Tancredi di Galilea - Wikipedia
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Tancredi di Galilea | |
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Principe di Galilea | |
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In carica | 1099 – 1101 (I) 1109 – 1112 (II) |
Predecessore | titolo creato (I) Gervasio di Bazoches (II) |
Successore | Ugo di Saint Omer (I) Joscelin I di Edessa (II) |
Reggente del Principato d'Antiochia | |
In carica |
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Predecessore | carica creata |
Successore | Ruggero di Salerno |
Reggente della Contea di Edessa | |
In carica | 1104 – 1108 (in nome di Baldovino II) |
Altri titoli | Signore di Tiberiade |
Nascita | 1072 |
Morte | Antiochia, 1112 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di San Pietro |
Dinastia | Aleramici, ramo del Vasto |
Padre | Ottone "il Buon Marchese" |
Madre | Emma d'Altavilla |
Consorte | Cecilia di Francia |
Figli | Ugone |
Religione | Cattolicesimo |
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/86/Tancred_second_coin_type.jpg/270px-Tancred_second_coin_type.jpg)
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/85/Tankreds_coin.jpg/270px-Tankreds_coin.jpg)
Tancredi di Galilea, detto impropriamente d'Altavilla e noto anche come Tancredi marchese (Italia, 1072 – Antiochia, 1112), è stato un nobile e cavaliere medievale italiano d'origine franca, principe di Galilea e reggente del principato d'Antiochia e della contea di Edessa, noto per essere stato uno dei capi della prima crociata in Terrasanta. Fu il protagonista della Gesta Tancredi di Radulfo di Caen, nonché uno dei personaggi della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi, e molti altri..
Tancredi nacque probabilmente nel sud d'Italia[1] da Ottone "il Buon Marchese" e di Emma d'Altavilla (figlia di Roberto "il Guiscardo" e sorella di Boemondo I, principe di Taranto).[2][3][4][5] Come tanti altri parenti della famiglia materna, riceve il nome di Tancredi in riferimento al bisnonno Tancredi d'Altavilla, capostipite della Casa d'Altavilla. L'identità paterna, oggetto di gran discussione tra gli storici del medioevo,[6][5] viene stabilita dalla ricerca contemporanea nella stirpe franca degli Aleramici, marchesi di Savona e del Monferrato,[3][4][7][8][9] con cui l'Altavilla strinsero importanti alleanze alle fine del XI secolo.[4][7][10] In particolare viene individuato con quel marchese Ottone (fratello di Bonifacio del Vasto), quinto figlio di Ottone III di Savona e Berta di Torino.[10][7][4] Il matrimonio tra "il Buon Marchese" e la principessa normanna Emma sarebbe precedente agli sponsali tra Adelasia ed Enrico del Vasto (figli di Manfredo, fratello del marchese Ottone) con Ruggero I e Flandina d'Altavilla.[4][11][9] Secondo Vittorio Poggi, l'origine di "Tancredi marchisio" nei marchesi di Savona giustificherebbe le preminenze concesse ai liguri nelle sue domini di oltremare,[7] di modo simile a quelle concesse dal cugino Ruggero II (figlio della cugina Adelasia) ai savonesi.[7]
Fu sicuramente fratello di un marchese Guglielmo ("Willelmi marchionis Tancredi fratrem")[6][12] morto nelle crociate,[4] riferito d'alcuni autori come padre o figlio di Tancredi (secondo una trascrizione erronea di "fratrem" per "filium"),[6][5] nonché probabilmente di Altrude, moglie di Riccardo di Salerno,[5] e di un certo Guido o Roberto (secondo Radulfo di Caen).[5] Dopo la morte della madre, il padre risposa una certa Sichelgaita (probabile parente di Sichelgaita di Salerno), che nel 1126 fa una donazione per sé e per i figli avuti dal defunto marito Ottone ai fratri eremitani.[4][13]
Nel 1096, ventiquattrenne, si unì allo zio Boemondo e partì alla volta di Costantinopoli insieme agli eserciti della prima crociata in Terrasanta. Giunto nella capitale bizantina, subì forti pressioni (soprattutto dal generale bizantino Giorgio Paleologo) affinché prestasse giuramento di fedeltà all'imperatore Alessio Comneno, con la promessa di rendere al sovrano qualsiasi terra conquistata durante la campagna militare. Tancredi si rifiutò di farlo, sebbene molti altri cavalieri avessero fatto giuramento senza alcuna intenzione di rispettarlo.
Nel 1097, prese parte all'assedio di Nicea, ma la città fu presa dalle truppe di Alessio a seguito di negoziati segreti con i Turchi Selgiuchidi. L'episodio spinse Tancredi ad una prudente diffidenza e a una segreta ostilità verso i Bizantini. Entro la fine dell'anno conquistò Tarso ed altre città della Cilicia e fu testimone dell'assedio di Antiochia del 1098.
