Filippo II di Macedonia - Wikiquote
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Filippo II (382 a.C. – 336 a.C.), re di Macedonia dal 359 a.C. al 336 a.C.
- Non temo i Greci, temo Demostene. (citato in Guglielmo Audisio, Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino, 1870, p. 42)
- Lo stoico Dionisio racconta che dopo Cheronea [Diogene di Sinope] fu catturato e condotto a Filippo. A Filippo che gli chiese chi fosse, replicò: «Osservatore della tua insaziabile avidità». Per questa battuta fu ammirato e rimesso in libertà. (Diogene Laerzio)
- [Criticando la lentezza della democrazia] Noi ce ne stiamo qui seduti a non far nulla: ma quando si giace nell'ozio non si può pregare nemmeno un amico di agire in vece nostra, e tanto meno gli dei. Né c'è da stupirsi se lui, che di persona prende parte alle campagne e alle fatiche della guerra ed è sempre presente dappertutto, che non trascura mai occasioni propizie, in nessuna stagione dell'anno, riesce a prevalere su di noi, che passiamo il nostro tempo votando decreti e aspettando notizie. (Demostene)
- Quando questi ultimi [Eschine e Filocrate] lodarono Filippo come un uomo abilissimo nel parlare e bellissimo da vedere e, per Zeus, ottimo bevitore, Demostene non poté fare a meno di gettare il discredito e la derisione su questi discorsi dicendo che il primo elogio era adatto a un sofista, il secondo a una donna, il terzo a una spugna, nessuno a un sovrano. (Plutarco)
- Sapete certamente che la ragione principale è successo di Filippo è sempre consistita nell'arrivare per primo: con un esercito sul piede di guerra sempre pronto e sapendo bene quello che vuole, piomba a sorpresa addosso a quelli che ha deciso di colpire; mentre noi, solo quando abbiamo saputo che sta succedendo qualcosa solo allora ci mettiamo in agitazione e cominciamo a prepararci. (Demostene)
- Se misuri la tua ombra, vedrai che non è diventata più lunga di quanto era prima della vittoria [la battaglia di Cheronea]. (Archidamo III)
- Alessandro Magno, figlio