Senis - Wikipedia
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Senis comune | |
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(IT) Senis (SC) Sènis | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvatore Soi (lista civica) dall'11-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 39°49′24.84″N 8°56′19.5″E |
Altitudine | 256 m s.l.m. |
Superficie | 16,06 km² |
Abitanti | 391[1] (30-11-2023) |
Densità | 24,35 ab./km² |
Comuni confinanti | Assolo, Asuni, Laconi, Nureci, Villa Sant'Antonio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09080 |
Prefisso | 0783 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 095054 |
Cod. catastale | I609 |
Targa | OR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) seniesi, senighesi (SC) senighesus |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Senis è un comune italiano di 391 abitanti[1] della provincia di Oristano in Sardegna.
L'area fu abitata già in epoca prenuragica, nuragica e romana, per la presenza nel territorio di numerose testimonianze archeologiche.
Nel medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Parte Valenza. Fino al XIII secolo la villa era protetta da un castello costruito in funzione difensiva sul colle di Funtana Menta. Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese e formò una baronia che vide il susseguirsi di diverse signori e baroni, tra i quali ricoprì l'incarico di primo signore di Senis Luigi Ludovico Pontos (1417-1421), nominato direttamente dal re Alfonso V il Magnanimo.
Nel 1421 il feudo venne acquistato da Francesco Carbonell sotto il cui dominio rimase fino al 1432, anno in cui venne acquistato da Pietro Joffrè (1432-1460) con il titolo di primo Barone, ottenendo dal re il privilegio di trasmettere l'eredità alle figlie femmine, in assenza di maschi.
Il paese venne riscattato ai Nin Zatrillas, ultimi feudatari, nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Dal 1928 al 1950 il comune fu aggregato a quello di Nureci.
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Senis sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 13 febbraio 2006.[3]
«Stemma troncato: il primo, di rosso, alle tredici spighe di grano d'oro, impugnate, legate di azzurro; il secondo, di verde, al mascherone d'oro, col getto d'acqua di azzurro, fluente dalla bocca nella campagna dello stesso, fluttuosa di argento, esso mascherone accompagnato da due cigni di argento, uno a destra, l'altro a sinistra, con le teste all'ingiù volte verso il getto d'acqua, le zampe sostenute da quattro sassi, due e due, tondeggianti, di argento, uscenti dalla campagna. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Nel territorio di Senis sono presenti otto nuraghi e i resti del parco baronale del 1600:
- Nuraghe Amnirinei o Amnirinzi
- Nuraghe Bidda Perda
- Nuraghe Maria Turri
- Nuraghe Monte Santa Vittoria
- Nuraghe Senis Mannu
- Nuraghe Sirigoni
- Nuraghe Tanca Seddau
- Nuraghe Terra Arrubia
- Cava preistorica di selce
- Fontana spagnola di Senis
Abitanti censiti[4]
La variante del sardo parlata a Senis è il campidanese occidentale.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Senis (Oristano) D.P.R. 13.02.2006 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 17 settembre 2021.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
- Vittorio Angius, Luciano Carta (a cura di), Città e villaggi della Sardegna dell'Ottocento. Pabillonis-Zuri, Nuoro, Ilisso Edizioni, 2006, pp. 1554-1556, ISBN 978-88-89188-90-3.
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2014).
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
- Giuseppe Masia, Storia Dell'Antica Baronia di Senis, Ed. S'Alvure, 1992.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 159604737 · LCCN (EN) n95037994 · J9U (EN, HE) 987007537711105171 |
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