Clara Bow, prima diva libera ed emancipata: esordio, successo e scandali
- ️@femaleworldfw
- ️Tue Dec 31 2019
Prima Diva, attrice e artista libera ed emancipata, parliamo oggi di Clara Bow, partendo dagli inizi, dal suo enorme successo e affrontando gli scandali che l'hanno coinvolta.
Parliamo oggi di una donna emancipata, una figura cinematografica libera e priva di condizionamenti, un’artista che ha lasciato il segno: Clara Bow.
Clara Bow, l’infanzia
Fu una delle prime Star, creatura effervescente, luminosa, sensuale; divenne nota per avere “quel certo non so che”, come veniva detto in uno dei suoi più grandi successi: ‘It’. “Quel certo non so che” grazie al quale anche ai nostri giorni ha fatto parlare di sé, destando scandalo.
Clara Gordon Bow, nacque a Brooklyn, a Prospect Heights, al 697 di Bergen Street, sopra una diroccata Chiesa Battista. Il suo anno di nascita non è mai stato certo, il più accreditato è il 1905, anche se sulla sua lapide è inciso il 1907.
Nonostante alla madre fosse stato fortemente sconsigliato di mettere alla luce un altro figlio, dopo che due precedenti gravidanze si erano infelicemente concluse, Clara venne alla luce in una caldissima estate, con temperature di 38 gradi che misero a rischio la vita della piccola Bow fin dalla sua venuta al mondo.
Quel pericolo fu solo l’avvisaglia di un’infanzia e di un’adolescenza difficili: il padre viaggiava per lavoro ed ebbero ben 14 indirizzi differenti in meno di vent’anni, raramente però al di fuori di Prospect Heights; era dedito all’alcool, un uomo violento che abusava sessualmente della figlia.
Quando Clara aveva 16 anni, la madre cadde dalla finestra. La conseguenza fu un trauma alla testa che la portò ad avere delle psicosi a causa dell’epilessia. La figlia dovette seguirla in ogni istante della sua giornata, i ruoli completamente invertiti: la ragazza, privata della sua infanzia, si prendeva cura della madre e la vedeva peggiorare gradualmente. Un dramma che divenne ancora più evidente quando Clara Bow cominciò a desiderare una carriera nel mondo dello spettacolo: la madre sosteneva che sarebbe stato meglio se la figlia fosse morta e difatti una notte del 1922 Clara si svegliò con un coltello da macellaio puntato alla gola. In qualche modo riuscì a liberarsi dalla presa della madre che il giorno dopo dichiarò di non ricordare assolutamente nulla dell’episodio. La ‘motivazione’ di questa aggressione era legata al fatto che Clara avesse ottenuto i suoi primi ruoli, prima in “Beyond the Rainbow”, accanto a Billie Dove, poi per “Down to the Sea in Ships”.
Nel 1923 le venne dato un ruolo in “The Enemies of Woman”, lavorava sul set e la sera si occupava della madre che quell’anno venne a mancare a causa delle sue crisi epilettiche.
Clara e la notorietà
Clara inizia ad essere conosciuta, il pubblico la apprezza, lei non passa certo inosservata, grazie ai suoi ruoli, al suo aspetto frizzante, alla sua chioma rosso carota, merito dell’henné che grazie a lei iniziò a vendere moltissimo. Venne notata da B.P. Schulberg, un produttore indipendente che il 7 novembre 1925 si unì alla Paramount portando con sé Clara, con un contratto di 250.000 dollari.
E se fino a quel momento non poteva essere definita una ‘Diva’ a tutti gli effetti, con “Dancing Mothers” nel 1925 e “Mantrap” nel 1926, la Bow divenne inequivocabilmente una star, tanto da arrivare a leggere sui giornali dichiarazioni come: ”Clara Bow ha preso il posto di Gloria Swanson” (The Real Journal).
