it.wikipedia.org

Via Appia - Wikipedia

Via Appia
Via Appia
Via Appia: regina viarum
Localizzazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
Campania
Basilicata
Puglia
Coordinate41°50′29″N 12°31′57″E
Informazioni generali
Tipostrada romana
Costruzione312 a.C.-dopo il 244 a.C.
CostruttoreRepubblica romana, Appio Claudio Cieco
Condizione attualetratto iniziale a Roma ben conservato. Molti ponti e tratti ancora visibili.
Percorribile
Sito webwww.camminodellappia.it
Lunghezza650 km
InizioRoma da Porta Capena,
poi da Porta Appia
FineBrindisi
Informazioni militari
UtilizzatoreRepubblica romana,
Impero romano
Funzione strategicaCollegamento tra Roma, l'Italia meridionale e il Mar Adriatico
Dictionary of Greek and Roman Geography, 1854[1]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Modifica dati su Wikidata · Manuale
 Bene protetto dall'UNESCO
Via Appia. Regina Viarum
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturale
Criterio(iii) (iv) (vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2024
Scheda UNESCO(EN) Via Appia. Regina Viarum
(FR) Via Appia. Regina Viarum
Manuale

La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Capua. Fu poi prolungata nei secoli successivi fino a Brundisium (Brindisi), porto tra i più importanti dell'Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV secolo a.C. - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana.

Larghi tratti della strada, particolarmente nel suburbio della città di Roma, sono ancora oggi conservati e percorribili nonché meta di turismo archeologico. L'attuale Strada Statale 7 riprende in gran parte il percorso della via antica, di cui ha ereditato anche il nome.

Nel luglio 2024, nel corso della 46ª sessione del Comitato UNESCO, la via Appia – comprensiva del tracciato dell'Appia antica e della sua variante via Appia Traiana – è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità sotto la dicitura "Via Appia. Regina Viarum".[2]

I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, importante esponente della gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma ai Colli Albani,[3] prolungandola fino a Capua, da alcuni anni posta sotto il controllo romano. Alla metà del III sec. a.C. il tragitto fu esteso fino a Maleventum, in cui erano stati da poco dedotti coloni romani, che nello stesso periodo mutò il nome in Beneventum (Benevento). I lavori di costruzione si protrassero durante la seconda metà del III sec. a.C., quando fu raggiunta Tarentum (Taranto), e poi fino a verso il 190 a.C., epoca in cui fu completato il percorso fino al porto di Brundisium (Brindisi).

La funzione primaria del tracciato era di garantire un rapido movimento delle truppe verso l'Italia meridionale, al fine di consolidare il dominio di Roma su quella parte della penisola. Essa tuttavia divenne fin dal principio una fondamentale via di commercio, facilitando l'afflusso nell'Urbe di prodotti di alto artigianato realizzati nelle fiorenti città della Magna Graecia. Inoltre l'accorciamento dei tempi di viaggio tra Roma e i grandi centri del Meridione nonché la maggiore comodità e sicurezza del percorso determinarono in breve una grande apertura dei ceti abbienti della società romana verso la cultura greca: nei decenni successivi alla costruzione della strada si diffusero gradualmente a Roma il teatro e la conoscenza della lingua greca e crebbe l'apprezzamento per l'arte e la letteratura ellenica; nuove dottrine filosofiche (pitagorismo) e religiose si diffusero tra i Romani.

Nel 71 a.C. i circa 6 000 schiavi ribelli guidati dal celebre Spartaco, catturati in battaglia, furono crocifissi lungo la strada nel tratto da Roma a Capua, come monito per gli schiavi presenti sul territorio italiano.

La strada fu restaurata ed ampliata durante il governo degli imperatori Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano. L'imperatore Traiano fece anche realizzare, tra il 108 ed il 110, una diramazione denominata via Appia Traiana, che da Benevento raggiungeva Brindisi attraversando l'Apulia con un nuovo percorso in gran parte vicino alla costa e pianeggiante.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476) la mancanza di opere di manutenzione provocò l'abbandono graduale di segmenti del percorso, sostituito ormai dalla via Traiana. Nel 535 lo storico bizantino Procopio la descrive tuttavia ancora in buono stato di conservazione.

