Uta (Italia) - Wikipedia
- ️Sun Apr 26 1964
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Uta comune | |
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(IT) Uta (SC) Uda | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giacomo Porcu (lista civica) dal 31-5-2015 (2º mandato dal 26-10-2020) |
Territorio | |
Coordinate | 39°17′18.03″N 8°57′27.48″E |
Altitudine | 6 m s.l.m. |
Superficie | 134,71 km² |
Abitanti | 8 918[1] (30-11-2024) |
Densità | 66,2 ab./km² |
Frazioni | Bascus Argius, Case Minola, Is Perrizzonis, Is Prunixeddas, Macchiareddu (condivisa con i comuni di Assemini e Capoterra), Santa Porada |
Comuni confinanti | Assemini, Capoterra, Decimomannu, Siliqua (SU), Villaspeciosa (SU) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09068 |
Prefisso | 070 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 092090 |
Cod. catastale | L521 |
Targa | CA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) utesi (SC) udesus |
Patrono | santa Giusta |
Giorno festivo | 14 maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Uta (Uda in sardo) è un comune italiano di 8 918 abitanti[1] della città metropolitana di Cagliari, appartenente alla regione del Campidano di Cagliari, in Sardegna.
Il suo nome deriva dal latino Uda che significa "umida", "pantanosa", "palustre"[3].

Il territorio di Uta è abitato fin dall'epoca neolitica e nuragica, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici.
Durante la dominazione romana, tra il 290 e il 304 d.C., vissero a Uta due giovani donne, Flaviana ed Emerenziana, che si recavano ogni giorno a Cagliari per visitare e ristorare i cristiani nelle carceri. Vennero scoperte e portate al giudice Barbaro, il quale dopo averle torturate le fece uccidere. Oggi Flaviana ed Emerenziana sono venerate come sante e martiri dalla Chiesa Cattolica: le loro reliquie sono conservate in parte nella Cattedrale di Cagliari, in parte nella parrocchiale di Uta.
Durante il Medioevo Uta appartenne al giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria di Decimo. Il giudice di Cagliari Torchitorio I cedette l'antica chiesa di San Genesio ai Benedettini di San Vittore di Marsiglia, che costruiranno in seguito, nelle vicinanze del villaggio, la chiesa di Santa Maria e un monastero.
Nella seconda metà del XIII secolo, dopo la fine del giudicato cagliaritano (1258), Uta fu assegnata al pisano Gherardo della Gherardesca. Nel 1324 gli Aragonesi si impadronirono del territorio che venne inglobato nella contea di Quirra, appartenente ai Carroz.
Tra il 1365 e il 1409, durante le guerre che contrapposero il Regno di Sardegna aragonese al giudicato di Arborea, il paese fu occupato, a più riprese, dalle armate arborensi. Ritornato agli aragonesi fu nuovamente infeudato alla famiglia Carroz che lo tenne fino al 1511[4]. La contea fu trasformata in marchesato nel 1603, feudo dei Centelles e poi degli Osorio de la Cueva. Fu riscattata all'ultimo feudatario Filippo Osorio nel 1839, in epoca sabauda, con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Uta sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 aprile 1964.[5]
Il gonfalone è un drappo partito, di bianco e di verde.
Il centro è conosciuto, oltre per la chiesa romanica di Santa Maria, anche per il ritrovamento, in passato, di 8 bronzetti nuragici[6] alle falde del Monte Arcosu. Il ritrovamento avvenne nel giugno del 1849, ad opera di un carpentiere, ed i bronzetti sono custoditi nel museo archeologico nazionale di Cagliari. Inoltre sono presenti almeno 26 siti con resti di capanne e strutture nuragiche, ben distribuiti in tutto il territorio comunale[7].
- Chiesa di Santa Giusta
- Chiesa di Santa Maria
- Chiesa di Santa Lucia
- Chiesa di San Nicola
- Cappella Sa Guardiedda
- Ruderi della chiesa di Santa Maria Magramixi
- Ruderi della chiesa di San Cromazio
- Ruderi della chiesa di Sant'Ambrogio
- Ruderi della chiesa di San Genesio
- Ruderi della chiesa di San Leone
- Ruderi della chiesa di San Sebastiano

Nel territorio di Uta sono presenti alcuni resti di miniere (presso Monte Arcosu), un antico sito archeologico "Su niu de su pilloni" raggiungibile dalla SP2 in direzione Carbonia sopra il colle di San Nicola. Dal colle di San Nicola è possibile avere una panoramica del paese dall'alto.
Abitanti censiti[8]
Al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente era di 202 persone, pari al 2,3% della popolazione totale. Le nazionalità straniere più numerose sono:
La variante del sardo parlata a Uta è il campidanese occidentale.
Le principali vie di accesso a Uta sono la SS 130 e la strada provinciale 90, entrambe passanti a nord dell'abitato, colleganti Uta con i comuni dell'Iglesiente a ovest e con vari centri del Cagliaritano ad est. A sud del paese scorre invece la SP2, che la collega ai centri del Sulcis e ad Assemini e la Dorsale Consortile che passa per Macchiareddu e la collega a Capoterra.

Il comune è servito dal 1872 dalla stazione di Villaspeciosa-Uta (in passato denominata col solo nome di Uta), situata al confine tra i due comuni in territorio di Villaspeciosa. La fermata è costruita lungo la ferrovia Decimomannu-Iglesias di RFI, ed è collegata da treni regionali Trenitalia aventi capolinea Cagliari in direzione est ed Iglesias e Carbonia ad ovest.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
23 aprile 1995 | 16 aprile 2000 | Marco Aurelio Murgia | liste civiche di centro-destra | Sindaco | [9] |
16 aprile 2000 | 8 maggio 2005 | Ignazio Soriga | liste civiche di centro-sinistra | Sindaco | [10] |
8 maggio 2005 | 30 maggio 2010 | Ignazio Soriga | lista civica | Sindaco | [11] |
30 maggio 2010 | 31 maggio 2015 | Giuseppe Pibia | lista civica "Uta il Paese che Vogliamo" | Sindaco | [12] |
31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Giacomo Porcu | lista civica "Inversione a Uta" | Sindaco | [13] |
26 ottobre 2020 | in carica | Giacomo Porcu | lista civica "Inversione a Uta" | Sindaco | [14] |
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ [1]
- ^ Storia di Uta, su prolocouta.it. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2015).
- ^ Uta, decreto 1964-04-26 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 5 febbraio 2022.
- ^ www.udajoss.it Archiviato il 29 novembre 2009 in Internet Archive.
- ^ (IT) Gabriele Serreli, Storia di Uta e degli utesi, Sandhi edizioni, 2022, ISBN 8897786979.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Comunali 23/04/1995, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 16/04/2000, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 08/05/2005, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 30/05/2010, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 31/05/2015, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ Comunali 25/10/2020 [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 2 novembre 2020.
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 5 (S-Z), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. URL consultato il 10 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2021).
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 10 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
- Gabriele Serreli, Storia di Uta e degli utesi, Ortacesus, Sandhi Edizioni, 2022, ISBN 8897786979.
- Sito ufficiale, su comune.uta.ca.it.
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
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