Lo studio preliminare, promosso da FER (Ferrovie Emilia-Romagna), riguarda la verifica di fattibilità della prosecuzione dell'interramento della linea Modena-Sassuolo, nel tratto fra la Stazione Piccola e via Panni (per un tratto di circa 1,5 km), e della valorizzazione delle aree di pertinenza ferroviaria conseguentemente dismesse.
La vasta zona urbana compresa tra il Parco della Resistenza ed il parco Amendola si candida quindi ad essere riconfigurata, anche in relazione agli interventi di riorganizzazione della viabilità, conseguenti all'interramento della linea ferroviaria.
L'interramento della ferrovia e la dismissione dello scalo rendono possibili l'insediamento di nuove funzioni che potranno dare vita ad una centralità urbana, con un mix funzionale idoneo a rendere sostenibile l'intero intervento sotto il profilo urbanistico, economico e ambientale.
E' questa un'occasione per coniugare le finalità di efficienza del sistema dei trasporti con il progetto urbanistico e architettonico e con la fattibilità economica dell'intervento.
Lo studio preliminare ha infatti anche il compito di valutare gli interventi urbanistici previsti sotto il profilo della valorizzazione immobiliare, per le forti potenzialità di sviluppo insediativo che quest'area offre, in relazione alla sua posizione strategica.
Modena sta vivendo un processo di riconversione delle grandi aree industriali dismesse: un lento processo che, finalmente, si sta concretizzando con una serie di progetti di grande qualità urbana.
E' un occasione storica, unica, irripetibile per un'importante trasformazione della città.
Oggi si parla molto di sostenibilità ambientale, ma la città sostenibile mette tra gli obiettivi prioritari proprio un misurato consumo dei suoli e il riutilizzo delle zone dismesse già precedentemente urbanizzate e sfruttate.
La dismissione dello scalo ferroviario, possibile grazie a diverse politiche infrastrutturali e nuove tecnologie dei mezzi di trasporto, offre una significativa opportunità di sviluppo della città, senza occupazione di nuovi suoli, che consente:
Il disegno urbano del nuovo quartiere assume come principi insediativi, da un lato, il sistema compositivo della città ottocentesca con assi radiali con centro verso il Duomo e la Ghirlandina, e dall'altro i principi del risparmio energetico, con un preciso orientamento degli edifici.
La fascia interessata dall'interramento dei binari della linea ferroviaria assume il ruolo di spina dorsale del nuovo insediamento mediante la creazione di un grande mall verde, in continuità con i percorsi pedonali e ciclabili dell'ex tracciato ferroviario, sul quale si affacciano i nuovi edifici residenziali.
La qualità dell'abitare è uno degli obiettivi del progetto, con grandi spazi verdi e zone esclusivamente pedonali, lasciando il traffico veicolare e i parcheggi ai bordi, per lasciar posto alla circolazione delle persone e non delle auto; ed è concepito come un sistema permeabile passante, in grado di riconnettere l'area urbana centrale con il grande parco della Resistenza.
L'intervento è suddiviso in otto isolati urbani con edificazione perimetrale, area verde interna condominiale, parcheggio interstiziale ed autorimessa pertinenziale interrata.
Ciascun isolato viene poi articolato nella composizione degli edifici residenziali che si orientano a sud (±15°), per una corretta esposizione solare, in posizione sfalsata per garantire la vista verso il parco pubblico e per una corretta ombreggiatura, con coperture a verde, ampi spazi a terrazzo utilizzati anche come frangisole.
La sistemazione della piazza Manzoni, sulla quale si attesta la Stazione, rappresenta l'occasione per valorizzare un importante luogo della città, attribuendogli i connotati di vero spazio pubblico urbano dove la continuità dei materiali di pavimentazione supera il concetto di divisione fra strada e marciapiede per ottenere uno spazio unico utilizzato per il traffico automobilistico e pedonale.
Dietro il fabbricato della Stazione, in sostituzione dei binari ferroviari, il progetto propone la creazione di una vera piazza pubblica pedonale articolata su due livelli con il livello più basso alla quota del ferro, creando le condizioni perché la nuova stazione divenga un elemento catalizzatore rispetto al potenziale sviluppo del trasporto collettivo, legato in primo luogo al potenziamento del servizio ferroviario, ma anche all'interscambio con il trasporto pubblico su gomma.
Perfettamente in asse al tracciato di Viale Medaglie d'Oro si colloca il nuovo edificio a torre la cui forma ed articolazione lo eleva ad edificio simbolo dell'intervento e dell'avvenuta trasformazione dell'area.
I due corpi paralleli che si sviluppano per 18 piani in altezza con un ultimo piano di collegamento a ponte lo connotano quasi come una "grande arche" tra il centro storico ed il parco della Resistenza.
L'edificio a torre è pensato per accogliere un mix di funzioni potenzialmente insediabili che vanno dal terziario, al residenziale fino al ricettivo.
L'ultimo piano, a doppia altezza con alberi all'interno, ospita un ristorante con una bellissima vista verso la città e la Ghirlandina.
Modena non è nuova ad edifici di una certa altezza ed è importante che, al di fuori dal Centro, in punti strategici e come elementi di segnale degli assi compositivi del disegno urbano della città si possa costruire in altezza assumendo, come pregiudiziale strategica, il fatto che si tratti di edifici di grande qualità architettonica.
Un particolare aspetto dell'intervento di interramento investe naturalmente il sistema delle circolazione veicolare dell'area urbana interessata.
L'eliminazione della barriera costituita dalla linea ferroviaria può alleggerire la rete stradale dalle interferenze con il sistema ferroviario, eliminando otto passaggi a livello.
La sede storica occupata attualmente dai binari sarà destinata prevalentemente ad accogliere una nuova pista ciclabile che si connetterà con quella realizzata sul tratto già interrato.