Nel 1574, per ordine di Gregorio XIII, fu tracciata la via Appia Nuova (allora chiamata via Campana), che - partendo da porta San Giovanni, appositamente aperta allo scopo - riprendeva per le prime tre miglia il tracciato dell'antica via Asinaria e costeggiava l'Appia antica. In occasione del Giubileo del 1700, Innocenzo XII aprì la via che congiunge l’Appia Antica a quella nuova, detta Appia Pignatelli dal cognome del pontefice. Altre modifiche alla viabilità si ebbero nel 1784, sotto Pio VI.

La via Appia Antica in una foto degli anni 1930

Negli anni 1950 e 1960 lungo il tratto iniziale della via si realizzarono ville esclusive che divennero residenza dell'alta società della Capitale. Le necessità di tutela del patrimonio storico-archeologico e paesaggistico legati alla strada antica portarono nel 1988 all'istituzione del parco regionale dell'Appia antica, anche allo scopo di preservare dalla speculazione edilizia il territorio attraversato dalla strada da Porta San Sebastiano alle falde dei Colli Albani.

Ampi tratti della strada sono ancora conservati nel Lazio, in Campania, in Basilicata e in Puglia; inoltre il medesimo tracciato è in parte tuttora in uso per il traffico automobilistico (come nell'Agro Pontino). Ben noto è sempre stato il percorso della via Appia negli attuali Lazio e Campania, mentre la precisa localizzazione della via Appia in Basilicata e Puglia era ignota.[4][5]

Nel Novecento, Giuseppe Lugli rintracciò, con la tecnica allora innovativa della fotogrammetria, quello che probabilmente era il percorso della via Appia da Gravina in Puglia fino a Taranto. Giuseppe Lugli, analizzando gli scatti fotogrammetrici della zona, notò il tragitto di un tratturo chiamato la "Tarantina", il cui percorso seguiva la centuriazione e che, secondo Lugli, era ciò che restava della via Appia (considerato che i percorsi delle antiche arterie romane continuarono a essere usati nel corso del Medioevo). A conferma di ciò vi è anche la presenza di ingenti ritrovamenti archeologici in quella zona (tra i quali l'antico insediamento di Jesce).[4][5]

Analizzando le distanze dell'Itinerario antonino, Lugli assegnò anche i toponimi Blera e Sublupatia rispettivamente a Murgia Catena e a Taverna (tra Masseria S. Filippo e Masseria S. Pietro). Il toponimo Murgia Catena definiva un'area molto vasta, tale da non consentire una definizione univoca della stazione della via Appia. Luciano Piepoli, in seguito, basandosi sulle distanze fornite nell'Itinerario antonino e su recenti rinvenimenti archeologici, ha proposto di assegnare al toponimo Silvium la zona "Santo Staso", assai vicina a Gravina in Puglia, a Blera l'area di Masseria Castello e a Sublupatia la masseria Caione.[4][5]

Il toponimo "Purgatorio", usato per uno o più punti dell'antica via Appia, è stato oggetto di studio di qualche studioso, che ha ipotizzato possa essere la distorsione del termine latino praetorium.[6]

Considerato l'interesse storico e la mole dei beni archeologici presenti lungo la via antica, nella seconda metà del XX secolo fu più volte proposta l'istituzione di un'area protetta, che permettesse di preservare e fruire di tali ricchezze: celebri furono le battaglie promosse da Antonio Cederna. A compimento di tale percorso, il 10 novembre 1988 fu istituito dalla regione Lazio il parco regionale dell'Appia antica, che si estende su un'area di circa 4580 hm²[7] e ricadente nei comuni di Roma, Ciampino e Marino. Di fatto coincidente con il territorio del parco regionale è il parco archeologico dell'Appia Antica, istituito nel 2016 dal Ministero per i beni e le attività culturali al fine di tutelare e valorizzare i monumenti antichi dell'area.

