Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964) - Wikipedia
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Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria | |
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Segretario | Tullio Vecchietti (1964-1971) Dario Valori (1971-1972) |
Stato | Italia |
Sede | Roma |
Abbreviazione | PSIUP |
Fondazione | 12 gennaio 1964 |
Derivato da | Partito Socialista Italiano |
Dissoluzione | 13 luglio 1972 |
Confluito in | |
Ideologia | Socialismo Frontismo Marxismo Correnti interne: Socialismo libertario[1] Riformismo[1] |
Collocazione | Sinistra/Sinistra radicale[2] |
Coalizione | con il PCI |
Seggi massimi Camera | 24 / 630 (1964) |
Seggi massimi Senato | 13 / 315 (1968) |
Seggi massimi Consigli regionali | 16 / 690 (1970) |
Testata | Mondo Nuovo (giornale) Problemi del socialismo (rivista teorica) |
Colori | Rosso |
Bandiera del partito | |
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Il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) era un partito politico italiano attivo fra il 1964 e il 1972, nato da una scissione della corrente di sinistra interna del Partito Socialista Italiano, nettamente contraria all'interruzione della linea politica frontista nei confronti del Partito Comunista Italiano (nonché, sul piano diplomatico, dell'Unione Sovietica)[3].
La denominazione di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria era stata in precedenza assunta dal Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1943, a seguito della fusione con il Movimento di Unità Proletaria per la Repubblica Socialista di Lelio Basso e l'Unione Popolare Italiana. Il partito mantenne tale denominazione sino al 1947, quando riacquistò la dicitura PSI per evitare che se ne appropriasse il nuovo partito fondato da Giuseppe Saragat (PSDI).
Dalla fine degli anni cinquanta, in particolare dalla rivoluzione ungherese del 1956, i rapporti del PSI con il PCI si erano chiaramente raffreddati e si ripercuotevano negli equilibri interni al primo, dove vi era una corrente favorevole a mantenere l'unità d'azione con i comunisti (gli appartenenti ad essa erano soprannominati malignamente "carristi", in quanto presunti sostenitori dei carri armati sovietici che stroncarono la rivoluzione ungherese); diversamente gli "autonomisti" spingevano per un'autonomia ancora maggiore che potesse condurre ad avvicinarsi ulteriormente all'area governativa.
Nel 1963, in occasione del voto di fiducia al Governo Moro I, che fu il primo dal 1947 ad avere ministri del PSI e formato, oltre che dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista Italiano, dal Partito Socialista Democratico Italiano e dal Partito Repubblicano Italiano, gli aderenti alla corrente di sinistra che non votarono la fiducia al primo governo di centro-sinistra organico furono quindi sospesi dal partito. I numerosi tentativi di ricomposizione ebbero esito negativo[4].
Nei giorni sabato 11 e domenica 12 gennaio 1964 al Palazzo dei Congressi dell'Eur si tenne un'assemblea della corrente di sinistra del PSI, guidata da Tullio Vecchietti. Il giorno 11 Vecchietti pronunciò un discorso politico riassumendo la situazione. Dopo due giornate di dibattito il 12 gennaio fu proclamata la scissione dal PSI e la nascita de il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, PSIUP, di cui divenne segretario lo stesso Vecchietti.[5][6]
Aderirono allo PSIUP quei militanti socialisti che erano contrari alla collaborazione diretta del PSI, con propri ministri, al primo governo di centro-sinistra, preferendo invece un accordo per un'alleanza di sinistra con il Partito Comunista Italiano all'opposizione del governo a partecipazione socialista[7].
La maggior parte degli aderenti alla corrente di sinistra del PSI, i "carristi" aderirono al nuovo partito.
Aderenti, membri dei gruppi parlamentari:
Deputati
- Giuseppe Avolio, deputato, eletto nel collegio Napoli - Caserta.
- Lelio Basso, deputato, eletto nel collegio di Milano - Pavia.
- Francesco Cacciatore, deputato, eletto nel collegio di Benevento - Avellino - Salerno.
- Vittorio Foa, deputato eletto nel collegio Torino - Novara- Vercelli.
- Vincenzo Gatto, deputato eletto nel collegio di Catania - Messina - Siracusa - Ragusa - Enna
- Lucio Mario Luzzatto, deputato eletto nel collegio Venezia - Treviso.
- Alcide Malagugini, deputato eletto nel collegio Milano - Pavia.
- Dario Valori, deputato, eletto nel collegio di Perugia - Terni - Rieti.
Senatori
- Emilio Lussu, senatore eletto in Sardegna nella circoscrizione di Iglesias.
- Fernando Schiavetti, senatore eletto nelle Marche.
- Vincenzo Milillo, senatore eletto in Abruzzo e Molise.
- Giuseppe Roda, senatore eletto in Lombardia nella circoscrizione Milano VI.
In totale, 24 deputati e 10 senatori che lasciarono il PSI per aderire alla nuova formazione, permettendo la formazione di gruppi parlamentari autonomi in entrambe le camere.
