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L’ex renziana Elena Bonetti in Azione, ora è ufficiale: “Il partito unitario di centro è ancora possibile”

  • ️Mon Jan 29 2024

Elena Bonetti diventa vice presidente di Azione. Delegata a coordinare il percorso costituente per aprire all’esterno il partito di Carlo Calenda e farne uno più grande, «allargando alle anime popolari, socialiste e repubblicane e al mondo delle amministrazioni civiche», spiega l’ex ministra dei governi Conte e Draghi. Entrata in politica su chiamata diretta di Matteo Renzi, diventata in breve tempo uno dei volti di punta di Italia Viva e poi ripudiata quando ha deciso di andarsene, dopo il fallimento del progetto del Terzo polo e la rottura traumatica con Calenda. Ora l’ingresso ufficiale in Azione, insieme al collega Ettore Rosato, altro renziano pentito, che sarà vice segretario con delega all’Organizzazione e agli Enti locali.

Da tempo vi eravate avvicinati ad Azione, perché prendete la tessera proprio ora?
«I tempi sono maturi, vogliamo far partire subito il percorso di allargamento di Azione e rilanciare con forza e chiarezza un progetto politico unitario, che passa dalle elezioni europee, ma guarda oltre. Stiamo facendo un bel lavoro con la nostra associazione PER (Popolari, Europeisti, Riformatori), che continuerà a lavorare al fianco di Azione. C’è tanta partecipazione anche civica nel Paese e c’è domanda di tornare a una serietà che apparteneva all’esperienza del governo Draghi, di cui ho fatto parte con le colleghe Gelmini e Carfagna. Chi è stanco della politica non concreta deve sapere dove trovarci».

Ci avete già provato, è andata male.
«Come ha dimostrato ieri Jannik Sinner, quando si inizia male una partita poi si può comunque riuscire a vincerla, se ci si crede davvero. Tra l’altro, la nostra proposta alle elezioni politiche aveva ottenuto un buon risultato e noi restiamo coerenti con quell’impegno: avvicinare persone lontane dai partiti, aprire al protagonismo territoriale e creare un soggetto politico plurale, non legato al leaderismo dell’uno o dell’altro».

È più facile riprovare a farlo solo con Calenda e senza Renzi?
«Calenda ha voluto fortemente portare avanti il nostro progetto, cercando di accogliere sensibilità diverse in un percorso democratico e paritario. Ha proposto a me e a Rosato di entrare in squadra con deleghe precise, ci inseriamo in una classe dirigente di Azione già plurale e forte, così come il gruppo parlamentare guidato da Richetti. Ci sono tutte le condizioni per raggiungere l’obiettivo».

Intanto dovete superare la soglia di sbarramento alle Europee…
«Andremo oltre il 4%, che è una condizione necessaria per dare slancio al progetto e poter contribuire alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Servono riforme strutturali per rafforzare il processo decisionale a Bruxelles. Lavoriamo per costruire liste elettorali allargate e forti, saranno una tappa verso il nuovo soggetto politico unitario. Un’alternativa alla sinistra, ormai schiacciata sul massimalismo dei 5 stelle, e alla destra di governo, segnata dalla sfida a chi è più sovranista tra Meloni e Salvini».

Come convincerete gli elettori che questa è la volta buona?
«Abbiamo messo il cuore in questo progetto e gli elettori stanno già vedendo la serietà della nostra proposta, che non vuole essere una sommatoria di sigle per raggranellare uno zero virgola qui e là. Questa è finalmente l’occasione di un patto per il Paese, non è una strategia per garantirci una sopravvivenza politica, come magari per altri».

Senza fare nomi.
«Senza fare nomi».