Nel luglio 2024, nel corso della 46ª sessione del Comitato UNESCO, i più significativi tratti della via Appia antica e della via Appia Traiana sono stati riconosciuti patrimonio dell'umanità sotto la dicitura complessiva di "Via Appia. Regina Viarum".[2]

I tracciati: in bianco la via Appia, in rosso la via Traiana

Il percorso originario dell'Appia Antica, partendo da Porta Capena, vicino alle Terme di Caracalla, collegava l'Urbe a Capua (Santa Maria Capua Vetere) passando per Aricia (Ariccia),[8] Forum Appii, Anxur (Terracina) nei pressi del fiume Ufente,[3] Fundi (Fondi), Itri, Formiae (Formia),[3] Minturnae (Minturno)[3] e Sinuessa (Sessa Aurunca).[3][9]

Da Capua proseguiva poi per Vicus Novanensis (Santa Maria a Vico) e, superando la stretta di Arpaia, raggiungeva, attraverso il ponte sul fiume Isclero, Caudium (Montesarchio) e di qui, costeggiando il monte Mauro, scendeva verso Apollosa e il torrente Corvo, su cui, a causa del corso tortuoso di questo, passava tre volte, utilizzando i ponti in opera pseudoisodoma di Tufara Valle, di Apollosa e Corvo, i primi due a tre arcate e l'ultimo a due. Essi furono distrutti durante la seconda guerra mondiale, e solo quello di Apollosa è stato ricostruito fedelmente.

È dubbio quale percorso seguisse l'Appia da quest'ultimo ponte fino a Benevento; rimane però accertato che essa vi entrava passando sul Ponte Leproso o Lebbroso, come indicato da tracce di pavimentazioni che conducono verso il terrapieno del tempio della Madonna delle Grazie, da cui poi proseguiva nel senso del decumano, cioè quasi nel senso dell'odierno viale San Lorenzo e del successivo corso Garibaldi, per uscire dalla città ad oriente e proseguire alla volta di Aeclanum (presso l'attuale Mirabella Eclano), come testimoniano fra l'altro sei cippi miliari conservati nel museo del Sannio.

Superata Aeclanum (nota anche come Aeculanum), la strada giungeva nella valle dell'Ufita ove, presso la località Fioccaglie di Flumeri, si rinvengono i resti di un insediamento graccano denominato probabilmente Forum Aemilii. Da tale centro abitato si dipartiva infatti una diramazione, la via Aemilia diretta ad Aequum Tuticum e probabilmente nell'Apulia adriatica.

L'Appia raggiungeva invece il mar Ionio a Tarentum (Taranto),[3] passando per Venusia (Venosa) e Silvium (Gravina). Poi svoltava a est verso Rudiae (Grottaglie) transitando per una stazione di posta presente nella città di Uria (Oria) e, da qui, terminava a Brundisium (Brindisi, nell'allora Calabria)[3] dopo aver toccato altri centri intermedi.

In epoca imperiale la Via Appia Traiana avrebbe poi collegato, in maniera più lineare, Benevento con Brindisi passando per Aequum Tuticum (presso Ariano Irpino), Aecae (Troia), Herdonias (Ordona), Canusium (Canosa) e Barium (Bari).

Il ponte di Tufara Valle alla fine del XIX secolo

La strada fu costruita con estrema perizia e precisione, impiegando il massimo delle conoscenze tecnologiche ed ingegneristiche disponibili all'epoca, tanto da essere percorribile con ogni tempo e mezzo. Se sul semplice sterrato, infatti, gli agenti atmosferici, primo fra tutti la pioggia, rendevano in alcuni periodi dell'anno difficile il cammino dei mezzi su ruote, la presenza dell'originaria pavimentazione in pietrisco (glareatum) facilitava la circolazione in qualunque condizione meteorologica, favorendo il drenaggio dell'acqua attraverso gli strati inferiori in cui le pietre erano allettate.

