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Profondità ottica - Wikipedia

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Profondità ottica degli aerosol, in inglese: Aerosol Optical Depth (AOD), a 830 nm misurata con un fotometro solare dal 1990 al 2016 al Geronimo Creek Observatory, in Texas. Le misurazioni sono state effettuate a mezzogiorno in giornate prive di nubi. I picchi nel grafico indicano la presenza di fumo, polvere o smog. In estate viene rilevata la presenza di polvere del Sahara.

In fisica, la profondità ottica o spessore ottico, è espressa dal logaritmo naturale del rapporto tra il flusso radiante incidente e quello trasmesso attraverso un materiale.[1] Questo implica che più è grande la profondità ottica, tanto più piccola è la quantità di radiazione trasmessa attraverso il materiale.

La profondità ottica è una quantità adimensionale e non è una lunghezza, nonostante sia una funzione monotona crescente con la lunghezza del cammino ottico e che si approssima a zero quando la lunghezza del percorso si approssima a zero. La dizione densità ottica non è è raccomandata dalla IUPAC.[1]

In chimica, al posto della profondità ottica si utilizza una quantità strettamente correlata chiamata assorbanza, che è data dal normale logaritmo del rapporto tra il flusso radiante incidente e quello trasmesso attraverso un materiale; è cioè la profondità ottica divisa per il ln 10.

La profondità ottica di un materiale, denotata {\textstyle \tau }, è data da:[2]

\tau =\ln \!\left({\frac {\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {i} }}{\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {t} }}}\right)=-\ln T

dove

L'assorbanza {\textstyle A} è collegata alla profondità ottica da:

\tau =A\ln {10}

Per un dato materiale, la profondità ottica spettrale in frequenza e la profondità ottica spettrale in lunghezza d'onda, denotate rispettivamente da {\displaystyle \tau _{\nu }} e {\displaystyle \tau _{\lambda }}, sono date da:[1]

\tau _{\nu }=\ln \!\left({\frac {\Phi _{\mathrm {e} ,\nu }^{\mathrm {i} }}{\Phi _{\mathrm {e} ,\nu }^{\mathrm {t} }}}\right)=-\ln T_{\nu }
\tau _{\lambda }=\ln \!\left({\frac {\Phi _{\mathrm {e} ,\lambda }^{\mathrm {i} }}{\Phi _{\mathrm {e} ,\lambda }^{\mathrm {t} }}}\right)=-\ln T_{\lambda },

dove

L'assorbanza spettrale è correlata alla profondità ottica spettrale da:

\tau _{\nu }=A_{\nu }\ln 10,
\tau _{\lambda }=A_{\lambda }\ln 10,

dove

  • {\displaystyle A_{\nu }} è l'assorbanza spettrale in frequenza;
  • {\displaystyle A_{\lambda }} è l'assorbanza spettrale in lunghezza d'onda.

La profondità ottica misura l'attenuazione del flusso radiante trasmesso in un materiale. L'attenuazione può essere causata da assorbimento, riflessione, diffusione e altri processi. La profondità ottica del materiale è approssimativamente uguale all'attenuazione quando l'assorbanza è molto minore di 1 e contemporaneamente l'emittanza è molto minore della profondità ottica:

\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {t} }+\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {att} }=\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {i} }+\Phi _{\mathrm {e} }^{\mathrm {e} },
T+ATT=1+E,

dove:

  • Φet è il flusso radiante trasmesso dal materiale;
  • Φeatt è il flusso radiante attenuato dal materiale;
  • Φei è il flusso radiante ricevuto dal materiale;
  • Φee è il flusso radiante emesso dal materiale;
  • T = Φetei è la trasmittanza del materiale;
  • ATT = Φeattei è l'attenuazione del materiale;
  • E = Φeeei è l'emittanza del materiale,

e secondo la legge di Lambert-Beer,

T=e^{-\tau },

cosicché:

ATT=1-e^{-\tau }+E\approx \tau +E\approx \tau ,\quad {\text{se}}\ \tau \ll 1\ {\text{and}}\ E\ll \tau .

