U - Wikiquote
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Citazioni sulla lettera U.
- Io mi ero subito ripurgata la pronunzia di quel nostro [dei piemontesi] orribile u lombardo, o francese, che sempre mi era spiaciuto moltissimo per quella sua magra articolazione, e per quella boccuccia che fanno le labbra di chi lo pronunzia, somiglianti in quell'atto moltissimo a quella risibile smorfia che fanno le scimmie, allorché favellano. E ancora adesso, benché di codesto u, da cinque e più anni ch'io sto in Francia ne abbia pieni e foderati gli orecchi, pure egli mi fa ridere ogni volta che ci bado; e massime nella recita teatrale, o camerale (che qui la recita è perpetua), dove sempre fra questi labbrucci contratti che paiono sempre soffiare su la minestra bollente, campeggia principalmente la parola nature. (Vittorio Alfieri)
- Nella U si incontrano i misteri della generazione e della morte; essa sta al di sotto del mondo colorato e molteplice. Il suo regno abbraccia le profondità dei mondi marini, dei culti arcaici, delle stirpi sconosciute che si sono avvicendate, e la forza di gravità di astri invisibili, che agisce da distanze infinite. (Ernst Jünger)
- Per quel che ne so io dalla mia infanzia, la U è vocale dannata, sacra a Belzebù e alla sua tribù. Guai a pronunziarla troppe volte di seguito, le parole che la contengono sono indiziate di morbo e micidiali quanto mai. Basta che la lingua s'impigli fra i denti, basta che scocchi un corto circuito di sillabe, l'accavallarsi di due fiati contigui, ed ecco che, senza intenzione, potremmo lasciarci scappare dalle labbra uno dei centomila nomi del Maledetto e, come niente, vedercelo comparire ai piedi del letto. (Gesualdo Bufalino)
- Quella linea che si curva e s'inforca – quelle delle due punte che vi guardano immobili, che si guardano immobili – quelle delle due lineette che ne troncano inesorabilmente, terribilmente le cime – quell'arco inferiore, sul quale la lettera oscilla e si dondola sogghignando – e nell'interno quel nero, quel vuoto, quell'orribile vuoto che si affaccia dall'apertura delle due aste, e si ricongiunge e si perde nell'infinità dello spazio... (Igino Ugo Tarchetti)
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