Itinerario arabo-normanno - Wikivoyage, guida turistica di viaggio
Itinerario arabo-normanno è un itinerario che si sviluppa attraverso Palermo, Monreale e Cefalù.
Questo itinerario riguarda i monumenti arabo-normanni dell'XI secolo di cui parecchi sono stati riconosciuti Patrimoni mondiali dell'umanità.
Il dominio islamico sulla Sicilia iniziò a partire dallo sbarco presso Mazara del Vallo nell'827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091. Il periodo di dominazione islamica della Sicilia può essere suddiviso in tre parti: la prima quando (827-910) la Sicilia aveva un governatore nominato dall'emiro aghlabide di Al-Qayrawan (Tunisia), la seconda (910-948) con i governanti fatimidi di fede sciita e la terza (948-1072) dei Kalbiti, una dinastia sciita-ismailita che finì col governare l'Isola, come un emirato indipendente. Tra il 1050 e il 1091 vi furono degli Emirati indipendenti fino all'arrivo dei normanni.
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b9/Chapelle_Palatine-plafond_%C3%A0_muqarnas_peints.jpg/220px-Chapelle_Palatine-plafond_%C3%A0_muqarnas_peints.jpg)
Palermo (Balarm) fu designata capitale in quanto residenza dell'Emiro ed ebbe un notevole sviluppo urbanistico divenendo potente e popolosa. Ibn Hawqal nel suo Viaggio in Sicilia parla di Palermo come città dalle "trecento moschee". Nonostante questo la maggioranza della popolazione non si convertì all'Islam. Secondo la maggioranza degli storici, la Sicilia, con la conquista, rifiorì sia economicamente che culturalmente e godette di un periodo lungo di prosperità. Nel 1050 Palermo raggiunse i 350.000 abitanti, divenendo una delle più grandi città d'Europa, dietro solo alla capitale dell'Emirato di Spagna, Cordova, e alla capitale dell'Impero Bizantino, Costantinopoli. In seguito dell'invasone normanna la popolazione scese a 150 000, per poi declinare ulteriormente a 51 000 nel 1330. La presenza islamica ha determinato l'adozione di termini di origine araba nei dialetti isolani. Essendo la lingua in uso per parecchio tempo, l'arabo ha inciso anche sulla toponomastica di parecchi nomi presenti sull'isola. Ad esempio, il termine qual’at 'rocca, castello' è all'origine di diversi poleonimi come Calascibetta, Caltanissetta, Caltagirone, Caltavuturo; gebel 'monte' ha originato toponimi come Gibilmanna, Gibellina, Mongibello.
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6b/Unknown_artist_-_Christ_Crowning_Roger_II_-_WGA16269.jpg/150px-Unknown_artist_-_Christ_Crowning_Roger_II_-_WGA16269.jpg)
La storia della Sicilia normanna ha origine con la conquista normanna iniziata nel 1061 con lo sbarco a Messina, e si conclude con la morte dell'ultima esponente della famiglia degli Altavilla di Sicilia, Costanza, nel 1198. Nel 1130 la dominazione normanna instaurerà un regno nell'Isola con Ruggero II: la corona verrà poi cinta da Guglielmo I, Guglielmo II e infine da Tancredi.
Con la conquista di Palermo vengono fissati i ruoli su cui si fonderanno i futuri rapporti di potere: i musulmani avrebbero conservato i propri giudici, mentre Roberto si attribuisce il titolo di malik, la parola che in arabo indica il re, come testimoniano i numerosi tarì d'oro, le monete da lui coniate. I Normanni portarono il culto cristiano latino sull'isola. La conquista normanna non coincise con l'eliminazione dell'elemento musulmano, numericamente ancora consistente, malgrado le molte migrazioni verso il Maghreb, la Spagna musulmana e l'Egitto. I Normanni, sul piano politico, economico e giuridico, conservarono alcuni elementi dell'organizzazione musulmana e alcuni elementi dell'architettura araba, come testimoniano a Palermo alcuni edifici e chiese e soprattutto il palazzo reale normanno detto "la Zisa".
