - moti palestinesi
1921 - moti di Giaffa
1929 - moti palestinesi
1929 - massacro di Hebron
1936–1939 - Rivolta Araba
1937–1939 - attacchi dell'Irgun
1947 - moti di Gerusalemme
1947-1949 - guerra arabo-israeliana
- 1947-1948 guerra civile
- 1947-1948 - eventi nei centri urbani
- 1948 - massacri di guerra
- Piano Dalet
- 1948 - massacro di Deir Yassin
- 1948 - massacro Hadassah
- 1948 - esodo palestinese
1948-1967 - esodo ebraico
1948-1967 - lista degli attacchi terr. contro Israele
1953-1955 Unità 101
1956 - crisi di Suez
1966 - incidente di Samu
1967 - guerra dei sei giorni
1968 - battaglia di Karameh
1968-1970 - guerra d'attrito
1970 - massacro dello scuolabus di Avivim
1970 - Settembre nero in Giordania
1972 - massacro di Monaco
- 1972 - operazione Ira di Dio
- 1972 - raid aerei israeliano in Siria e Libano
- 1973 - operazione Primavera di Gioventù
1973 - Guerra del Kippur
- 1973 - strage di Fiumicino
1974 - massacro di Kiryat Shmona
1974 - massacro di Ma'alot
1975 - attacco all'hotel Savoy
1975 - inizio della guerra civile libanese
1975 - attentati della Ben Yehuda Street
1976 - operazione Entebbe
1978 - massacro della Strada costiera
1978 - 1ª invasione israeliana del Libano
1979 - vicenda dei missili di Ortona
1980 - attacco di Misgav An
1982 - 2ª invasione israeliana del Libano
- 1982 - assedio di Beirut
- 1982 - massacro di Sabra e Chatila
- 1982 - attentato alla sinagoga di Roma
1984 - caso del Kav 300
1985 - Dirottamento del volo TWA 847
1985 - attentato al Café de Paris di via Veneto
1985 - attentato contro la British Airways in via Bissolati
1985 - attacco di Larnaca e sequestro della First
1985 - operazione Gamba di Legno
1985 - dirottamento della nave Achille Lauro
- 1985 - omicidio di Leon Klinghoffer
- 1985 - crisi di Sigonella
1985 - strage di Fiumicino
1987 - Notte dei deltaplani
1987-1993 - Prima intifada
- 1988 - raid di Tunisi
- 1989 - massacro del bus 405
1993-1999 - attentati suicidi palestinesi
1994 - massacro di Hebron
1997 - attentato al mercato di Mahane Yehuda
2000-2005 - Seconda intifada
2000 - linciaggio di Ramallah
2001 - Santorini
2002 - operazione Arca di Noè
2002 - massacro di Pesach
2002 - operazione Scudo difensivo
- 2002 - battaglia di Jenin
- 2002 - attentato al mercato di Mahane Yehuda
- 2002 - assedio di Betlemme
- 2002 - battaglia di Nablus
2002 - operazione Percorso Determinato
2003 - raid aereo Ain es Saheb
2004 - conflitto Israele-Gaza
- 2004 - operazione Arcobaleno
- 2004 - operazione Giorni di penitenza
2006 - operazione Bringing Home the Goods
2006 - 3ª invasione israeliana del Libano
2006 - conflitto Israele-Gaza
- 2006 - esplosione alla spiaggia di Gaza
- 2006 - operazione Piogge estive
- 2006 - operazione Nuvole d'autunno
- 2006 - bombardamento di Beit Hanoun
2006-2007 - conflitto Fatah-Hamas
- 2007 - battaglia di Gaza
2007 - blocco della Striscia di Gaza
2008 - Conflitto Israele-Gaza
- 2008 - operazione Inverno caldo
2008 - massacro di Mercaz Harav
2008 - attacco bulldozer di Gerusalemme
2008-2009 - operazione Piombo fuso
2010 - incidente della Freedom Flotilla
2010 - campagna di militanza palestinese
2011 - attacco di Itamar
2012 - operazione Colonna di nuvola
2014 - operazione Margine di protezione
2021 - crisi israelo-palestinese
2023 - attacco di Hamas a Israele
2023 - guerra Israele-Hamas
1915 - Corrisp. Husayn-McMahon
1916 - Accordo Sykes-Picot
1917 - Dichiarazione di Balfour
1919 - Accordo Faysal-Weizmann
1919 - Commissione King-Crane
1920 - Conferenza di Sanremo
1937 - Commissione Peel
1939 - Libro Bianco
1947 - Piano di spartizione dell'ONU
1948 - Indipendenza israeliana
1948 - Risoluzione ONU 194
1967 - Risoluzione ONU 242
1978 - Accordi di Camp David
1988 - Indipendenza palestinese
1991 - Conferenza di Madrid
1993 - Accordi di Oslo
1995 - Oslo II
1997 - Protocollo di Hebron
1998 - Memorandum di Wye River
1999 - Memorandum di Sharm el-Sheikh
2000 - Vertice di Camp David
2001 - Summit di Taba
2002 - Iniziativa di pace araba
2002 - Road map for peace
2002 - Quartetto per il Medio Oriente
2005 - Disimpegno israeliano da Gaza
2007 - Conferenza di Annapolis
2011 - Palestina 194
2012 - Risoluzione ONU 67/19
2012 - Accordo di Doha
Aspetti rilevanti
Territori palestinesi · Insediamenti israeliani · Territori occupati da Israele · Barriera di separazione israeliana · Rifugiati palestinesi · Status di Gerusalemme ·
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