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Castel Firmiano
Schloss Sigmundskron
Il castel Firmiano
Ubicazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàBolzano
Coordinate46°28′49″N 11°18′19.4″E

Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige

Castel Firmiano

Informazioni generali
TipoCastello
Termine costruzione945 ca
Visitabile
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
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Castel Firmiano (Schloss Sigmundskron in tedesco) è situato nella periferia sudoccidentale di Bolzano sulla destra dell'Adige ed è la sede principale del circuito museale chiamato Messner Mountain Museum voluto e progettato dal famoso scalatore altoatesino Reinhold Messner che lo gestisce. Il museo è stato aperto il 9 giugno 2006.

Panoramica del castello con la cappella di S. Biagio e S. Ulrico al centro

Il castello viene menzionato per la prima volta con il nome "Formicaria" (successivamente "Formigar") nel 945 ca.[1]

L'imperatore Corrado II nel 1027 affidò il castello al principe vescovo di Trento. Nel XII secolo venne invece affidato a dei ministeriali che da quel momento ottennero il nome signorile di Firmian. I gastaldi, ovvero i burgravi del castello, sono menzionati sin dal 1144.[2] Da allora sono attestate diverse famiglie di status ministeriali che si riconducono ai conti Firmian. Si tratta dei casati degli Estrich, degli Hahn ("Gallus"), degli Häring, dei Kastraun, dei Ripp e dei Zungel, tutti del XIII secolo.[3] Dal 1163, il guado nell'Adige sotto Castel Firmiano è attestato quale luogo del tribunale feudale dei vescovi in zona di Bolzano, sottolineando così l'importanza del sito per il vescovado.[4]

La cappella, posta sul punto più alto del maniero, è dedicata a San Biagio e a San Ulrico, il vescovo di Augusta, sembra essere addirittura antecedente alla struttura di fortificazione, nella quale fu poi inglobata. La leggenda narra che il santo vescovo dell'età carolingia, sia stato di passaggio nella prima metà del X secolo per il territorio di Bolzano.[5]

Nel 1473 il principe del Tirolo, Sigismondo d'Austria, permutò il maniero di proprietà dei conti Firmian con la Contea di Castello. Successivamente nel corso degli anni venne ampliato trasformando il castello in una fortezza e venne ribattezzato col nome di Sigmundskron ("corona di Sigismondo"), nome attestato nel 1474 quale «slosz Sigmundskron»[6][7]. Dell'antico castello Formigar non sono rimaste che poche tracce nel punto più alto della struttura, occupata dalla cappella. A causa di difficoltà finanziarie Sigismondo dovette presto vendere il castello mantenendo come con la Contea di Castello il potere giurisdizionale attraverso un suo Burgfrieden, ovvero un suo distretto giudiziale soggetto al Landgericht Gries-Bozen, il giudizio territoriale di Gries-Bolzano.[8] Dal XVII secolo il complesso incominciò ad andare sempre più in rovina per via degli alti costi di manutenzione.

Alla fine del XVIII secolo il castello appartenne ai conti Wolkenstein, dal 1807 al 1870 ai conti di Sarentino, poi fino al 1994 ai conti Toggenburg.

Il castello è un importante simbolo dell'autonomia altoatesina - sudtirolese: nel 1957 si tenne proprio qui la più grande manifestazione di protesta nella storia dell'Alto Adige, guidata da Silvius Magnago.[9] Più di 30.000 altoatesini si riunirono nel complesso per protestare contro la non osservanza dell'Accordo di Parigi del 1946 e per chiedere un'effettiva autonomia provinciale per l'Alto Adige, slegata dal Veto regionale imposto dal Trentino (con il famoso motto Los von Trient, ovvero "Via da Trento").

Nel 1976 le rovine vennero in parte restaurate da una famiglia albergatrice che vi aprì un ristorante. Nel 1996 il castello divenne proprietà della Provincia autonoma di Bolzano. Nella primavera del 2003, dopo non poche polemiche, Reinhold Messner ottenne la concessione per la realizzazione del suo museo della montagna da tempo prospettato.

Durante i lavori di restauro, nel marzo 2006, venne scoperta una tomba del neolitico, nella quale vennero ritrovati resti dello scheletro di una donna. Al momento si stima che l'età della tomba oscilli tra i 6.000 e i 7.000 anni.

«… und empfacht[t] dis schloss ein fyrst des land zu lechen von stift Treindt und sunst Fyrmian zuvor gehaissen hane und inen gehort, so zuvor Fyrmina gehaissen.»

Per "Castel Firmiano" s'intende anche la zona attorno alla rocca sulla quale è situata il castello ed in lingua tedesca per Sigmundskron viene designato anche il territorio oltre all'Adige sottostante chiamato in italiano "Ponte Adige" (Sigmundskroner Brücke). Il nome italiano di Castel Firmiano venne in forma strettamente monolingue reintrodotto da Ettore Tolomei, per motivi dichiaratamente politici, con il suo Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige che puntò all'italianizzazione totale del territorio e ufficializzato nel 1922[10]. Fino all'annessione del Tirolo meridionale all'Italia nel 1919 alcuni contadini d'origine trentina che abitavano la zona designavano il castello con il nome di Zimiscron o Sibizzicróm (storpiatura di Sigmundskron)[11], considerato dal geografo troppo "barbaro" e quindi sostituito. Oggi tuttavia anche Reinhold Messner ha dato il nome "Firmian" al suo museo e con lo stesso nome viene chiamato il nuovo quartiere bolzanino non molto distante.