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L'architettura arabo-normanna è lo stile del costruire proprio dell'epoca normanna, che si diffuse principalmente in Sicilia e nell'Italia meridionale nel XII secolo. L'aggettivo "arabo" deriva da alcuni elementi architettonici-decorativi riconducibili al mondo arabo-musulmano; mentre quello "normanno" dall'architettura, dalla cultura e dalla stirpe reale dominante. L'apice dello stile avviene ad un secolo quasi dalla conquista della Sicilia da parte dei Normanni, avvenuta nel 1071, quando i nuovi reali cercarono di creare un proprio stile architettonico che racchiudesse le varie culture presenti sull'isola.
Questo stile vuol quindi sottolineare le caratteristiche culturali e artistiche vigenti nel periodo, le quali elaborarono una sintesi architettonica unica comprendente vari stili (romanico-gotico, bizantino, arabo, normanna). Durante il dominio normanno, in Sicilia e nell'Italia meridionale nei secoli XI e XII, queste tipologie d'arte sincretizzate diedero luogo ad una fioritura di edifici, capolavori della scuola architettonica siculo-normanna.
L'itinerario può essere svolto in qualsiasi momento dell'anno non essendoci particolari problemi di natura climatica.
L'itinerario è rivolto al semplice turista ma anche a coloro che sono appassionati di architettura e storia medievale.
Le cupole rosse di Palermo |
![]() Il colore rosso delle cupole degli edifici arabo-normanni di Palermo rendono tipico il paesaggio urbano e la rappresentazione architettonica che abbiamo degli stessi, eppure sono un falso storico... Nei primi del Novecento l'architetto Giuseppe Patricolo venne incaricato di restaurare gli edifici storici della città e nelle cupole arabo-normanne notò la presenza di un colore rossastro che in realtà era lo strato impermeabile applicato e ossidato dal tempo. Egli lo considerò il colore originale e da allora si ha in uso la colorazione rossa anche nei nuovi restauri in quanto colore divenuto tipico. |
- 38.18194413.0994441 Aeroporto di Palermo-Punta Raisi (Aeroporto Falcone e Borsellino, IATA: PMO), ☎ +39 0917020273. L'aeroporto è collegato al centro città tramite il Servizio ferroviario metropolitano Trinacria Express o bus navetta operati da Prestia e Comandè. I treni hanno una frequenza di trenta minuti. Effettuano fermate alle stazioni Centrale, Vespri, Palazzo Reale - Orleans, Notarbartolo, Francia, San Lorenzo Colli, Tommaso Natale, Isola delle Femmine, Carini, Cinisi, Punta Raisi al costo di € 5,80. L'intero tragitto dura circa un'ora. L'autobus, con frequenza bi-oraria, impiega circa 50 minuti dalla stazione di Palermo Centrale e 40 da piazza Politeama, previste fermate anche in altri punti lungo corso della Libertà, costo biglietto € 6,30 (estate 2015). Se si raggiunge l'aerostazione in auto il parcheggio è a pagamento. L'aeroporto di Punta Raisi opera voli nazionali ed internazionali, e diversi collegamenti low cost. Numerosi in estate i voli turistici periodici e charter.
- 38.12812713.3694572 Porto di Palermo. Collegamenti principali del porto di Palermo:
- 38.10827313.3691894 , Corso dei Mille (Accanto alla stazione centrale). Le autolinee Cuffaro collega Palermo con Agrigento, Canicattì, Favara, Racalmuto, Castrofilippo e Grotte.
La compagnia F.lli Camilleri collega con Agrigento, oppure con Aragona, Raffadali e Santa Elisabetta.
La compagnia Prestia e Comandé collega con Cianciana passando da Santo Stefano Quisquina, Bivona e Alessandria della Rocca. Oppure con Santa Cristina Gela passando da Villagrazia, Altofonte, Rebuttone e Piana degli Albanesi.
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- 38.11262813.352825 Chiesa di Santa Maria Maddalena, Via Vittorio Emanuele, 469 (All’interno del complesso delle caserme "Dalla Chiesa - Calatafimi", Il Capo).
La chiesa non visibile all'esterno non è facilmente accessibile, pertanto risulta difficilmente visitabile se non in particolari ricorrenze.. Nel 1130 esisteva una più antica cappella dedicata a Maria Maddalena, fatta edificare da Elvira di Castiglia, prima moglie di Ruggero II di Sicilia, affinché ospitasse le sue spoglie e quelle dei conti, duchi, principi, re e regine normanni. La cappella era contigua al lato sud della primitiva cattedrale. Nel 1187, la cappella fu demolita e vi furono trasferiti temporaneamente i sacelli sepolcrali dei principi normanni, nell'attesa che si terminasse la costruzione della nuova cattedrale, dove avrebbero trovato definitiva collocazione. Successivamente fu costruito attorno ad essa il complesso delle caserme.
