La Serie A 1941-1942 è stata la 42ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 13ª a girone unico), disputata tra il 26 ottobre 1941 e il 14 giugno 1942 e conclusa con la vittoria della Roma, al suo primo titolo.
Capocannoniere del torneo è stato Aldo Boffi (Milano) con 22 reti.
Ad avere un ruolo davvero decisivo in questo campionato è però il momento di passaggio dal metodo degli Anni Trenta all'ormai imperante sistema; si spiega così anche la frequenza di risultati clamorosi, dovuti alla difficile introiezione del nuovo modulo da parte di talune squadre.[2]
Fin dall'inizio del campionato, la cui partenza al 26 ottobre lo rese il più "tardivo" nella storia del girone unico,[3] si prese nota di cambiamenti ai vertici della classifica; oltre alle novità tattiche, influirono su questi le scelte sbagliate da parte delle dirigenze delle grandi squadre, la conclusione del ciclo vincente del Bologna, l'avvento delle nuove leve e la chiamata di molti calciatori alle armi.[4][5]
Fu così che balzò immediatamente in testa la Roma, che superò indenne i blitz provenienti da Nord-Est (sugli scudi la grande sorpresa Venezia e la Triestina) e riuscì a mantenere la prima posizione per la maggior parte del girone d'andata.[2] In grave crisi entrò il Bologna, che perse le prime tre partite, rimanendo all'ultimo posto in solitaria: la squadra risentì particolarmente dell'età avanzata dei suoi uomini chiave. La Roma, fedele al metodo e sospinta dai gol del ventenne Amadei,[6] continuò la sua marcia regolare, e il 1º febbraio 1942 vinse il girone d'andata, seguita ad un punto dal Torino e dal Venezia. Quest'ultima si rivelò come migliore interprete del sistema inglese:[2] l'illuminazione dell'allenatore Rebuffo fu quella di adattare a mezzali i due attaccanti Loik e Mazzola.[7]
L'8 marzo i lagunari approfittarono della sconfitta interna della Roma contro il Genova 1893 per balzare in vetta assieme al Torino. Iniziò dunque la lotta a tre, coi piemontesi in fuga, i lagunari in calo e i capitolini in ripresa.[2] Lo scontro diretto fra Roma e Torino del 10 maggio, con entrambe le squadre appaiate in vetta, finì 2-2 fra le polemiche: i padroni di casa protestarono per l'annullamento della rete del 3-1, a causa di un fuorigioco dubbio di Amadei, nonché per la convalida del pareggio torinista, in seguito a un presunto gol fantasma di Petron.[8] Il 24 maggio i giallorossi pareggiarono nel derby, mentre il Toro impallinò l'Atalanta (9-1): per i granata la vittoria del titolo apparve a un passo, sennonché questi caddero sette giorni dopo a Venezia e concessero ai rivali un punto di vantaggio. L'ultima giornata (14 giugno), battendo il già retrocesso Modena, la Roma diventò Campione d'Italia per la prima volta.
La stagione fu particolarmente negativa per l'Ambrosiana e il Milano, le quali precipitarono rispettivamente al dodicesimo e al decimo posto in classifica, pochi punti sopra la zona retrocessione.[1] La lotta per evitare la Serie B sembrò decidersi molto presto, con il Modena ed il Napoli già in netto ritardo a cinque giornate dal termine. A rivitalizzare la corsa furono i partenopei, che infilarono quattro vittorie consecutive ed arrivarono all'ultima giornata davanti al Livorno. Gli azzurri caddero a Genova all'ultimo turno, mentre gli amaranto espugnarono il fortino del Milano, portandosì in salvo. Salvezza anche per il Liguria neopromosso; capocannoniere, per la terza volta in carriera, fu il milanista Boffi, con 22 reti in 26 partite.[10]
Partita con più reti: Torino-Atalanta 9-1 (27ª giornata)
Miglior sequenza di partite utili: Roma (13, dalla 5ª alla 17ª giornata)
Nel corso del campionato furono segnati complessivamente 687 gol (di cui 13 su autorete) da 139 diversi giocatori, per una media di 2,86 gol a partita.[4] Da segnalare le quadriplette messe a segno da Renato Gei in Fiorentina-Modena 8-0 della 25ª giornata e da Héctor Puricelli in Bologna-Livorno 7-1 della 26ª giornata. Di seguito, la classifica dei marcatori