Comune di Grandola ed Uniti (CO)
- ️Comune di Grandola ed Uniti (CO)
Il Comune di Grandola ed Uniti conta oggi una popolazione di 1306 abitanti con 575 nuclei familiari distribuiti nelle frazioni Cardano, Codogna, Gonte, Grona, Naggio e Velzo dalla cui riunione (allora insieme a Bene Lario) il comune fu amministrativamente costituito nel 1927.
Posto a 39 km dal capoluogo di Como e a un’altitudine fra i 350 e i 2.075 m, Grandola è un comune di montagna del Lario occidentale e precisamente della Val Menaggio, la maggiore vallata prealpina che si addentra dalla costa ovest del Lago di Como, alle spalle di Menaggio, fino a Porlezza, sul lago di Lugano – Ceresio.
Sotto il profilo storico, grazie alla sua posizione strategica per l’avvistamento e il controllo sui transiti del fondovalle fra Lario e Ceresio e sulla via d’acqua del Lario, il territorio di Grandola ebbe un ruolo nel periodo medievale e nell’Età Comunale in particolare, come attestato dalla Torre di segnalazione di Codogna, il cui rudere campeggia in una folta abetaia, in terreno privato.
Le chiese di Santa Caterina a Cardano e dei Santi Siro e Margherita a Codogna, ospitano decorazioni di origine barocca.
Il territorio comunale si estende su una magnifica area collinare e boschiva di kmq 17,5, punteggiata dalle numerose e caratteristiche frazioni abitate ed è attraversato dalla vallata incassata dal torrente Sanagra, un comprensorio naturalistico ambientale tutelato attraverso l’istituzione di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale.
I collegamenti di Grandola sono assicurati dalla S.S. regina 340, diramazione dell’asse viario costiero del Lario e unico collegamento fra Italia e Canton Ticino elvetico.
La realtà comunale grandolese condivide con i comuni vicini una significativa esperienza nel contesto della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio.
All’inizio del 1500 anche qui si estese la signoria di Gian Giacomo de’ Medici, detto “Il Medeghino”, mitica e controversa figura di signorotto locale che spadroneggiava sui territori limitrofi del Lario, del Ceresio e della Valsolda.
Fra il Settecento e il Novecento sorsero nel territorio fra Menaggio e Grandola diverse ville signorili, che rappresentano anche oggi una specificità di grande pregio del paese. Citiamo sulla strada per Grandola ma ancora a Loveno di Menaggio: Villa Belfaggio, Villa Garovaglio-Ricci e Villa Vigoni-Mylius, sede dell’Associazione Culturale Italo-Tedesca; nel Comune di Grandola sorgono invece Villa Camozzi, Villa Bagatti Valsecchi, Villa Corti Cerletti e Villa Boccalari, nel cui giardino sorge l’antica Torre di Codogna.
A Naggio la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate conserva i resti di affreschi della fine del Trecento e un trittico con San Sebastiano e San Rocco firmato nel 1490 da Giovan Antonio de Rubeis.
Connotata da un’economia esclusivamente rurale piuttosto povera nei secoli passati – cui spesso per necessità di sopravvivenza si affiancava l’emigrazione stagionale lavorativa dei capifamiglia – l’attività tradizionale dei grandolesi era incentrata sulla coltivazione della vite, dei cereali e del foraggio nelle fasce medie e nel fondovalle, accanto allo sfruttamento dei terreni a pascolo e dei boschi di castagno in quota.
Fino alla metà del secolo scorso fiorirono attività proto industriali alimentate dall’energia dell’acqua del torrente Sanagra, come la produzione di mattoni o della calce, una fabbrica di chiodi e attività tessile nel campo serico.
Nel secondo dopoguerra grazie all’intraprendenza dei Grandolesi nativi o naturalizzati, il paese è transitato verso un’economia generata da attività industriali specializzate e da quelle artigianali oltre che da un discreto sviluppo del terziario; poi ci sono un albergo e 2 agriturismi, 3 crotti e circa una decina di ristoranti e bar.
Questo discreto tessuto produttivo riesce ad impiegare ovviamente una minoranza della popolazione che anche oggi come nel passato continua a mantenere una forte propensione al pendolarismo lavorativo verso l’area comasca e milanese e al frontalierato verso Lugano e il vicino Canton Ticino.