38.11444413.3561116 Cattedrale (Cattedrale Metropolitana della Santa Vergine Maria Assunta), Corso Vittorio Emanuele (Il Capo). La Cattedrale di Palermo è un grandioso complesso architettonico composto in diversi stili, dovuti alle varie fasi di costruzione. Eretta nel 1185 dall'arcivescovo Gualtiero Offamilio sull'area della prima basilica che i Saraceni avevano trasformato in moschea, ha subito nel corso dei secoli vari rimaneggiamenti; l'ultimo è stato alla fine del Settecento, quando, in occasione del consolidamento strutturale, si rifece radicalmente l'interno su progetto di Ferdinando Fuga. Nel 1767 infatti, l'arcivescovo Filangieri aveva commissionato a Ferdinando Fuga un restauro conservativo dell'edificio, teso solamente a consolidarne la struttura. I lavori ebbero inizio solo dal 1781, eseguiti non dal Fuga ma dal palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia e durarono fino al XIX secolo inoltrato. I rifacimenti del Marvuglia furono in realtà molto più invasivi e radicali dei progetti dell'architetto fiorentino, che pensava invece di conservare, almeno in parte, il complesso longitudinale delle navate e l'originario soffitto ligneo. Il restauro intervenne a cambiare l'aspetto originario del complesso, dotando la chiesa della caratteristica ma discordante cupola, eseguita secondo i disegni del Fuga. Fu in quest'occasione che si distrusse la preziosa tribuna che Antonello Gagini aveva innalzato all'inizio del XVI secolo e che era ornata di statue, fregi e rilievi. Anche le pittoresche cupolette maiolicate destinate alla copertura delle navate laterali risalgono al rifacimento del 1781.
All’interno della cattedrale vi sono le tombe dei sovrani che regnarono a Palermo tra cui la tomba di Federico II di Svevia. La chiesa inoltre presenta un elemento di grande unione e rispetto tra le fedi, nel pilastro sinistro dell’ingresso è presente un’antica iscrizione araba che riporta una sura del Corano.
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38.11472213.362512 Chiesa di San Cataldo, Piazza Bellini (Via Maqueda, Kalsa). Fondato da Maione di Bari fra il 1154 e il 1160, l'edificio venne successivamente affidato ai benedettini di Monreale. Dopo essere stata inglobata in un edificio neoclassico, venne interamente restaurata e restituita alla struttura architettonica originaria. I lavori furono completati nel 1885, quando le cupole furono colorate con intonaco di colore rosso scuro, colore che caratterizza altri monumenti normanni palermitani. In seguito alla demolizione dell'edificio seicentesco prospiciente la via Maqueda, danneggiato dai bombardamenti del 1943 e rimosso nel 1948, ai piedi del basamento della chiesa, è stato messo in luce un frammento delle antiche mura puniche. La pavimentazione a tarsie marmoree e lastre di porfido e serpentino, per quanto integrata da restauri, conserva ancora sostanzialmente la sua preziosa conformazione originaria. L'esterno è in arenaria con arcate cieche e ghiere traforate, di influenza islamica. In alto sono presenti tre cupole rosse in contrasto cromatico con le pareti. L'interno presenta tre navate separate da colonne. Fa parte dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale dell'Unesco.
38.11478113.36286613 Chiesa della Martorana (Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio o anche San Nicolò dei Greci), Piazza Bellini, 3 (Kalsa), ☎ +39 0918571029. Fu fondata nel 1143 per volere di Giorgio d'Antiochia, ammiraglio ortodosso al servizio del re normanno Ruggero II. Costruita da artisti orientali secondo il gusto bizantino, si accede dal campanile, a pianta quadrata del XIII secolo, aperto in basso da arcate a colonne angolari e con tre ordini di grandi bifore. La chiesa è a croce greca, prolungata con il nartece e l'atrio. Un portale assiale da’ sull'atrio e il nartece, come nelle prime chiese cristiane. Al di là del nartece, l'edificio è sistemato e decorato come una chiesa bizantina a 4 colonne, tranne gli archi a sesto acuto e i pennacchi della cupola che erano di gusto islamico. L'interno è decorato con mosaici e iscrizioni greche, ma sono presenti anche scritte in arabo il che la rende una chiesa che unisce la cultura greca, cattolica e islamica. Altre parti del tetto sono decorate con affreschi di epoca barocca. Nel 1846 viene abbassata la piazza e realizzata la scalinata. Tra il 1870 e il 1873 viene restaurata. Oggi la chiesa è il punto di riferimento di 15.000 fedeli arbëreshë, la comunità albanese di Sicilia che professa il rito bizantino. Fa parte dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale" dell'Unesco.