Uno stipendio stellare, Gary Cooper ed il suo più grande successo
Il suo stipendio di partenza era di 1700 dollari a settimana e salì a 4000 dollari. Il 1927 fu un anno decisivo per Clara: Conosce Gary Cooper, con cui fece coppia per qualche tempo, anche se la relazione aveva più bassi che alti e causa della gelosia di lui e dell’indipendenza della Bow che non aveva alcuna intenzione di sposarsi. Il 1927 fu anche l’anno di alcuni suoi successi memorabili, primo tra tutti ‘It’ (Cosetta). Decisiva per Clara fu proprio Elinor Glyn, che merita assolutamente di essere menzionata in quanto oltre alla Bow contribuì a creare le figure di Rodolfo Valentino (già menzionato nel precedente articolo sul costumista Adrian) e la già citata Gloria Swanson.
Elinor Glyn era una scrittrice e sceneggiatrice britannica, ‘It’ naturalmente è una sua opera: la scrittrice affermava che ‘It’ era “quel certo non so che”, quella qualità magnetica che apparteneva ad una donna emancipata e libera e che solo Clara sarebbe stata in grado di interpretare quella parte. A rafforzare questa spiegazione c’è un frammento della stessa pellicola, nella quale la Glyn interpreta sé stessa: uno dei protagonisti legge il racconto e viene mostrata la frase che segue.
Dal ‘New York Times’ a ‘Variety’, tutti concordavano con Elinor Glyn: “It” viveva sulla performance di Clara. Si tratta di una commedia fresca, leggera e romantica, con una sfumatura più impegnativa, quando l’argomento tocca i temi dell’emancipazione femminile e della maternità, quindi se vogliamo, per l’epoca qualcosa di molto audace, e a ben guardare ancora particolarmente attuale.
Dopo quel clamoroso successo arrivò “Wings”, anch’esso del 1927, in cui compare – brevemente– anche Gary Cooper. Fu la prima pellicola a vincere il premio Oscar come miglior film nel 1929.
Clara Bow nel 2012 ancora sulla bocca di tutti
Il film nel 2012 tornò a far parlare di sé. Ricorderete tutti ‘The Artist’: sull’onda di quella pellicola, venne riproposto anche “Wings”, un po’ visto il successo di “The Artist” ma soprattutto perché la curiosità di rivedere questa splendida pellicola, vincitrice del primo Oscar, attirava molti e troppo ghiotta era l’occasione di poterla godere sul grande schermo. Fatto sta che quando il film venne nuovamente proiettato, negli Stati Uniti venne imposto il divieto ai minori di 13 anni a causa di un nudo: un fugace seno scoperto di Clara Bow. All’epoca dell’uscita originale la censura hollywoodiana non era ancora in attività, entrò in vigore nel 1930 e quindi il film non venne mai sottoposto a tagli; fa specie il fatto che nel 2012, in esagerato ritardo, abbia dovuto subire questa sorta di ‘mini censura’, come se “l’effetto Bow”, dei suoi scandali e delle sue stravaganze – ancora da narrare – avesse generato questa eco infinita.
Clara Bow era ormai, a questo punto della sua carriera, la ‘Diva sexy’: le parti che le assegnavano le venivano cucite addosso e i ruoli erano sempre più estremi; cercavano di spingerla al limite della censura, e per far questo veniva pagata a peso d’oro. Insieme ad Helen Kane, Clara ispirò Max Fleischer nella creazione di uno dei suoi cartoni più audaci: Betty Boop.
L’esordio nel sonoro, gli scandali, il declino
Dopo 46 film muti, arrivò finalmente anche il momento del sonoro ma l’esordio di Clara non fu dei più entusiasmanti. Il film in questione – “The wild party” – vedeva nella prima scena la Bow fare il suo ingresso nel dormitorio di un college femminile, e salutare con un: ”Ciao gente!”. Il tecnico del missaggio non era però a conoscenza del portentoso e tonante accento brooklynese della Bow, gli strumenti non erano stati – a quanto sembra – regolati di conseguenza e la battuta di ingresso di Clara fece saltare le valvole della sala di registrazione.