A partire dal 258 a.C. (intervento dei fratelli Ogulni) si provvide gradualmente a dotare la strada di una pavimentazione più evoluta, con grandi pietre levigate di pietra vulcanica (basoli), fatte combaciare al momento della posa, sbozzandole e colmando eventuali spazi residui con piccole zeppe di pietra. Il basolato poggiava su vari strati di pietrisco e di terra, stesi secondo un ordine studiato per colmare la trincea artificiale scavata preliminarmente, secondo un sistema che assicurava un drenaggio ottimale delle acque meteoriche. La nuova tecnica divenne poi lo standard per la costituzione della capillare rete stradale del mondo romano.

Con un percorso il più possibile rettilineo e con una larghezza di circa 4,1 metri (14 piedi romani), misura che permetteva la circolazione nei due sensi di marcia, affiancata sui lati da crepidines (marciapiedi) per il percorso pedonale, l’Appia si meritò ben presto l'appellativo di regina delle strade (regina viarum). Sulla Via Appia apparvero per la prima volta le pietre miliari.

Nel tratto incluso nei confini di Roma Capitale (I-IX miglio)
I principali monumenti lungo la via Appia, nei dintorni di Roma
I miglio

La via partiva originariamente da Porta Capena, in seguito da Porta Appia.

II-IX miglio (da Porta San Sebastiano a Bovillae)
Viandanti sull'Appia Antica. Dipinto del 1858 di Arthur John Strutt
Torre Leonardo: torretta innestata su un antico sepolcro romano a Frattocchie di Marino (m. XI Appia Antica, km. 19 Appia Nuova).
IX-XI miglio

I comuni interessati sono Ciampino e Marino (nelle sue località Santa Maria delle Mole e Frattocchie):

All'XI miglio, presso Frattocchie, questo primo tratto superstite dell'Appia antica si unisce alla via Appia Nuova.

  • Prima pietra miliare (riproduzione)

    Prima pietra miliare (riproduzione)

  • Basolato della via Appia Antica

    Basolato della via Appia Antica

  • Sepolcro di Hilarus Fuscus

  • Tomba del frontespizio

    Tomba del frontespizio

  • Il tumulo dei Curiazi

    Il tumulo dei Curiazi

  • Casal Rotondo (casolare su mausoleo romano)

    Casal Rotondo (casolare su mausoleo romano)

  • Mausoleo a piramide presso la Villa dei Quintili

  • Sepolcro riutilizzato come torre di guardia nel medioevo

    Sepolcro riutilizzato come torre di guardia nel medioevo

  • Ponte Leproso nel comune di Benevento

  • Ponte Appiano nel comune di Apice

    Ponte Appiano nel comune di Apice

  • Le due colonne che attestano la fine della Via Appia al porto di Brindisi

    Le due colonne che attestano la fine della Via Appia al porto di Brindisi

  1. ^ Dictionary of Greek and Roman Geography (1854), VABAR, VESPERIES, VIA APPIA, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 28 settembre 2010.
  2. ^ a b L'Appia Antica è Patrimonio dell'Umanità: è il 60esimo sito Unesco italiano. Il ministro Sangiuliano: "Un orgoglio", su Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2024. URL consultato il 27 luglio 2024.
  3. ^ a b c d e f g Strabone, Geografia, V, 3,6.
  4. ^ a b c lugli-orientate.
  5. ^ a b c piepoli-2014.
  6. ^ Rutigliano, l'abbandono di Sant'Apollinare: la chiesa rurale più antica della Puglia, su barinedita.it.
  7. ^ Un parco unico al mondo, su parcoappiaantica.it (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2018).
  8. ^ Strabone, Geografia, V, 3,12.
  9. ^ Strabone, Geografia, V, 3,9.
  10. ^ Da cui si accede alla valle della Caffarella, con cenotafio di Annia Regilla, ninfeo di Egeria e Chiesa di Sant'Urbano, alla cui altezza ci si immette sull'Appia Pignatelli.
  11. ^ Da cui si accede a catacombe di Pretestato e catacombe di Vigna Randanini e si costeggia il retro del complesso di Massenzio.
Fonti antiche
Fonti storiografiche moderne