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- 38.11361113.36888914 Basilica La Magione (Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere), Piazza della Magione (Kalsa). Fondata nel 1191 dal cancelliere del regno normanno Matteo d'Aiello, Tancredi vi seppellì il figlio Ruggero III e lui stesso volle essere sepolto nella Basilica.
La facciata è caratterizzata da tre portali a sesto acuto, più piccoli i due laterali, strombati e incorniciati da bugne. Nel secondo ordine è presente una teoria di cinque monofore, delle quali tre cieche quelle centrali. Nel frontone che chiude il prospetto, tre monofore, quella centrale è posta in asse con il portale principale. Il motivo delle monofore con ghiere si ripropone sui fianchi laterali e nelle absidi, delle quali, quella centrale è disegnata da archi intrecciati ben sporgenti mentre nelle minori, recanti slanciati archi a sesto acuto, sono appena accennati. La chiesa si presenta come un particolare esempio di arte arabo - normanna con le finestre ogivali incassate e il motivo delle arcate intrecciate riprodotto nell'abside tipico del periodo. Otto colonne, sei archi e vari livelli calpestabili conducono nel presbiterio.
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38.11666713.34111116 Castello della Zisa (Museo d'Arte islamica), Piazza Zisa. Il palazzo della Zisa sorgeva fuori le mura della città di Palermo, all'interno del parco reale normanno, il Genoardo (dall'arabo Jannat al-arḍ ovvero "giardino" o "paradiso della terra"), che si estendeva con splendidi padiglioni, rigogliosi giardini e bacini d'acqua da Altofonte fino alle mura del palazzo reale. Le prime notizie dell’edificio risalgono al 1165 esso venne completato nella costruzione nel 1175. Nel 1806, la Zisa pervenne ai Principi Notarbartolo, che ne fecero propria residenza effettuando diverse opere di consolidamento, quali il risarcimento di lesioni sui muri e l'incatenamento degli stessi per contenere le spinte delle volte. Venne trasformata la distribuzione degli ambienti mediante la costruzione di tramezzi, soppalchi, scalette interne e nel 1860 fu ricoperta la volta del secondo piano per costruire il pavimento del padiglione ricavato sulla terrazza. Nel 1955 il palazzo fu espropriato dallo Stato, ed i lavori di restauro, iniziati immediatamente, vennero poco dopo sospesi. Dopo un quindicennio d'incuria ed abbandono nel 1971 l'ala destra, compromessa strutturalmente dai lavori e dagli interventi di restauro, crollò. Solo nel 1991 l’edificio riaprì a fronte di una ricostruzione delle parti crollate e la creazione del museo d’arte islamica.
Il palazzo, concepito come dimora estiva dei re, rappresenta uno dei migliori esempi del connubio di arte e architettura normanna con ambienti tipici della casa normanna(compresa la doppia torre cuspidata) e decorazioni e ingegnerie arabe per il ricambio d'aria negli ambienti. Si tratta, infatti, di un edificio rivolto a nord-est, cioè verso il mare per meglio captare attraverso i tre grandi fornici della facciata e la grande finestra belvedere i venti che venivano inumiditi dal passaggio sopra la grande peschiera antistante il palazzo e la presenza di acqua corrente all'interno della Sala della Fontana che dava una grande sensazione di frescura.
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- 38.10777813.342518 Palazzo della Cuba (Castello della Cuba, Cuba sottana), Corso Calatafimi, 100. La Cuba fu costruita nel 1180 per il re Guglielmo II. L'uso originale era di padiglione di delizie, ossia di un luogo in cui il Re e la sua Corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco delle fontane e dei giardini di agrumi, riposandosi nelle ore diurne o assistendo a feste e cerimonie alla sera. Le notizie sul committente e sulla data sono note grazie all'epigrafe posta sul muretto d'attico dell'edificio.