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![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/58/Guercino_Erminia_Tancredi.jpg/220px-Guercino_Erminia_Tancredi.jpg)
L'anno successivo, durante l'assalto a Gerusalemme, Tancredi, insieme a Gastone di Béarn, fu il primo crociato ad entrare nella città liberata (15 luglio 1099). I due fecero prigionieri centinaia di musulmani, fornendo ad alcuni protezione sul tetto del Tempio. Ma non si trattò di un atto di misericordia: il mattino seguente, Tancredi ordinò ai crociati di recarsi al Tempio e fare strage degli abitanti della Città Santa rifugiatisi lì. Sotto le armi cristiane morirono indiscriminatamente uomini e donne, musulmani ed ebrei[A 1].
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Instaurato il Regno di Gerusalemme, Tancredi fu nominato principe di Galilea e quando nel 1100 suo zio Boemondo, divenuto prima ancora della presa di Gerusalemme principe di Antiochia, fu fatto prigioniero dai Danishmendidi, il nipote Tancredi ne fu nominato reggente. Durante il suo regno il territorio del principato si espanse grazie all'annessione di terre sottratte ai Bizantini e a nulla valsero i reiterati tentativi di Alessio di riportare queste regioni sotto la propria sovranità. Nel 1104, approfittando della prigionia del futuro re Baldovino II dopo la battaglia di Harran, Tancredi s'impossessò anche della contea di Edessa, che assegnò al cugino Riccardo. Rilasciato nel 1107, Baldovino II dovette scontrarsi con Tancredi per ristabilire il proprio controllo sulla contea.
Tornato ad Antiochia dopo la sconfitta, nel 1108 Tancredi si rifiutò di onorare il trattato di Devol, col quale suo zio Boemondo aveva prestato giuramento di fedeltà ad Alessio. Questo permise al principato di restare indipendente dall'Impero bizantino per molti decenni. Nel 1110 pose sotto il suo controllo la fortezza del Krak dei Cavalieri, che più tardi sarebbe diventata un importante caposaldo della contea di Tripoli. Tancredi mantenne la reggenza di Antiochia in nome di Boemondo II, figlio del primo Boemondo, fino alla morte, avvenuta nel 1112 durante un'epidemia di tifo. Venne sepolto nella chiesa di San Pietro di Antiochia.
La Gesta Tancredi è una biografia di Tancredi scritta in latino da Radulfo di Caen, un normanno che prese parte alla prima crociata in Terrasanta e fu al servizio suo e di Boemondo.
Tancredi appare tra i personaggi principali della Gerusalemme liberata, poema cinquecentesco di Torquato Tasso. È ritratto come un eroe epico, reso protagonista di un amore cavalleresco con la guerriera pagana Clorinda. Egli è inoltre amato dalla principessa Erminia di Antiochia. Alcuni estratti dei versi del Tasso furono inseriti da Claudio Monteverdi nella sua opera drammatica Il combattimento di Tancredi e Clorinda del 1624. Nel 1632 il poeta leccese Ascanio Grandi diede alle stampe un lungo poema eroico intitolato Il Tancredi, sul modello della Gerusalemme liberata, che vede Tancredi protagonista nella lotta contro gli arabi.
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/3b/Fulko_Cecilie.jpg/220px-Fulko_Cecilie.jpg)
Nel 1106 il principe Boemondo d'Antiochia, suo zio, si recò in Europa per ottenere aiuti e per sposare Costanza di Francia, figlia del re di Francia Filippo I. Approfittando del suo prestigio e della sua fortuna, in quella stessa occasione concordò anche il matrimonio di Cecilia di Francia, sorellastra di Costanza, con suo nipote Tancredi, che era considerato uno dei più prodi cavalieri dell'epoca.
Quando Cecilia partì per Antiochia via mare per raggiungere il suo fidanzato, l'Imperatore bizantino Alessio Comneno, temendo che questa alleanza matrimoniale potesse ritorcersi contro di lui[A 2], chiese alle repubbliche di Genova, Pisa e Venezia d'intercettare la nave per impedire le nozze, ma non fu ascoltato; Cecilia arrivò ad Antiochia e sposò Tancredi verso la fine dell'anno. Da tale matrimonio Tancredi ebbe un figlio, Ugone, che fu conte di Molise[14].
Quando Tancredi sentì la fine approssimarsi, sul letto di morte, chiese a Cecilia di risposarsi con Ponzio, conte di Tripoli, allo scopo di porre fine alla rivalità tra Antiochia e Tripoli, rivalità che nuoceva alle azioni dei crociati in Terrasanta e le diede anche in dote le fortezze di Arcicanum e Rugia.