Il Messner Mountain Museum, grazie a un importante intervento architettonico sensibile al contesto storico operato dall'architetto Werner Tscholl nel 2007[12], è la sede principale dei cinque musei tematici sparsi nelle Alpi centro-orientali. Il Weißer Turm ("torre bianca") del castello è allestito come piccolo museo di storia contemporanea, mentre negli ampi spazi dell'area museale che supera i 1.100 metri quadrati, il tema di fondo è l'uomo e la montagna con numerosi vari oggetti provenienti da tutto il mondo che simboleggiano il punto d'incontro dell'uomo con la montagna. Nel castello è stata realizzata anche un'arena capace di ospitare conferenze, mostre e concerti. Dal castello è inoltre possibile godere di un ampio panorama sulla conca bolzanina verso nord. Per evitare problemi di traffico nella zona è stato creato un parcheggio nei pressi dell'uscita autostradale e della superstrada Merano-Bolzano dal quale viene effettuato un servizio shuttle.

  • Veduta da sud-ovest

    Veduta da sud-ovest

  • Entrata con lo stemma di Sigismondo d'Austria

    Entrata con lo stemma di Sigismondo d'Austria

  • Una parte del muro di cinta

    Una parte del muro di cinta

  • Muro di cinta

    Muro di cinta

  • Sullo sfondo il Weißer Turm (torre bianca)

    Sullo sfondo il Weißer Turm (torre bianca)

  1. ^ Vedi Liutprandi antapodis V, cap. 26, a cura di A. Bauer e R. Rau, in Ausgewählte Quellen zur deutschen Geschichte des Mittelalters, vol. 8, Darmstadt, Wiss. Buchgesellschaft, 1971, p. 474.
  2. ^ Franz Huter, Tiroler Urkundenbuch, sez. I, vol. 1, Innsbruck, Wagner, 1937, n. 217.
  3. ^ (DE) Martin Bitschnau, Burg und Adel in Tirol zwischen 1050 und 1350. Grundlagen zu ihrer Erforschung (Sitzungsberichte, 403), Vienna, Accademia Austriaca delle Scienze, 1983, pp. 213s., n. 191.
  4. ^ (DE) Hannes Obermair, Bozen von den Anfängen bis zur Schleifung der Stadtmauern. Beiträge der Internat. Studientagung – Bolzano dagli inizi alla distruzione della mura. Atti del convegno internazionale, a cura di Città di Bolzano, Bolzano, Athesia, 1991, pp. 159–190, qui p. 177, ISBN 88-7014-559-X.
  5. ^ (DE) Helmut Stampfer, St. Blasius und St. Ulrich in Sigmundskron bei Bozen, in "Bolzano dagli inizi alla distruzione della mura. Atti del convegno internazionale", Bolzano, Athesia, 1991.
  6. ^ Giovanni Battista Bonelli (a cura di), «Notizie intorno Castello di Fiemme e suo Comitato»: occasione di ricordanza giubilico di regno di sua Maestà Imperatore Francesco Giuseppe I, Trento, tipografia editrice Artigianelli, 1899.
  7. ^ Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Schriftlichkeit und urkundliche Überlieferung der Stadt Bozen bis 1500. Vol. 2: 1401-1500, Bolzano, Città di Bolzano, 2008. ISBN 978-88-901870-1-8, p. 156 n. 1151.
  8. ^ Otto Stolz, Politisch-historische Landesbeschreibung Südtirols (Schlern-Schriften, 40), Innsbruck, Wagner, 1937, pp. 282-284.
  9. ^ V. la ricca documentazione fotografica in Margareth Lun, Der Tag von Sigmundskron: eine Kundgebung macht Geschichte - 17. November 1957, Bolzano, 2007.
  10. ^ Walter Landi, Re nazionali senza nazione. Il Regnum Italiae e la marca di Trento fra la fine del IX e i primi anni dell’XI secolo, Bolzano, 2015, p. 106.
  11. ^ Lionello Groff, Dizionario trentino-italiano. Florilegio di poesie e prose dialettali, Trento 1982, p. 174.
  12. ^ Werner Tscholl, Revitalisierung Sigmundskron - von Riesenfestung zum Bergmuseum, in "Arx", 32, 2010, pp. 3-6.
  • (DE) Otto Stolz, Politisch-historische Landesbeschreibung Südtirols (Schlern-Schriften, 40), Innsbruck, Wagner, 1937, pp. 282–284 (Burgfrieden Sigmundskron)
  • (DE) Josef Weingartner, Bozner Burgen, 3ª ediz., Innsbruck, Tyrolia, 1962, pp. 208ss.
  • (DE) Martin Bitschnau, Burg und Adel in Tirol zwischen 1050 und 1350. Grundlagen zu ihrer Erforschung (Sitzungsberichte, 403), Vienna, Accademia Austriaca delle Scienze, 1983, pp. 213s. n. 191. ISBN 3-7001-0520-7
  • (DE) Walter Landi, Wilfried Beimrohr, Martha Fingernagel-Grüll, Sigmundskron, in Tiroler Burgenbuch, vol. X: Überetsch und Südtiroler Unterland, Bolzano, Athesia, 2011, pp. 223–266. ISBN 978-88-8266-780-1

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