La profondità ottica di un materiale è correlata anche al suo coefficiente di assorbimento da:

\tau =\int _{0}^{l}\alpha (z)\,\mathrm {d} z,

dove

  • l è lo spessore di materiale attraverso cui passa la luce;
  • α(z) è il coefficiente di assorbimento o coefficiente di assorbimento napieriano del materiale in z;

se α(z) è uniforme lungo il cammino, si dice che l'assorbimento è lineare e la relazione diviene:

\tau =\alpha l

A volte la relazione viene espressa usando l'assorbimento di sezione d'urto del materiale, che è il coefficiente di assorbimento diviso per la densità di numero:

\tau =\int _{0}^{l}\sigma n(z)\,\mathrm {d} z,

dove

  • σ è l'assorbimento di sezione d'urto del materiale;
  • n(z) è la densità di numero del materiale in z,

se {\displaystyle n} è uniforme lungo il cammino, cioè {\displaystyle n(z)\equiv N}, la relazione diventa:

\tau =\sigma Nl

Proviamo a pensare alla nebbia: un oggetto immediatamente avanti a noi è ben visibile, quindi in questo caso la nebbia ha come valore di profondità ottica uguale a zero; ma a mano a mano che allontaniamo l'oggetto la profondità ottica aumenta, fino a raggiungere un enorme valore per cui l'oggetto non sarà più visibile.

La profondità ottica è perciò la quantità di luce che viene dispersa, o perché diffusa (sparsa) o perché assorbita, durante un dato percorso in un mezzo. Se {\displaystyle I_{0}} è l'intensità di radiazione alla fonte ed {\displaystyle I} l'intensità osservata dopo un percorso, il {\displaystyle {\tau }} ottico è definito dalla seguente equazione:

{\displaystyle I/I_{0}=e^{-\tau }}

{\displaystyle {\tau }} varia entro 0 e {\displaystyle {+\infty }}; è maggiore o uguale a 1 per i materiali totalmente opachi, più essi diventano trasparenti più il suo valore tende verso lo zero.

{\displaystyle {\tau }\,=-\ln(I/I_{0})}

Nelle scienze atmosferiche la profondità ottica corrisponde al percorso verticale dalla superficie della terra (o dall'altezza dell'osservatore) allo spazio esterno.

Poiché {\displaystyle {\tau }} si riferisce ad un percorso verticale, la profondità ottica per un percorso inclinato sarà: {\displaystyle {\tau '}=m{\tau }}, in cui m (chiamato: fattore di massa aerea), per un'atmosfera aerea-parallela è dato: m = 1/cosθ, dove θ è l'angolo allo zenit del percorso; perciò si avrà:

{\displaystyle I/I_{0}=e^{-m\tau }}

La profondità ottica dell'atmosfera può essere misurata con un fotometro solare, confrontando il valore misurato con quello atteso conoscendo la luminosità solare.

Un altro esempio è in astronomia: le stelle, incluso il Sole, non hanno una superficie vera e propria, ma solo strati di gas che si inspessiscono mano a mano che si va in profondità. La superficie è stata arbitrariamente definita come lo strato in corrispondenza del quale la profondità ottica diventa di 2/3.

Da notare che la profondità ottica di un mezzo risulterà differente a seconda della lunghezza d'onda (in altri termini, del colore della luce).

Per gli anelli planetari questa profondità è la parte di luce trattenuta dall'anello quando si trova tra la fonte e l'osservatore. Ciò è ottenuta di solito durante l'osservazione di occultazioni stellari.

  1. ^ a b c (EN) M. McNaught, A. Wilkinson, IUPAC. Compendium of Chemical Terminology ("Gold Book"), 2ª ed., Oxford, Blackwell Scientific Publications, 1997, DOI:10.1351/goldbook, ISBN 0-9678550-9-8.
  2. ^ Christopher Robert Kitchin, Stars, Nebulae and the Interstellar Medium: Observational Physics and Astrophysics, CRC Press, 1987.
  • Petty Grant W., A First Course in Atmospheric Radiation (2nd Ed.), Sundog Pub, 2006, ISBN 9780972903318.

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