Dopo anni di successi, la fama, i soldi, i pettegolezzi, arrivarono infine gli scandali. Tutto iniziò con i dettagli di una ‘terapia’ medica che le era stata consigliata da uno dei più importanti medici della buona società, il Dott. William Earl Pearson. Il medico si recava ogni sera nel Salottino di Clara, ma queste continue visite attirarono l’attenzione della moglie, che ingaggiò un investigatore privato e scoprì il tradimento. La Signora Pearson citò Clara in tribunale come “complice in adulterio” ed ottenne ben 30mila dollari di indennizzo.
Nel 1930, l’ex segretaria di Clara, licenziata per un tentato ricatto, decise di vendicarsi vendendo i particolari bollenti della vita sentimentale della Bow ad una rivista che definire scandalistica è riduttivo: si trattava della ‘GraphiC’ alla quale mancava davvero poco per essere definita pornografica.
La ‘devota’ segretaria per quattro anni, aveva preso nota di ogni singolo uomo passato nel salottino di Clara: da Bela Lugosi, a Gary Cooper, a John Wayne. Ma erano solo alcuni dei nomi. La segretaria venne trascinata in tribunale e dopo delle udienze alquanto colorite, venne mandata dietro le sbarre con l’accusa di aver sottratto ingenti somme alla Diva.
Il matrimonio per placare gli animi, la depressione…
Il danno però era ormai fatto: erano stati diffusi fatti documentati che avevano rovinato per sempre la reputazione di Clara Bow; perché Hollywood è il regno del lusso e del divertimento sfrenato, ma soprattutto dell’ipocrisia e non perdona distrazioni di questo tipo. Puoi comportarti come vuoi, compiere tutti i gesti più aberranti, ma non devi mai e poi mai permettere che qualcuno lo sveli in modo inequivocabile e lo urli sui giornali scandalistici. Nel 1932 la Bow si sposò con Rex Bell, anch’egli attore e membro del ‘salottino privato’, e -probabilmente per coprire gli scandali- affermò subito dopo il matrimonio di non voler più accettare ruoli particolarmente disinibiti, di voler aspettare qualcosa di realmente interessante e di poter vivere, nel frattempo, con lo stipendio del marito.
Negli anni successivi fece altri due film, ma suo clamore delle sue partecipazioni (e anche degli scandali) andava ormai via via scemando. Ebbe due figli da Rex -nel ‘34 e nel ‘38- e passò gli ultimi anni frequentando case di cura, con la salute mentale compromessa. Morì a soli 60 anni a causa di un attacco di cuore.
Fa triste pensare ad una conclusione così oscura, come se la vita con lei avesse compiuto un percorso ben preciso, per una creatura che inizialmente non doveva venire al mondo, che ha accumulato dolore nei primi anni della sua vita e poi, dopo il grande successo, è infine dovuta ripiombare in quel baratro. Negli anni del suo splendore si è però divertita molto, e tutto sommato è bello ricordare la Clara degli anni del suo successo, in cui si affermò come una grande attrice e una donna libera che ha lasciato il segno nella Storia del Cinema.
Riguardandola nelle pellicole dell’epoca, Clara ispira molta simpatia e molta dolcezza,:sarà per l’infinita varietà dellle sue espressioni, un’arma eccezionale nell’epoca del cinema muto: il viso della Bow appare pieno di vita, incorniciato da quella massa indistinta di capelli rossi, con uno sguardo vivace e impunito.
“Eravamo unici. Facevamo ciò che volevamo. Stavamo svegli fino a notte fonda e ci vestivamo come più ci piaceva. Percorrevo Sunset Boulevard sulla mia Kissel decapottabile con parecchi Chow Chow rossi che si abbinavano al colore dei miei capelli. Al giorno d’ oggi si sta molto più attenti allo stile di vita e si salvaguarda la salute. Ma noi ci divertivamo decisamente di più.” Clara Bow
Marta Zelioli