Nei secoli successivi, il lago fu prosciugato e sulle rive furono costruiti dei padiglioni, usati come lazzaretto dalla peste, come alloggio per una compagnia di mercenari borgognoni ed infine proprietà dello Stato nel 1921. Negli anni '80 comincia il restauro. L'edificio ha forma rettangolare, al centro di ogni lato sporgono quattro corpi a forma di torre. Il corpo più sporgente costituiva l'unico accesso al palazzo dalla terraferma. I muri esterni sono ornati con arcate ogivali e nella parte inferiore si aprono alcune finestre separate da pilastrini in muratura. Al centro dell'ambiente interno si vedono i resti di una splendida fontana in marmo, mentre la sala centrale era abbellita da muqarnas. Proprio alla Cuba, tra le acque e gli alberi che la circondavano, Boccaccio ambientò la sesta novella della quinta giornata del suo Decameron. È la vicenda d'amore tra Gian di Procida e Restituta, una ragazza bellissima di Ischia rapita da «giovani ciciliani» per offrirla in dono al allora re di Sicilia: Federico II d'Aragona.
Proprio alla Cuba, tra le acque e gli alberi che la circondavano, Boccaccio ambientò la sesta novella della quinta giornata del suo Decameron. È la vicenda d'amore tra Gian di Procida e Restituta, una ragazza bellissima di Ischia rapita da «giovani ciciliani» per offrirla in dono al allora re di Sicilia: Federico III d'Aragona.
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e6/Santissima_Trinit%C3%A0_alla_Zisa_01.jpg/150px-Santissima_Trinit%C3%A0_alla_Zisa_01.jpg)
- 38.11745613.34105619 chiesa della Santissima Trinità alla Zisa (Cappella palatina della Zisa), Via G. Whitaker, 42 (Accanto all'ingresso del Palazzo della Zisa). L'edificio risale al 1175 e divenne una cappella privata voluta da Guglielmo I di Sicilia, accessibile tramite un antico passaggio dal Palazzo della Zisa. L'edificio subirà delle trasformazioni con l'inserimento di una chiesa successiva che renderà l'antico impianto adibito a sacrestia. Nella parte orientale della costruzione più antica è presente una cupola che poggia su un tamburo interno ottagonale formato dall'alternanza di monofore e nicchie strombate, raccordato alle pareti da muqarnas. Nella parte superiore della parete opposta all'altare si trovano due finestre dove si pensa che i sovrani si affacciassero per assistere alla messa.
- 38.10559513.32288820 Qanat Gesuitico Alto, Fondo Micciulla, 25, ☎ +39 3498478288, +39 091329407.
10€ (dic 2020).
su prenotazione, Lun-Ven 19:00 in poi. Il Qanat è un sistema di trasporto idrico di origine persiana. Lungo tutto il cunicolo, alto generalmente 1,55 metri e largo 0,60-0,80 metri, si aprono sulla volta dei pozzi che consentivano l'accesso al cunicolo e per la ventilazione. La pendenza di tali cunicoli varia tra il 4 e il 6 per mille, esso è visibile per circa 1100 metri. Il Qanat è stato in parte ampliato ad opera dei gesuiti che erano i proprietari dei fondi sovrastanti.
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- 38.09233113.38748123 Castello di Maredolce (Palazzo della Favara), Vicolo del Castellaccio 23. Il palazzo, impropriamente detto "castello", fu edificato nel 1071, e faceva parte di una cittadella fortificata situata alle falde di monte Grifone. Oltre al palazzo il complesso comprendeva un hammam e una peschiera. L'edificio fu una delle residenze del re normanno Ruggero II, che lo avrebbe riadattato ai suoi scopi da un palazzo preesistente appartenuto all'emiro kalbita Jaʿfar nel X secolo. Nell'arco dei secoli il castello subì dai Normanni e dagli Svevi delle modifiche e fu trasformato in fortezza. Nel 1328 fu ceduto ai frati-cavalieri teutonici della Magione, che lo trasformarono in un ospedale. Nel 1460 la struttura fu concessa alla famiglia siciliana dei Beccadelli e fu trasformato in edificio agricolo. Nel secondo dopoguerra. la struttura cadde in un progressivo degrado frutto anche delle numerose forme di abusivismo che si susseguirono nel corso dei successivi decenni. Nel 1992 la Regione Siciliana ha acquisito per esproprio l'edificio e iniziato i lavori di restauro nel 2007. Il palazzo, per volere di Ruggero II, venne circondato da un lago artificiale, che lo cingeva su tre lati, ed era immerso in un grande parco, dove Ruggero II si dilettava nella caccia. Il bacino, che aveva al centro un'isola di circa due ettari di estensione, venne ottenuto grazie a una diga composta da blocchi di tufo, che interrompeva il corso della sorgente del monte Grifone. Nel XVI secolo la sorgente si prosciugò, e la peschiera divenne una fertile area agricola, ancora oggi esistente. Il parco della Favara faceva parte di un sistema di residenze reali di delizia, i sollazzi regi, che godettero del massimo splendore sotto re Guglielmo II.