V · D · M

UNESCOPatrimoni dell'umanità in Italia

Area archeologica di Agrigento · Area archeologica e basilica patriarcale di Aquileia · Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata · Assisi, la basilica di San Francesco e altri siti francescani · Carsismo e grotte evaporitiche dell'Appennino settentrionale · Castel del Monte · Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande, Modena · Centro storico di Firenze · Centro storico di Napoli · Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede e la basilica di San Paolo fuori le mura · Centro storico di Pienza · Centro storico di San Gimignano · Centro storico di Siena · Centro storico di Urbino · Chiesa e convento domenicano di Santa Maria delle Grazie con l'Ultima cena di Leonardo da Vinci · Cicli di affreschi del XIV secolo di Padova · Città di Verona · Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto · Città tardo barocche del Val di Noto · Costiera amalfitana · Crespi d'Adda · Ferrara, città del Rinascimento, e il suo delta del Po · Ferrovia Retica nei paesaggi dell'Albula e del Bernina · Faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d'Europa · Grandi città termali d'Europa · I portici di Bologna · I Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera · I trulli di Alberobello · Incisioni rupestri della Val Camonica · Isole Eolie · Ivrea, città industriale del XX secolo · Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene · Le Dolomiti · Le Strade Nuove e il sistema dei palazzi dei Rolli di Genova · Longobardi in Italia: i luoghi del potere · Mantova e Sabbioneta · Monte Etna · Monte San Giorgio · Monumenti paleocristiani di Ravenna · Tombe etrusche di Cerveteri e Tarquinia · Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale · Orto botanico di Padova · Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato · Palazzo reale di Caserta con il parco, l'acquedotto di Vanvitelli e il complesso di San Leucio · Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale · Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la certosa di Padula · Piazza del Duomo, Pisa · Portovenere, Cinque Terre e le isole (Palmaria, Tino e Tinetto) · Residenze della Casa Reale di Savoia · Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia · Siracusa e la necropoli di Pantalica · Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi · Su Nuraxi di Barumini · Val d'Orcia · Venezia e la sua laguna · Via Appia. Regina Viarum · Villa Adriana, Tivoli · Villa d'Este, Tivoli · Villa romana del Casale · Ville e giardini medicei in Toscana

V · D · M

Monumenti, porte e vie della Regio I Porta Capena (Roma antica)
Monumenti di Roma antica
(Regio I Porta Capena)
Acqua Antoniniana · Acquedotto Claudio · ara Fortuna Redux · area Apollinis et Splenis · Arco di Costantino · Arco di Druso · Arco di Lucio Vero · Arco di Traiano · Basilica di San Sisto Vecchio · Chiesa di San Giovanni a Porta Latina · Colombario di Pomponio Hylas · Colombari di Vigna Codini · Lucus Camenarum · Mutatorium Caesaris · Porta Capena (mura serviane) · Porta Appia, Porta Latina e Porta Metronia (mura aureliane) · Sepolcro degli Scipioni · Tempio di Onore e Virtù · Terme Commodiane · Terme Severiane · Via Appia · Via Latina

V · D · M

Via Appia
Via AppiaRoma · Bovillae · Castra Albana · Aricia · Tre Taverne · Forum Appii · Tarracina/Anxur · Lautulae · Fundi · Formiae · Minturnae · Trifanum · Sinuessa ·Via Domiziana ·Via Latina · Casilinum · Capua ·Via Capua-Regium ·Via consolare campana · Calatia · Vicus Novanensis · Caudium · Ponte Leproso · Beneventum ·Via Minucia · Aeclanum · Forum Aemilii ·Via Aemilia · sub Romula · Aquilonia · Venusia · Silvium · Blera · sub Lupatia · Tarentum · Uria · Brundisium ·Via Traiana ·Via Augusta SallentinaLa via Appia nei pressi di Casal Rotondo
Strade romane · Strade consolari

