Mario Tchou: Ricerca e sviluppo per l’elettronica Olivetti
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Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée”, vol. 115, n. 2, , 2003
Riassunto L'interesse di Adriano Olivetti e del fratello Dino per i calcolatori elettronici risale alla fine degli anni ' 40. Nel 1952 l'azienda inaugura un laboratorio in Connecticut (Usa). Nel 1955 la Olivetti, dopo un periodo iniziale di collaborazione con l'Università di Pisa, crea il proprio Laboratorio di ricerche elettroniche. Olivetti affida il progetto a Mario Tchou, giovane ingegnere italo-cinese che insegna alla Columbia University di New York. Nella primavera del 1957 la piccola équipe realizza l'Elea 9001, quasi interamente a valvole. In pochi mesi viene ultimato il secondo prototipo. Tchou decide di sostituire le valvole e puntare interamente sui transistori : nel 1958 è pronto l'Elea 9003, il primo elaboratore completamente a transistor commercializzato nel mondo. Il design viene affidato ad Ettore Sottsass. Il 27 febbraio 1960 muore, a 59 anni, Adriano Olivetti. Il 9 novembre 1961 Tchou è vittima di un incidente stradale. Roberto Olivetti, figlio di Adriano e grande sostenitore dell'avventura elettronica, assume la guida della Divisione elettronica. Negli anni successivi la Olivetti entra in una profonda crisi finanziaria. Nel 1964 il controllo è assunto dal cosiddetto «Gruppo di intervento » (Fiat, Pirelli, Centrale, Mediobanca e IMI), che decide immediatamente di cedere la Divisione elettronica alla General Electric nell'apparente disinteresse del governo. All'inizio degli anni ' 60 l'Italia aveva assunto livelli di avanguardia in settori strategici. Nel 1962 muore Enrico Mattei ; nel 1963 il prof. Felice Ippolito, artefice delle attività nel settore nucleare, è costretto alle dimissioni a causa di uno scandalo rive latosi infondato ; nel 1964 la Olivetti cede la Divisione elettronica. L'Italia perderà per sempre la possibilità di esercitare un ruolo di leadership in settori di avanguardia tecnologica, scientifica, industriale e commerciale.
C.Toschi “Design Process Olivetti. Mostre tecniche e ambienti olivettiani”
Identità Olivetti. Spazi e Linguaggi 1933-1983/ Olivetti Identities. Spaces and Languages 1933–1983, 2022
Dal 1952 al 1983 l’azienda Olivetti espone il proprio lavoro in diversi contesti internazionali, affiancando all’allestimento dei negozi quello delle mostre tecniche: progetti espositivi temporanei ospitati in spazi diversi (musei, università, fiere), scelti in base a tipologie allestitive più efficaci per assecondare di volta in volta le esigenze dell’azienda in un dato momento della sua parabola industriale. L’indagine analizza come nel corso di questi trente glorieuses e all’alba della successiva involuzione economica, la visione olivettiana di cultura militante e di imprenditorialità responsabile sia stata declinata su due livelli: quello espositivo, nella storia delle mostre tecniche dell’azienda, e quello teorico, nel vocabolario maturato intorno a esse, al fine di trovare una veste definitoria alla cultura del progetto promossa da Olivetti.
L'impegno educativo della fabbrica Olivetti
The Olivetti factory, founded in the 1930s, experienced a total transformation in the post-war period thanks to Adriano Olivetti, who, from 1946 to 1960, created an educational project for modernizing his enterprise and making it more international. Olivetti’s “concrete utopia” was constructed around the idea of a “community”, guiding the life of the factory towards a more conscious and responsible participation, by tending to blur the division between managers and workers and between working and private life. The signs of this corporate revolution were the cultural and social initiatives promoting the worker’s personal and professional development. The social services for children, women, families were opened not only to the staff but also to the inhabitants of the surrounding area, which made the Olivetti factory a laboratory for true democracy, for the rights of the weakest and for education of whole person. The historical reconstruction of the educational practices promoted within the Olivetti factory offers new answers to the challenges of today’s global crisis, both the economic and the employment issue. It is also a vision of work that values individual and collective development within a new community dimension.
Olivetti. La parabola di un'industria italiana
2018
Recent studies on specific aspects of the history of the Olivetti Company and its entrepreneurs allow us to outline a general view of the growth and the decline of the firm during the twentieth century. The firm has operated for a long time in a highly competitive market, presenting innovative products. In the age of globalization the competitive advantages and capabilities of the firm are no more sufficient to avoid the decline. This decline symbolizes, at least in part, the decline of the Italian manufactures. The experience of Olivetti has been relevant even in the field of Corporate social responsibility and still offers suggestions and questions for the challenges of the present time.