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Anselmo II di Savona | Anselmo I di Savona | ||||||||||||
Gisla di Milano | |||||||||||||
Ottone III di Savona | |||||||||||||
Adelasia di Milano | Alberto Azzo I | ||||||||||||
Adelaide di Sabbioneta | |||||||||||||
Ottone il Buon Marchese | |||||||||||||
Olderico Manfredi II | Olderico Manfredi I | ||||||||||||
Prangarda di Canossa | |||||||||||||
Berta di Torino | |||||||||||||
Berta di Milano | Oberto II Obertenghi | ||||||||||||
Railenda | |||||||||||||
Tancredi di Galilea | |||||||||||||
Tancredi d'Altavilla | ? | ||||||||||||
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Roberto d'Altavilla | |||||||||||||
Fredesenda di Normandia | Riccardo I di Normandia | ||||||||||||
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Emma d'Altavilla | |||||||||||||
? di Buonalbergo | ? | ||||||||||||
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Alberada di Buonalbergo | |||||||||||||
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- Annotazioni
- ^ È possibile che all'epoca gli Occidentali non sapessero riconoscere e distinguere bene le caratteristiche degli Arabi e degli ebrei.
- ^ A giusto titolo, visto che Boemondo non tardò ad organizzare una spedizione contro l'Impero, ma fu sconfitto a Durazzo nel 1107 e costretto a firmare il trattato di Devol.
- Riferimenti
- ^ Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1749 compilati da Lodovico Antonio Muratori. Volume 1.[- 18.]: Dall'anno 983 all'anno 1105. 9, dalla Società tipografica de classici italiani contrada del Cappuccio, 1819. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ Aldimari (1691), p. 376; Candida Gonzaga (1875), p. 108; Catholic Encyclopedia; Marra (1641), p. 225.
- ^ a b Tancredi d’altavilla - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 4 febbraio 2025.
- ^ a b c d e f g ALTAVILLA, Emma d' - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ a b c d e ANTIOCH, su fmg.ac. URL consultato il 5 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2024).
- ^ a b c Paoli, Codice diplomatico del sacro militare ordine Gerosolimitano oggi di Malta ... per servire alla storia dello stesso Ordine in Soria, Marescandoli, 1733. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ a b c d e Vittorio Poggi, Cronotassi Dei Prinicipali Magistrati Che Ressero E Amministrarono Il Comune Di Savona Dall Origini All Perdita Della Sua Autonomia, 1895. URL consultato il 4 febbraio 2025.
- ^ (EN) Autori Vari, Storia Illustrata delle Crociate: I Mussulmani di Sicilia e La Marina Araba, Self-Publish, 6 gennaio 2016. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ a b Claudio Martinotti Doria, Crociate e i Monferrato, secondo gli storici locali (terza parte), su Nuove Frontiere, 29 marzo 2019. URL consultato il 4 febbraio 2025.
- ^ a b DBI; Il mistero del marchese Odobono, su casalenews.it.
- ^ MONFERRATO, SALUZZO, SAVONA, su fmg.ac. URL consultato il 4 febbraio 2025 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2024).
- ^ Archivio storico italiano, Leo S. Olschki, 1956. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ (EL) Francesco Trinchera, Syllabus graecarum membranarum quae partim Neapoli in maiori tabulario et primaria bibliotheca partim in Casinensi coenobio ac Cavensi et in episcopali tabulario neritino iamdiu delitescentes et a doctis frustra expetitae nunc tandem adnitente impensius Francisco Trinchera in lucem prodeunt, typis Josephi Cataneo, 1865. URL consultato il 5 febbraio 2025.
- ^ Marra (1641), p. 226.
- Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
- Radulfo di Caen, Corpus Christianorum: Continuatio Mediaevalis, in Edoardo D'Angelo (a cura di), Radulphi Cadomensis Tancredus, vol. 231, Turnhout, Brepols Publishers, 2011, ISBN 978-2-503-52829-8.
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
- Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, Ottavio Beltrano, 1641, ISBN non esistente.
- (EN) Robert Lawrence Nicholson, Tancred: a study of his career and work in their relation to the first Crusade and the establishment of the Latin states in Syria and Palestine, AMS Press, 1978, ISBN 9780404154257.
- (EN) Edward Peters, The First Crusade: The Chronicle of Fulcher of Chartres and Other Source Materials, Filadelfia, University of Pennsylvania Press, 1998, ISBN 9780812204728.
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tancredi di Galilea
- Tancrédi d'Altavilla, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Tancredi d'Altavilla, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Tancrédi (principe di Galilea e Antiochia), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Tancredi di Galilea, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Edoardo D'Angelo, Tancredi d'Altavilla, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 94, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2019.
- Tancredi d'Altavilla, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Tancrédi d'Altavilla, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Predecessore | Principe di Galilea | Successore | |
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(nuovo titolo) | 1099 – 1101 | Ugo di Saint Omer | I |
Gervasio di Bazoches | 1109 – 1112 | Joscelin I di Edessa | II |
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