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Osio Sopra
comune

Osio Sopra – Stemma

Osio Sopra – Bandiera

Osio Sopra – Veduta
Osio Sopra – Veduta
La parrocchiale di San Zenone
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoEdilio Pelicioli (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°38′N 9°35′E
Altitudine192 m s.l.m.
Superficie5,18 km²
Abitanti5 157[2] (31-1-2024)
Densità995,56 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiDalmine, Filago, Levate, Osio Sotto
Altre informazioni
Cod. postale24040
Prefisso035
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016152
Cod. catastaleG159
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 428 GG[4]
Nome abitantiosiesi
Patronosan Zenone
Giorno festivo12 aprile
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Osio Sopra

Osio Sopra

Osio Sopra – Mappa
Osio Sopra – Mappa
Posizione del comune di Osio Sopra nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale
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Osio Sopra [ˈɔːzjo ˈsoːpɾa] (Öss de Sùra [ˈøs dɛˈsuɾa , ˌøzdɛˈsuɾa] in dialetto bergamasco[5][6]) è un comune italiano di 5 157 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia. Situato nella pianura centrale bergamasca, dista circa 10 chilometri a sud dal capoluogo orobico.

La storia del paese è strettamente legata con quella di Osio Sotto, con il quale ha condiviso gran parte delle proprie vicende storiche.

I primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando sul territorio era presente un'importante via di comunicazione che partiva dalla città di Milano e, passando dal Ponte corvo in località di Marne, giungeva fino a Bergamo. Nel capoluogo l'ultimo tratto di questa strada era chiamato appunto via Osio, fatto che ribadiva l'importanza del borgo osiense.

In quei tempi ad Osio si verificò un'importante opera di centuriazione, con la quale si ebbe un primo sviluppo urbanistico del pagus, in cui ricoprì grande importanza la famiglia patrizia della gens Otia (o gens Oxia), da cui poi ebbe origine il toponimo.

Con il termine dell'impero romano il territorio cominciò a spopolarsi in seguito alle invasioni barbariche, che lo resero insicuro e pericoloso. Soltanto l'arrivo dei Longobardi acquietò la situazione, che conobbe un ulteriore sviluppo con il successivo avvento dei Franchi. Questi ultimi crearono i presupposti per la formazione del Sacro Romano Impero, istituzione che diede il via al feudalesimo.

Ed è in questo periodo storico che appaiono i primi documenti scritti che attestano l'esistenza di Osio, menzionato in atti del IX e X secolo come "Osio superiore"[7].

Inizialmente affidato in gestione alla diocesi di Bergamo, il territorio fu presto al centro delle mire espansionistiche delle famiglie più in vista, tanto da rendere obbligatoria la costruzione di un castello a scopi difensivi, in cui la popolazione poteva rifugiarsi in caso di attacco.

Nel mezzo di queste lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, Osio subì una serie di incursioni, dovute alla sempre maggiore importanza che il centro andava assumendo, anche per via delle attività estrattive di salnitro. Sono documentati scontri tra le opposte fazioni nel 1299, anche se il massimo livello di recrudescenza del fenomeno si ebbe negli anni compresi tra il 1405 ed il 1407.

La situazione si tranquillizzò quando, nel 1427, Osio entrò a fare parte della Repubblica di Venezia. Questa emanò una serie di decreti, tra cui la costruzione di canali artificiali (su tutti la roggia Colleonesca) utilizzati per scopi irrigui, che permisero un rapido sviluppo economico trainato dall'allevamento e dall'agricoltura, con un conseguente miglioramento delle condizioni sociali. I secoli successivi non videro più accadere episodi di rilievo ad Osio, che seguì le sorti politiche del resto della provincia, inserita nella Repubblica Cisalpina nel 1797, trasferita nel 1815 nel Regno Lombardo-Veneto ed infine definitivamente unita al Regno d'Italia nel 1859.

Nel primo decennio del XX secolo in località Rasica, situata sul confine con Osio Sotto, si sviluppò un piccolo aeroporto che tuttavia ebbe vita breve, dal momento che qualche anno più tardi venne sostituito da quello sito ad Orio al Serio.

Soltanto a partire dalla seconda metà del XX secolo il territorio fu interessato da un progressivo abbandono delle attività rurali, sostituite da un notevole incremento industriale.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 marzo 1985.

«Troncato: nel PRIMO, di rosso, alla fibula d'oro, con la convessità verso il capo, accompagnata da due anelli dello stesso, il tutto ordinato in fascia; nel SECONDO, d'argento, al gelso al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Nello stemma sono raffigurati dei reperti rinvenuti nel territorio: una fibula e due anelli risalenti all'età del bronzo. Nella parte inferiore una pianta di gelso a rappresentare la coltura di questo arbusto.

Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di rosso.

In ambito religioso molto importante è la chiesa parrocchiale di San Zenone che, risalente al medioevo, racchiude opere pittoriche di buon pregio di pittori lombardi. Si racconta inoltre che questo edificio sacro venne edificato con il materiale di un antico castello, di cui ora non esistono resti.

Santuario della Madonna della Scopa

In un quartiere di recentissima formazione il monumento più notevole è costituito dall'antico santuario della Madonna della Scopa. La chiesa era inizialmente assai piccola, in seguito fu protetta sul frontale da un portico della profondità di circa 4-5 metri, successivamente incorporato nella costruzione globale, la quale era adorna di graffiti ed affreschi che si fanno risalire al 1400.

Edificato nel XV secolo, inizialmente aveva dimensioni molto ridotte, per poi essere più volte ampliato, l'ultima delle quali all'inizio del XX secolo, quando assunse l'attuale configurazione. Molto caratteristiche sono le sue pareti, completamente dipinte dal pittore Abramo Spinelli insieme a dei decoratori.

La tradizione vorrebbe farne risalire il nome al fatto che la Madonna dovette intervenire direttamente per pulire il vecchio edificio sacro lasciato in uno stato di abbandono.

Vicino alla chiesa verso la fine del Seicento sorse una fornace conosciuta col nome di "fornace della scopa" per la vicinanza del santuario omonimo. Questa fornace cavava terra sulla via per Levate e rifornì di laterizi il cantiere della chiesa parrocchiale.

Oggi intorno alla chiesetta si è sviluppato un quartiere residenziale. Un viale alberato, accessibile solo a piedi o in bicicletta denominato Viale degli angeli collega il santuario al centro del paese.

Abramo Spinelli. Affresco dell'abside del santuario della Madonna della scopa

Merita una menzione il Palazzo Camozzi-Andreani (Villa Andreani), conosciuto anche come "palazzo delle Gigine", edificato nel XVIII secolo.

Abitanti censiti[8]

Fra il 1890 e il 1953 la località era servita dalla tranvia Monza-Trezzo-Bergamo[9].

  1. ^ Comune di Osio Sopra - Statuto
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 461, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  7. ^ Aldo A. Settia, Insediamenti geminati nella Bergamasca altomedievale [A stampa in Bergamo e la montagna nel Medioevo. Il territorio orobico fra città e poteri locali, a cura di Riccardo Rao = “Bergomum. Bollettino annuale della Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo”, 104-105 (2009-2010), pp. 21-32 © dell’autore - Distribuito in formato digitale da “Reti medievali”, www.biblioteca.retimedievali.it].[1]
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ Paolo Zanin, Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2ª ed., Firenze, Phasar, 2009. ISBN 978-88-6358-028-0.

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