Progettare il futuro. Il tecno-film Olivetti: politica, tecnologia e media [2019]
2019
L’articolo propone uno sguardo d’insieme sulla produzione filmica Olivetti degli anni Cinquanta e Sessanta, attraverso una riflessione sul ruolo del cinema nel quadro del più ampio Medienverbund olivettiano. Dopo una ricognizione quantitativa della produzione del periodo, il saggio si focalizza sui cosiddetti ‘tecno-film’, per delineare alcune delle strategie formali sottostanti alla loro realizzazione e una serie di questioni legate al contesto produttivo, distributivo e istituzionale. Designing the future. The Olivetti techno-film: politics, technology and media. This essay aims to provide an overview of Olivetti’s cinematographic production of the 1950s and 1960s, by means of a reflection on the role of cinema within the context of the wider media network created by the Italian company. After mapping the production of the selected period, the essay focuses on the so-called ‘technofilms’, in order to outline some of the formal strategies underlying their making, as well as a number of issues relating to their production, distribution and institutional contexts.
La terza via del Made in Italy: il caso Olivetti
MD Journal [ 9 ] DESIGNED & MADE IN ITALY, 2020
Olivetti is certainly at the forefront among the excellences of Made in Italy. Synonymous with products, designers, pro- duction methods of the highest level, also for the cultural and social values they convey, Olivetti would seem more than any other Italian company to embody the image of the “Italian” industrial design. By reconstructing the methods of its communication, the origin of its authors, the reference models and the fallout of all creative and market actions, through the analysis of documentary sources of differ- ent origins, the article highlights how, paradoxically, the Olivetti’s discourse has moved in a centrifugal way com- pared to almost all the other Italian realities. International programs and renunciation of references to the Bel Paese are the ingredients for the construction of an Olivetti rather than Italian identity.
Un progetto per tornare a casa: Meneghello e la Olivetti
This essay presents an unpublished document written by Luigi Meneghello in April 1968. It deals with a project for a new cultural magazine requested by Renzo Zorzi, Corporate Image Manager for Olivetti, the most important Italian manufacturer of typewriters and calculators of the time. The 1960s were a very special period in Meneghello's life: the writer was then willing to leave the University of Reading, U.K. and come back to Italy and the creation and supervision of this new magazine seemed to him the best solution to promote culture in a much more committed socio-political context, and almost an act of "patriotism" after his long dispatrio in England. The project, that would never be implemented, is very factual and detailed but at the same time very ambitious.
L'impresa ideale tra fabbrica e comunità. Una biografia intellettuale di Adriano Olivetti
2016
Imprenditore, urbanista, uomo politico, editore ed intellettuale italiano, Adriano Olivetti (1901-1960) fornì una lettura singolare della modernità e dimostrò la praticabilità di una via complessa e disinteressata verso il bene collettivo. Grazie ad alcune ricerche poco conosciute, ad un’approfondita consultazione della biblioteca di Olivetti e di fondi archivistici finora solo parzialmente utilizzati, la biografia intellettuale qui sviluppata ricostruisce i percorsi tracciati da Adriano Olivetti attraverso il territorio natale, l’ambiente familiare, l’organizzazione scientifica del lavoro, l’urbanistica, l’antifascismo, l’attività imprenditoriale e politica, e rende possibile un’interpretazione complessiva e storicamente fondata dell’uomo e del suo pensiero. Questa ricerca ricostruisce il contesto storico-culturale in cui Adriano Olivetti sviluppò e applicò una concezione di gestione dell’impresa, della cultura e della società innovativi, con al centro la persona e la sua Comunità. Un’analisi che ricompone in un’unica narrazione la continuità tra le “fonti” di Adriano, che si trovano soprattutto nel periodo giovanile, e la loro rielaborazione nell’attività teorica e pratica dell’età adulta. Una ricostruzione che, evitando l’attualizzazione di questo imprenditore lo considera capace di offrire risposte alternative a questioni del convivere sociale ancora aperte nell’Europa di oggi, con il suo affermare la centralità del lavoro, il valore della solidarietà e della libertà, il suo tendere al giusto riconoscimento della persona oltre le barriere socioeconomiche e a forme politiche che tengano conto della complessità sociale e la riducano per rappresentarla nelle istituzioni.