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- 38.10361113.38027824 Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi, Via Salvatore Cappello, 38 (non lontano dal Ponte dell'Ammiraglio), ☎ +39 091 475024. È una chiesa in stile arabo-normanno. Fu edificata sulle rovine del castello di Yahya (Giovanni in lingua araba) nel 1071, durante la riconquista da parte dei Normanni, per mano delle truppe di Roberto il Guiscardo e Ruggero I di Sicilia. Gli edifici circostanti vennero adibiti al ricovero e all'assistenza dei lebbrosi, da qui deriva l'appellativo di San Giovanni de' Lebbrosi.
La chiesa risponde ai canoni dell'architettura romanica siculo-normanna a croce latina con transetto sporgente e tripla abside; è considerata uno degli edifici medievali in stile normanno più antichi della città, e in particolare è forse la chiesa a croce latina più antica di Palermo. L'esterno dell'edificio si presenta spoglio perché privo di decorazioni, tranne i rilievi in conci delle monofore che garantiscono l'illuminazione interna. L'ingresso è semplice, preceduto da un piccolo porticato sorretto da un unico pilastro angolare, su cui poggia il campanile. L'interno ha impianto basilicale ripartito in tre navate da pilastri, copertura lignea, presbiterio cupolato sovrastante l'altare che prevedeva una primitiva tribuna.
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38.08185813.29206726 Duomo di Monreale (Cattedrale di Santa Maria Nuova) (Monreale). Costruita a partire dal 1174 per volere di Guglielmo II di Sicilia, re di Sicilia, è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l'interno. Secondo la leggenda il re addormentandosi sotto un carrubo avrebbe sognato la Madonna che gli avrebbe rivelato la presenza di un tesoro sotto l'albero. Sradicato l'albero venne effettivamente trovato un tesoro in monete d'oro che dedicò alla costruzione del duomo. Il completamento della struttura avvenne solo nel 1267 ormai in epoca angioina. Nei secoli successivi vennero fatte ulteriori aggiunte. La pianta è a croce latina con un'abside semicircolare. Sono presenti le tombe dei re Guglielmo I e Guglielmo II di Sicilia nonché del re francese Luigi IX. I mosaici con fondo oro mostrano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, tra tutti spicca l'imponente figura del Cristo Pantocratore.
La visita comprende anche quella dell'annesso chiostro del XII secolo. Il viaggiatore francese del XVIII secolo Jean Houel lo descrive così: «Le colonne sono tutte scanalate, alcune sono tortili, altre diritte. Sono tutte incrostate di mosaici colorati e dorati, di granito, di porfido, di ogni tipo di marmo che forma piccoli disegni di incantevole esattezza. I capitelli sono una mescolanza di fiori, frutta, di figure di animali di ogni specie…».
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38.03972214.02388927 Duomo di Cefalù, Piazza del Duomo (Cefalù). Secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tre tetti, di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto. Il monumento ha uno stile romanico con tratti bizantini. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. Ha la dignità di basilica minore.
I monumenti posti nella zona di Palermo sud sono da attenzionare in quanto i quartieri che li ospitano (quartiere Brancaccio) sono piuttosto degradati e il rischio di furti e scippi non è remoto.
Bisogna evitare di lasciare oggetti di valore visibili all'interno dell'auto in tutti i quartieri di Palermo.
- Cefalù — oltre al duomo la città merita una visita approfondita.
- Bagheria — visitate le ville di Bagheria.
- Himera — sito archeologico dell'antica battaglia greco-punica.
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