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Nerone (film 1977) - Wikipedia

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Nerone
Nerone (Pippo Franco) e Roscio (Bombolo)
Paese di produzioneItalia
Anno1977
Durata105 min
Generecommedia
RegiaCastellacci e Pingitore
SoggettoCastellacci e Pingitore
SceneggiaturaCastellacci e Pingitore
ProduttoreMario Cecchi Gori
Casa di produzioneCapital Film
Distribuzione in italianoGold Film
FotografiaSergio Martinelli
MontaggioAlberto Gallitti
MusicheFlavio Bocci
ScenografiaEnrico Rufini, Maurizio Tognalini
CostumiEnrico Rufini, Maurizio Tognalini
TruccoManlio Rocchetti
Interpreti e personaggi

Nerone è un film del 1977 diretto da Mario Castellacci e Pier Francesco Pingitore, parodia dell'ascesa al trono imperiale di Nerone.

Trama

Il giovane Nerone è incoronato imperatore grazie alla sua furbizia e all'aiuto della madre Agrippina, ma presto è considerato pazzo dal popolo romano e rinchiuso nel manicomio.

Produzione

Il film è una parodia che punta a smentire gli storici circa la reputazione totalmente negativa dell'imperatore, inframezzato da temi di attualità degli anni settanta come il femminismo e le agitazioni politiche.

«È un film comico-satirico in cui, prendendo spunto da una figura come Nerone cerchiamo di rovesciare diametralmente il giudizio della storia. Cioè contraddicendo alla figura consacrata del «più cattivo dei cattivi», così come ce l'hanno tramandata Tacito e Svetonio, con l'intento di minimizzare il tabù del male. Sbriciolare il mito del male vuol dire spuntare le armi alla retorica dei salvatori della patria, dei tribuni della plebe, dei predicatori di sventure, degli imbroglioni travestiti da eroi. Nerone lo sa e per questo si batte. Tutto questo sviluppato in senso anacronistico e allusivo, con la Roma remota che ammicca all'Italia d'oggi, ai suoi personaggi, ai suoi temi, attraverso un intreccio di congiure, parodia di quelle tipiche del mondo imperiale romano ma anche del nostro mondo. Il tutto con linguaggio rozzo e plebeo però stilizzato con la tecnica e l'ironia del cabaret.»

Il film fu girato in vari punti storici della Roma imperiale, tra cui: i giardini di Villa Adriana a Tivoli, le terme di Caracalla, il teatro romano di Ostia e il circo di Massenzio.[2]

Distribuzione

La pellicola fu distribuita nei cinema il 2 gennaio 1977.[3] Subì la censura di tre scene per volere della commissione di revisione cinematografica; le scene tagliate furono:

  1. Agrippina che offre il seno a Nerone;
  2. Scena comprendente una statuetta con fallo;
  3. Tigellino e Sporo nel letto abbracciati.[4]

Accoglienza

Critica

«[...] Purtroppo Castellacci e Pingitore non hanno il sarcastico estro dissacrante di Ettore Petrolini, e questa loro pesante scanzonatura del «divino» imperatore e della sua epoca dissoluta si esaurisce in una buffonata più d'avanspettacolo che di cabaret, nella quale le ampie concessioni alla platealità più sbracata potranno forse trovare simpatia presso certi strati di spettatori corrivi, ma sono ben distanti dalla geniale causticità con cui il grande attore romanesco aveva beffato il figlio di Agrippina attraverso una satira della quale il cinema, con un medio-metraggio realizzato nel 1930 da Blasetti, ha perpetuato il vigore corrosivo. Quest'altro Nerone, per quanto prodotto da un produttore di buon nome, Mario Cecchi Gori, non lascerà invece durevole ricordo in chi lo vede. Battute e situazioni suggerite dalla realtà odierna non si amalgamano con i riferimenti storici, e l'idea di inserire nella storiella le figure di Licia, Vinicio Pietro, chieste in prestito al Quo vadis? di Sienkiewicz, si riduce ad un mero pretesto per fare della prima una femminista che si spoglia e del terzo un ringhioso agit-prop. [...]»

«[...] Riprendendo la tecnica di La vera storia di Romolo e Remo, Castellacci e Pingitore contaminano la storia di Nerone oltre che con il Quo Vadis? con l'attualità e la politica (ci sono i pretoriani del dissenso, San Pietro che tenta il compromesso storico con il partito di Seneca, i seguaci di Galba che piacciono a tutti perché «galbani vuol dire fiducia»). Risultati modesti. Molto dipenderebbe dagli attori, se non fossero distratti. Il protagonista Pippo Franco è bravo unicamente quando canta le strofette maliziose, Montesano fa Petronio Arbitro ma più spesso rifà Caprioli il gigione e la Buccella almeno si spoglia alla Marilyn, da finta tonta. Nel pasticcio globale si prova imbarazzo per la grande maschera di Aldo Fabrizi, umiliato a dipingere un Galba stitico e per Paola Borboni, costretta a esibire un seno datato 1° gennaio 1900.»

Note

  1. ^ Finito a Massenzio un altro Nerone, in Il Piccolo, 25 novembre 1976, p. 9.
  2. ^ Nerone (1977). Location verificate, su davinotti.com. URL consultato l'11 gennaio 2025.
  3. ^ Schermi e ribalte. Prime visioni (PDF), in l'Unità, 2 gennaio 1977, p. 9.
  4. ^ Nerone, su italiataglia.it, 29 dicembre 1976. URL consultato l'11 gennaio 2025.
  5. ^ a.v. [Achille Valdata], Nerone e le femministe, in La Stampa, 22 gennaio 1977, p. 9.
  6. ^ p. per. [Piero Perona], Nerone cabaret, in Stampa Sera, 24 gennaio 1977, p. 21.

Collegamenti esterni