V · D · M

Principali strade romane in epoca imperiale
Strade romane
in Italia
Vie consolari con partenza
da Roma
Via Appia · Via Ardeatina · Via Asinaria · Via Aurelia · Via Cassia · Via Collatina · Via Flaminia · Via Labicana · Via Latina · Via Nomentana · Via Ostiense · Via Portuense · Via Prenestina · Via Salaria · Via Tiburtina Valeria · Via Trionfale
Altre vie
nei pressi di Roma
Via Campana · Via Claudia · Via Clodia · Via Cornelia · Via Laurentina · Via Severiana · Via Tiberina
Altre strade dell'Italia romanaVia Aemilia · Via Aemilia in Hirpinis · Via Aemilia Scauri · Via Aguntum-Vipitenum · Via Amerina · Via Annia · Via Augusta Sallentina · Via Aurelia (Veneto) · Via Bergomum-Comum · Via Campana · Via Capua-Regium · Via Cecilia · Via Claudia Nova · Via Curia · Via delle Gallie · Via Domiziana · Via Flaminia minor · Via Flavia · Via Fulvia · Via Gallica · Via Gemina · Via Herculia · Via Iulia Augusta · Via Julia Augusta · Via Mediolanum-Bellasium · Via Mediolanum-Bilitio · Via Mediolanum-Brixia · Via Mediolanum-Placentia · Via Mediolanum-Ticinum · Via Mediolanum-Verbannus · Via Minucia · Via Novaria-Comum · Via Pompeia · Via Popilia · Via Popilia-Annia · Via Postumia · Via Quinctia · Via Regina · Via Salaria Gallica · Via Salaria Picena · Via Spluga · Via Traiana · Via Traiana Calabra · Via Valeria
La via Appia nei pressi di Roma
Strade romane
in Britannia
Strade romane della Britannia · Ackling Dyke · Akeman Street · Akeman Street (Cambridgeshire) · Batham Gate · Via Calleva Atrebatum-Aquae Sulis · Camlet Way · Dere Street · Via Devana · Devil's Causeway · Devil's Highway · Ermin Street · Ermine Street · Fen Causeway · Fosse Way · Gask Ridge · Greater Ridgeway · Icknield Street · King Street · Mareham Lane · The Long Lane · Peddars Way · Pye Road · Port Way · Stanegate · Strada lungo il Vallum Hadriani · Strada lungo il Vallum Antonini · Via Puellarum · Watling Street
Strade romane
in Hispania
Via Augusta · Via del Capsacosta · Via Delapidata · Via Nova · Strada romana della Fuenfría · Strada romana della Valle del Besaya · Via da Alconétar a Ciudad Rodrigo · Via XXV · Via XXXIV · (Strada costiera romana Bordeaux Dax)
Strade romane in Gallia,
in Germania inferiore
e in Germania superiore
Via Agrippa (Strada romana da Treviri a Colonia) · Via Aquitania · Via Belgica · Via Celtica · Via Cozia · Via di Antonino · Via Domizia · Strada romana Reims-Treviri · Strada romana della valle del Reno · Strada romana da Kempten a Bregenz · Strada romana Kempten-Kellmünz-Günzburg · Lange Meile · limes Rheni fluminis · limes Germaniae Superioris
Strade romane
nel Norico e in Rezia
Via Claudia Augusta · limes Raetiae · limes Norici
Strade romane
nell'Illyricum
Via Egnatia · Via Militaris · limes pannonicus · limes moesicus · Via Pontica · Strada romana in Cilicia
Strade romane
in Dacia
limes Alutanus e Transalutanus · limes Porolissensis · Via Pontica
Strade romane
nelle Province orientali
Strata Diocletiana (in Siria) · Via Traiana Nova (in Arabia) · Strade romane in Africa,Via Hadriana (in Egitto)
Strade romane · Strade consolari
Controllo di autoritàGND (DE4225079-1