Via Mazzini (Ferrara) - Wikipedia
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Via Mazzini | |
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Nomi precedenti | via dei Sabbioni |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Città | Ferrara |
Codice postale | 44121 |
Informazioni generali | |
Tipo | area pedonale |
Collegamenti | |
Intersezioni | Piazza Trento e Trieste, Via delle Scienze e Via Terranuova |
Luoghi d'interesse | Sinagoghe e museo ebraico, Palazzo di San Crispino |
Mappa | |
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Via Mazzini è parte di quella che un tempo fu via dei Sabbioni ed è una delle principali vie del centro di Ferrara.
Via Mazzini, come via Garibaldi e via Saraceno, è parte della vecchia via dei sabbioni. Quell'antica strada, nel periodo della sua massima estensione con tale nome, partiva nella zona a sud est, dove esisteva il Castello dei Curtensi ed era presente la Beccheria Nuova (una macelleria, anteriore come nascita a quella definita Grande che fu costruita vicina alla zona del Castello Estense), per arrivare sino a Castel Tedaldo, all'altro estremo occidentale della città.[1] La via nel XII secolo collegava il Castrum con la piazza Trento Trieste, centro della vita cittadina. Apparteneva al ghetto di Ferrara e la parallela via Contrari ne era il limite a nord, dove gli ebrei non era ammessi quando le porte del ghetto si chiudevano.
La via è commercialmente una delle più importanti della città. Vi si trova la sinagoga, chiusa per lavori dopo il sisma del 2012.
Da via Mazzini partono in direzione sud due vie storiche che costituivano il centro tardo medioevale della città: via Vignatagliata (dove si trova l'edificio della ex scuola ebraica) e via della Vittoria.
A lungo la via è stata chiamata il Ghetto perché vi furono rinchiusi gli ebrei che erano stati accettati a Ferrara sin dal 1275 da Obizzo II d'Este e ancora, dal 1492, i sefarditi cacciati dalla Spagna ed accolti da Ercole I d'Este. Pochi decenni dopo il ritorno di Ferrara sotto il potere papale, con la devoluzione, il legato pontificio ordinò che i 1530 ebrei che vivevano nelle vie dei Sabbioni, di Gattamarcia (via Vittoria) e di via Vignatagliata fossero rinchiusi da cinque portoni ai capi di queste strade dalla sera al mattino.[1]
Il nome di via dei Sabbioni sembra derivare dalla sabbia usata per rendere la strada più facilmente percorribile durante i periodi di pioggia. Un'altra possibilità è che questo nome prenda origine dall'abitudine di coprirla di sabbia in occasione dei giochi pubblici che periodicamente vi si svolgevano.
Il 23 luglio 1388 il marchese Alberto V d'Este, dopo aver scoperto una congiura contro di lui ed individuati tra i responsabili anche il nipote Obizzo, ordinò che il nipote e la madre, Beatrice da Camino, venissero decapitati. Inoltre, ad un trivio della via dei Sabbioni, fece impiccare Giovanni da Brescia, bruciare la moglie Costanza Quintavalli e torturare Pietro Quintavalli ed altre persone coinvolte nella trama.[1][2]
- ^ a b c G.Melchiorri, pp. 91-93.
- ^ G.Petrucci, pp.24,25.
- Barbara Ghelfi, Ferrara estense. Guida storico-artistica, Silvana editoriale, 2004 pp. 40-41, ISBN 88-8215-751-2.
- Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara e Ampliamenti, a cura di Carlo Bassi, Ferrara, 2G Editrice, 2009, ISBN 978-8889248218.
- Giuseppe Petrucci, Il Castello di Ferrara / reminiscenze istoriche, Bruxelles, Soc. Meline, Cans e Compagni, 1838, SBN FER0013047.
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla via Mazzini di Ferrara
- Via Mazzini, su museoferrara.it. URL consultato il 27 maggio 2018.
- Porte del ghetto in via Mazzini, su museoferrara.it. URL consultato il 29 maggio 2018.