Tra gli altri esponenti vi furono inoltre Lucio Libertini, Mario Albano, oltre ai toscani Silvano Miniati, Guido Biondi, Aristeo Biancolini, Daniele Protti, Dante Rossi, al calabrese Mario Brunetti, al piemontese Pino Ferraris, il pugliese Giacomo Princigalli e i sindacalisti Elio Giovannini, Antonio Lettieri e Gastone Sclavi. Nel 1965 aderì Peppino Impastato.[8]
Non tutti i principali esponenti della corrente di sinistra aderirono al nuovo partito; rimasero nel PSI vari deputati (tra cui Luigi Bertoldi) e senatori, e il segretario della federazione giovanile socialista, Vincenzo Balzamo[9].
Lo PSIUP riportò un buon risultato alle elezioni politiche del 1968, intercettando parte dei consensi della contestazione studentesca, e con il 4,4% di voti ottenne 23 seggi alla Camera dei deputati.
Alle elezioni del 1972 subì però un calo di voti consistente, raccogliendo l'1,9% alla Camera e, a causa della distribuzione territoriale uniforme dei voti, non raggiunse il quorum in alcuna circoscrizione e non elesse alcun deputato.
Il 13 luglio 1972 il IV congresso dello PSIUP deliberò lo scioglimento e la contestuale confluenza nel Partito Comunista Italiano: la maggioranza dei suoi esponenti (il 67%), tra cui Libertini, Valori e Vecchietti, proseguì la propria attività nel PCI.
Una minoranza riformista (il 9%), rappresentata da Giuseppe Avolio, Nicola Corretto e Vincenzo Gatto, ritornò nel Partito Socialista Italiano.
La sinistra (il 23,8%) guidata da Vittorio Foa e Silvano Miniati si pronunciò per una sostanziale continuità, fondando nel luglio del 1972 il Nuovo PSIUP, con il contributo di Guido Biondi, Mario Brunetti, Aristeo Biancolini, Mario Albano, Pino Ferraris e Daniele Protti. Al Nuovo PSIUP presero parte i sindacalisti Elio Giovannini, Antonio Lettieri e Gastone Sclavi e il senatore Dante Rossi, eletto nel 1972 nella lista unitaria PCI-PSIUP e uno dei tre senatori a non accettare di confluire nel PCI. Un particolare ruolo nella fondazione del Nuovo PSIUP è svolto dalla Federazione Provinciale dello PSIUP di Firenze, che riesce ad attrarre anche alcune componenti delle sinistra extraparlamentare, come, per esempio, una parte consistente del gruppo dirigente del Centro di documentazione di Firenze.
Il Nuovo PSIUP pubblicò la rivista "Unità Proletaria", con cadenza quindicinale.
Nel dicembre del 1972 il Nuovo PSIUP si unì ad "Alternativa Socialista", formata da esponenti della componente di sinistra del Movimento Politico dei Lavoratori guidata da Giovanni Russo Spena, Domenico Jervolino, Gian Giacomo Migone, Vittorio Bellavite, costituendo il Partito di Unità Proletaria (PdUP)[10].
Anno | Voti | % | Seggi | |
---|---|---|---|---|
Politiche 1968 | Camera | 1.414.697 | 4,45 | 23 / 630 |
Senato | Nel PCI - PSIUP | 13 / 315 | ||
Politiche 1972 | Camera | 648.591 | 1,94 | 0 / 630 |
Senato | Nel PCI - PSIUP | 11 / 315 |
- Tullio Vecchietti (gennaio 1964 - settembre 1971)
- Dario Valori (ottobre 1971 - luglio 1972)
Capogruppo alla Camera: Lucio Mario Luzzatto.[11]
Capogruppo al Senato: Fernando Schiavetti.[12]
- ^ a b Dizionario di storia.
- ^ https://ilmanifesto.it/un-partito-di-classe-destinato-a-sciogliersi
- ^ https://www.socialismoitaliano1892.it/2021/01/07/la-nascita-e-la-dissoluzione-del-psiup/
- ^ https://www.dellarepubblica.it/congressi-psiup
- ^ https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/photo/detail/IT-GRAMSCI-FT0001-0054665/tullio-vecchietti-e-dario-valori-durante-convegno-nazionale-della-sinistra-del-psi
- ^ https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/bari/1455102/bari-il-ricordo-di-giacomo-princigalli-a-sei-anni-dalla-sua-morte.html
- ^ https://www.socialismoitaliano1892.it/2024/04/18/il-socialista-che-non-trovo-mai-il-socialismo/
- ^ Giuseppe Impastato: l'attività, il delitto, l'inchiesta e il depistaggio, le condanne dei mandanti, su centroimpastato.it, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus., 5 maggio 2012. URL consultato il 25 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2013).
- ^ https://www.avantionline.it/vincenzo-balzamo-serieta-dimpegno-politico-e-fedelta-al-partito/
- ^ https://ilmanifesto.it/il-pdup-il-manifesto-e-la-storia-mancata-del-pci-2
- ^ Lucio Mario Luzzatto, su Camera dei deputati – Portale Storico. URL consultato il 2 luglio 2024.
- ^ Scheda di attività: Fernando SCHIAVETTI – IV Legislatura, su senato.it. URL consultato il 2 luglio 2024.
- Aldo Agosti, Il partito provvisorio: storia del PSIUP nel lungo Sessantotto italiano, Roma-Bari, Laterza, 2013, ISBN 9788858108383.
- Giorgio Galli, Storia del socialismo italiano: da Turati al dopo Craxi, collana I saggi, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2007, ISBN 9788860730824.
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